Lo Cunto de li Cunti, presentazione a Vicolo stretto «Il libro più sottovalutato delle letteratura italiana»

Lo Cunto de li Cunti di Giovan Battista Basile, testo seicentesco che nel 2015 ha avuto una fortunata trasposizione cinematografica con Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, è stato nuovamente edito, tradotto, illustrato e dato alle stampe da una giovane casa editrice indipendente siciliana, la Rossomalpelo di Catania, che lo definisce «il libro più sottovalutato e oscurato della letteratura del nostro Paese». Il testo raccoglie un’eredità piuttosto ingombrante: la precedente versione era stata curata da Benedetto Croce.

«Oltre alla famosa edizione del 1925, nella quale Croce dava una sua reinterpretazione molto libera de Lo Cunto de li Cunti, esistono solo altre due o tre versioni di significativa importanza» spiega a MeridioNews Giovanni Fazio, editore di Rossomalpelo. «L’idea è venuta un paio di anni fa, quando abbiamo saputo dell’imminente uscita del film di Garrone. Informandoci abbiamo scoperto l’incredibile sfortuna de Lo Cunto de Li cunti. In questo modo abbiamo notato come questo libro di cinquanta racconti abbia subito nei secoli un’incredibile vicenda editoriale, che lo ha portato ingiustamente ai margini della letteratura italiana. Questo, nonostante sia un’opera importantissima – Croce stesso lo definì «il più bel libro italiano barocco» – per due motivi ben precisi: l’uso che Basile fa della grande tradizione narrativa precedente al Seicento – in particolar modo lo schema a cornice del Decameron – e l’influenza che i suoi Cunti hanno avuto verso i più grandi autori di fiabe dei secoli successivi, come Perrault e i fratelli Grimm».

Quella di lavorare a un’opera ingiustamente trascurata fa parte della filosofia editoriale della casa editrice, nata appena due anni fa dall’idea di un gruppo di studenti universitari catanesi: «Tutto è cominciato agli inizi del 2015 quando insieme ad altri quattro amici, tra frequentanti ed ex presenze ak dipartimento di Scienze umanistiche dell’università di Catania, abbiamo fondato la Rossomalpelo. La nostra idea di base è quella di dare un contributo al panorama letterario, proponendo una valida alternativa culturale e senza mai chiedere alcun contributo economico agli autori, condizione senza la quale potremmo autodefinirci semplicemente una copisteria con una diversa denominazione». Dopo l’esperienza positiva della prima pubblicazione di La resistenza italiana negata di Nicola Musumarra, Giovanni e i suoi colleghi hanno deciso di proseguire in questa direzione: «Fin dall’inizio siamo stati affascinati da storie di sopraffazione o sottovalutazione. La dice lunga che il nome della nostra casa editrice sia un omaggio al personaggio letterario sottovalutato e sfruttato per antonomasia. Riceviamo molte proposte e stiamo valutando l’idea di iniziare una collana sullo sport, sempre prendendo come spunto fatti e personaggi meno conosciuti. Abbiamo in cantiere anche un libro sulla storia del quartiere catanese di San Berillo e, come per Lo Cunto de li Cunti, vorremmo continuare a pubblicare opere illustrate». Nel caso dell’edizione seicentesca fresca di stampa, le illustrazioni che accompagnano il volume sono state realizzate dal catanese Daniele Melarancio.

È stata invece Simona Strazzulla, laureata in Filologia moderna dell’università di Catania, a occuparsi della traduzione del volume, partendo dalla conoscenza che ne aveva già maturato durante la compilazione della tesi di laurea, che analizzava proprio l’opera di Giovan Battista Basile: «La tesi è stata un lavoro incentrato sull’analisi storico-linguistica dell’opera, e dunque punto di partenza per poter affrontare un lavoro di traduzione vero e proprio che non è stato semplice» spiega «tra le tante insicurezze iniziali e il doversi cimentare in un dialetto, quello napoletano, che non è il mio». Lo Cunto de li Cunti verrà presentato venerdì 31 marzo alle 19:30 alla libreria Vicolo Stretto di Catania


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