L’isola inghiottita dal mare

di Giovanni Albanese

Conformemente a quanto asserisce Platone (Atene 428/27-348/47) Atlantide sarebbe stata un’isola,dove tutto abbondava, e la vita era felice. In realtà, sempre sulla scorta di Platone, quantunque Atlantide apparisse come un paradiso terrestre, partecipava a delle guerre, e oltre a ciò, possedeva una flotta militare immensa,e poteva contare su tanti soldati quanti non ne ha nemmeno l’odierna Italia, e quanti ne vorrebbe il nostro Ministro della Difesa: ben 11.200.000.

Della guerra contro Atene, cui abbiamo già accennata altrove, Platone scrive nel Timeo: “Molte grandi opere,pertanto,della città vostra, Atene, qui s’ammirano, ma a tutte una ne va di sopra, per grandezza e per valore: perocché dice lo scritto d’un’immensa potenza, cui la vostra città pose termine, e la quale aveva invase l’Europa e tutta l’Asia, venendo fuori dall’oceano Atlantico. Infatti allora, per quel mare la si poteva passare: ché innanzi a quella foce stretta, la quale chiamasi colonne d’Ercole, c’era un’isola. La quale era più estesa di Libia ed Asia messse assieme… In tempi posteriori, per altro, essendo avvenuti sismi e cataclismi straordinari, nel volgere d’un dì e d’una brutta notte (…) tutto in massa sprofondò sotterra, e l’isola Atlantide,similmente ingollata dal mare, sparì”. (sopra, a sinistra, foto tratta da maturita.scuolazoo.it)

Platone così riporta il colloquio di Solone (638-558 a.C.) coi sacerdoti Sais. Egli ragiona d’una grande civiltà, la quale sprofondò nel mare per cagioni tuttora non perspicue (dicesi cataclisma, ma in senso vago, ché il disastro potrebbe forse attribuirsi a un meteorite.). E Platone ribadisce la storia de’ cataclismi nelle ‘Leggi’: “Un tempo vi furono grandi mortalità, cagionate da alluvioni e da altre calamità,dalle quali ben pochi scamparono. ed è ovvio pensare che, essendo le città state rase al suolo da tale distruzione, gran parte delle loro civiltà furono con esse sepolte sotto l’acque, ed è occorso alquanto tempo per reperirne le tracce: non meno di migliaia d’anni”.

Il medesimo Platone situa la distruzione d’Atlantide nel 9.500 a.C., e poi fa cenno di scontri occorsi tra gli abitanti del continente perduto e gli Ateniesi, il che non può affatto essere avvenuto, stante che la civiltà greca è d’alcuni millenni recenziore.

Non pertanto, una curiosa coincidenza sussiste tra quanto Platone assevera e le leggende successive: perché si parla di quattro terremoti,l’ultimo de’ quali avrebbe avuto luogo nel 9564 a.

C., e Atlantide, già ridotta dapprima a un’isola fu inghiottita, sparendo sott’acqua.

 


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