Isolabella verso una nuova gestione e spunta la candidatura dell’Università di Messina. L’ateneo potrebbe, infatti, raccogliere nei prossimi mesi il testimone dall’attuale ente gestore, il Cutgana, e avviare una fase di rilancio dell’oasi naturale che rappresenta, al pari del Teatro Antico, il biglietto da visita per il turismo di Taormina e un simbolo dell’isola.
La riserva naturale fu affidata al Centro di ricerca dell’Università di Catania nel 2011 con decreto del dirigente generale dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, Giovanni Arnone. Cinque anni dopo, si avvia adesso a conclusione il periodo di affidamento e già si parla del futuro. «Il nostro ateneo ha tutte le conoscenze, le competenze e le strumentazioni per elaborare un progetto in grado di valorizzare al meglio l’intera area», spiega Filippo Grasso, docente di Analisi di mercato all’università di Messina, che nell’ambito degli studi scientifici si occupa di problematiche relative alle politiche turistiche territoriali ed è docente di Scienze del turismo.
«L’affidamento di Isolabella all’Università di Messina – continua il professore – a mio avviso è la strada da seguire. Sarebbe la soluzione ideale per rilanciare l’area naturalistica e proiettarla in un futuro importante. Abbiamo le competenze e le professionalità in tutto ciò che concerne la gestione della Riserva Naturale e dell’isolotto, non solo sotto l’aspetto ambientale ma anche per dare una svolta sotto il profilo del turismo e della cultura, e si potrebbe operare in sinergia col territorio anche in vista della progettazione. Stiamo parlando di un luogo di meravigliosa bellezza ma, di fatti, di una realtà mai promossa e mai valorizzata nel contesto extra-siciliano, né in Italia né all’estero». Secondo Grasso le potenzialità inesplorate riguardano anche «la parte faunistica e subacquea, su cui sviluppare un progetto con il Comune». «Isolabella dev’essere compresa nel pacchetto Taormina – aggiunge – non può essere un qualcosa che si ammira soltanto nei mesi in cui i turisti vanno in spiaggia». Anche il comitato cittadino La voce del mare, che riunisce una parte dei residenti di Mazzarrò, auspica il cambiamento. «Rispettiamo il Cutgana ma non siamo soddisfatti e crediamo si possa e si debba fare di più. A nostro avviso serve un cambio di gestione e un nuovo progetto», afferma il presidente Giovanni Aucello.
L’Università di Messina ha dato un segnale a Taormina lo scorso anno procedendo con l’impegno dei suoi studenti alla riqualificazione della Domus San Pancrazio, l’area di epoca imperiale riportata alla luce dopo tanti anni di degrado e abbandono.
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