L’impegno di Ruggirello per la mutua del dentista mafioso «All’Asp gli ho detto che è mio cugino a fare questa cosa»

«Non so se hai mai sentito parlare di Paolo Ruggirello». L’ex deputato regionale, già definito «il ponte per fare entrare la criminalità mafiosa dentro le istituzioni» nell’ambito dell’operazione antimafia Scrigno, torna a fare parlare di sé. A farlo è Mariano Asaro, il dentista della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo. Entrambi sono finiti indagati oggi, insieme ad altre quattro persone. 

Il politico, eletto nel 2012 all’Assemblea regionale siciliana con la lista Nello Musumeci presidente e transitato prima nel movimento Articolo 4 e poi nel Partito democratico, anche in questo caso avrebbe fatto tramite anche in virtù degli «strettissimi rapporti» con Carmelo Salerno. Titolare di un ortofrutta e considerato il capomafia di Paceco, è con lui che il 25 agosto del 2018 Ruggirello va in macchina a casa di Mariano Asaro. Il piano in cui tutti sarebbero stati impegnati è costituire una società per gestire uno studio ambulatoriale odontoiatrico a Paceco. Al dentista servono un medico a cui intestare le quote della società e un canale preferenziale per il rilascio della convenzione con la cassa mutua.

Ed è in questa seconda missione che sarebbe entrato in gioco l’ex deputato regionale attivandosi con i vertici dell’Asp di Trapani per ottenere la convenzione e le autorizzazioni sanitarie. «Quelli che mi stanno favorendo per la mutua – spiega Asaro parlando con due medici palermitani che sta sondando per capire se possano fare da prestanome – perché mica è facile averla […] Il presidente dell’Asp di qua è castellammarese, è un ex compagno mio di scuola perciò non è che ci sono problemi». Nel dialogo intercettato il 30 settembre del 2018 Asaro chiarisce anche le altre entrature. «A Palermo abbiamo un onorevole di qua che ci pensa lui. Non so se ne hai sentito parlare, Paolo Ruggirello che era onorevole alla Regione, era al reparto sanità. Se la fotte lui come farmela firmare. Vuole i voti. E se vuole i voti deve dare, altrimenti». Vincoli, creati durante le elezioni e sedimentati nel corso di almeno un decennio, che si protraggono anche oltre la tornata elettorale, in un momento in cui Ruggirello, non essendo stato rieletto, non ricopre nessuna carica politica.

«Com’è Paolo mio, com’è finito il dottore?», chiede Salerno rivolgendosi a Ruggirello in modo più che confidenziale. Il politico non si mostra impreparato: si è attivato con l’Asp e, nell’attesa di sapere il nome del medico a cui intestare fittiziamente la struttura sanitaria, avrebbe risposto: «È una cosa mia, di mio cugino». La preoccupazione, però, è che dall’azienda sanitaria qualcuno possa chiedergli il nome di questo cugino. «E se ora mi chiede come si chiama? Speriamo che non mi domanda. È tuo cugino e non sai come si chiama?». In effetti, sarebbe incredibile. Asaro però, eventualmente, ha già la soluzione pronta: «Gli dici – afferma rivolgendosi a Salerno – che noi vogliamo la disponibilità, il nome glielo facciamo avere. Gli dice “figlio di secondo cugino”». 

È nel negozio di ortofrutta di Salerno che, il 15 dicembre del 2018, si incontrano e si salutano affettuosamente Asaro e Ruggirello. «Onorevole, perciò, come siamo combinati?». Il politico fa subito il nome del suo aggancio, il dirigente dell’Asp di Trapani Francesco Di Gregorio (non indagato). «Allora, quando ci ho parlato, gli ho detto che ho un mio cugino che vuole avviare questa cosa». Nella stessa conversazione Ruggirello si dichiara anche disponibile ad accompagnare personalmente l’odontoiatra nell’ufficio del dirigente dell’azienda sanitaria trapanese. Mentre continuano le ricerche della testa di legno, Asaro chiede ulteriori rassicurazioni a Salerno: «Dimmi una cosa, a proposito tu Paolo Ruggirello l’hai sentito?» e il fruttivendolo lo rassicura ridendo: «Tutto sotto stretto controllo». Qualcosa però, il 5 marzo del 2019, sfugge al loro controllo. «Eh, ora vediamo – dice Asaro mentre con un parente parla preoccupato della cassa mutua – perché a Ruggirello lo hanno arrestato, ci stava cummattennu tutte cose». A scombinare i piani è arrivato il blitz Scrigno.


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