Lipari, sei incendi dolosi in cinque giorni «Straziante, perso il lavoro di 40 anni»

«È stato uno spettacolo straziante, a me scendono ancora le lacrime a parlarne». Magda Ziino racconta così le proprie emozioni, il proprio scoramento, dopo aver visto andare letteralmente in fumo, l’altro ieri, la casa del padre, Luciano, pensionato 66enne, nel corso di uno degli incendi che stanno flagellando Lipari. La villetta si trova, o si trovava, nella borgata di Lami. Non è l’unica a essere stata danneggiata. La stessa Magda Ziino dovrà provvedere a ricostruire, a causa di un crollo, la sua proprietà, a Monte Pilato. E non è finita. Come riferisce l’Ansa, subito dopo il grande rogo di Lami, le fiamme sono divampate nella parte alta della borgata di Pirrera. È il sesto incendio, da sabato scorso. Nell’ordine, sono state colpite Valle Pera, Quattropani, San Calogero, Varesana, Serra e, appunto, Lami e Pirrera, spaventando abitanti del luogo e villeggianti.

Finora, sono andati distrutti 12 ettari di macchia mediterranea. Si sospetta la natura dolosa del fenomeno che si verifica ormai con una certa regolarità, in questo periodo dell’anno. I carabinieri indagano mentre un componente della squadra antincendio della forestale è rimasto intossicato ed è finito al pronto soccorso. «Anche noi pensiamo sia doloso – conferma Magda Ziino – qui alle isole, agosto e settembre sono diventati i mesi degli incendi e il bello è che non trovano mai i colpevoli. È uno schifo e quest’anno è stato colpito Monte Pilato dove avevamo noi la proprietà. Ora la nostra casa è da ricostruire, già c’è stato un piccolo crollo».

Oltre al danno la beffa, insomma. Anzi, le beffe. Perché sembra che a distruggere la villetta del padre, più che il rogo, sia stata l’acqua salata lanciata dai canadair. Il 66enne, la moglie e le due figlie, che da tempo non vivono più con i genitori, non erano presenti quando le fiamme hanno iniziato a propagarsi: «Abitiamo a Canneto. Quella era una casa di campagna con tutti i terreni coltivati intorno. Mio padre ha perso il lavoro di 40 anni perché quello che non ha bruciato il fuoco lo seccherà l’acqua di mare portata dai canadair».

L’incendio è cominciato martedì verso le 11.40, all’altezza del chilometro 1,9 della strada provinciale per Lami. Poi è ripreso nel pomeriggio ed è stato allora che si è bruciata l’abitazione: «È cominciato dal bosco vicino alla strada provinciale per l’abitato di Lami – dice la donna – in dieci minuti si è propagato verso la casa, ma i vigili del fuoco l’hanno tenuto a bada. Quando mio padre è andato via, alle 14.30, era tutto tranquillo. Poi i canadair hanno fatto il resto. Hanno fatto lanci fino alle 15.30. Noi siamo tornati alle 16.30 sul posto e abbiamo trovato la forestale che guardava da lontano la nostra casa che bruciava. Non hanno nemmeno avuto la delicatezza di avvisare. Hanno però contattato i vigili del fuoco».

Una proprietà che gli Ziino si tramandano da tre generazioni. Circa quattromila metri quadrati, compresa l’abitazione, di 70: «Era di mio nonno paterno – conclude – mio padre l’ha ereditata e la curava fino a ieri. Ora sarà dura ripartire da zero. Usavamo i prodotti dell’orto per noi. Aveva vigneti, alberi da frutto, ortaggi, capperi; fichi. Insomma, di tutto».


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