Un «
sistema criminale» milionario messo in piedi dagli ultimi padroni del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti in Sicilia. Il nome di punta dell’inchiesta Mazzetta sicula è quello dell’imprenditore Antonino Leonardi – finito in carcere – da tutti conosciuto come Antonello. Insieme al fratello Salvatore, ai domiciliari, era al vertice di un’associazione a delinquere specializzata nell’illecita gestione dei rifiuti nella megadiscarica di contrada Grotte San Giorgio, nel territorio di Lentini, in provincia di Siracusa. Impianto gestito dalla società Sicula Trasporti.
Una sorta di
bomba ecologica «con danni ambientali non quantificabili», secondo il procuratore capo Carmelo Zuccaro. Anche perché in quelle colline tra i territori di Catania e Lentini finiscono i rifiuti di circa duecento Comuni. Affari da capogiro che rendono l’impianto della famiglia Leonardi il più grande dell’isola, recentemente al centro di un braccio di ferro con la Regione Siciliana per ottenere l’ampliamento delle vasche perché ormai quasi sature.
«I rifiuti non venivano trattati come previsto – spiega il procuratore Zuccaro in conferenza stampa – causando danni ambientali particolarmente elevati». Coinvolti nell’indagine, coordinata dalla procura di Catania e affidata alla guardia di finanza etnea, anche due pubblici funzionari: si tratta di Vincenzo Liuzzo, dirigente Arpa di Siracusa, e Salvatore Pecora, impiegato del libero consorzio di Siracusa e addetto al controllo sulla gestione dei rifiuti.
L’attenzione degli investigatori sull’impianto dei Leonardi si era già accesa a febbraio dell’anno scorso, quando il gruppo interforze della
Dia aveva fatto accesso, su disposizione della prefettura, all’impianto portando via parecchi documenti. Durante le perquisizioni di oggi i militari della guardia di finanza hanno trovato, sotterrati nell’area della discarica di Lentini, diversi bidoni con dentro circa un milione di euro in contanti. Il sistema criminale si sarebbe basato su due pilastri: tangenti per ottenere le autorizzazioni amministrative e fasulle attestazioni sulle quantità di rifiuti trattati nell’impianto di compostaggio interno. Il percolato liquido, destinato ad essere raccolto in appositi silos, finiva invece sversato nel suolo e nelle acque circostanti. Tra i rifiuti non trattati ci sono anche frigoriferi, rifiuti sanitari e copertoni. «Le autorizzazioni per l’ampliamento della discarica non fanno parte di questa inchiesta ma sono sullo sfondo – precisa il procuratore Zuccaro – anche perché parliamo di imprenditori con una grossa disponibilità economica».
Gli imprenditori avrebbero agito pure
all’ombra del clan Nardo, storica formazione mafiosa alleata alla famiglia mafiosa di Cosa nostra Santapaola-Ercolano di Catania. Dentro una cella del penitenziario di Bicocca è finito Filadelfo Amarindo, dipendente della Sicula Trasporti. Tra gli imprenditori Leonardi e la cosca ci sarebbe stato «una compiacente relazione finanziaria». Antonello Leonardi durante le festività avrebbe fatto pervenire a due storici boss, Angelo Randazzo e Alfio Sambasile, cinquemila euro in contanti. Il tramite sarebbe stato proprio il dipendente della Sicula Trasporti. Una sorta di anello di congiunzione tra mafia e colletti bianchi. In un’occasione, quando c’era da assegnare il chiosco all’interno dello stadio della Sicula Leonzio – in mano a Giuseppe Leonardi, figlio di Antonello – Amarindo avrebbe fatto da postino per conto dell’imprenditore nei confronti dei boss. L’attività non sarebbe stata assegnata agli uomini del clan, in cambio i Nardo sarebbero stati ripagati con regalie varie.
La procura ha ottenuto anche un
sequestro preventivo, con la nomina di tre amministratori giudiziari, per un valore complessivo di circa 110 milioni di euro. Oltre alla Sicula Trasporti – fatturato annuo di cento milioni di euro e 120 dipendenti – sigilli per la Sicula Compost, specializzata nella produzione di fertilizzanti agricoli e trasformazione di scarti, Gesac, che si occupa di estrazione di pomice e altri materiali pietrosi. Ulteriore misura, per un valore di sei milioni di euro riguarda Antonello e Salvatore Leonardi e il funzionario Arpa Liuzzo. Tra gli indagati, sottoposti all’obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria, Francesco Nicotra e Francesco Zappalà. Il primo responsabile dell’impianto di compostaggio il secondo vertice dell’impianto di trattamento meccanico biologico. Non destinataria del sequestro la Edile Sud di Scordia ma sono indagati gli amministratori Francesco e Nicola Guercio.
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