È partito da Messina lo scorso 18 ottobre un camper che percorrerà la Sicilia in dieci giorni, attraversando le sue nove province. Un progetto messo in atto da Maria Andaloro, ideatrice della campagna di sensibilizzazione Posto occupato; e Serena Maiorana, autrice del libro Quello che resta dedicato alla vita di Stefania Noce. La ragazza uccisa a 24 anni il 27 dicembre del 2011 dal suo ex fidanzato Loris Gagliano, condannato ad aprile 2013 all’ergastolo, con una sentenza diventata definitiva a novembre 2014 e che parla chiaramente di femminicidio. Il tour, dal titolo Franca e le altre, toccherà scuole e piazze con l’intenzione di divulgare informazioni e sensibilizzare attorno al tema della violenza nei confronti delle donne. Con una tappa anche a Licodia Eubea, nella piazza che di Stefania Noce porta il nome.
Nel lavoro delle attiviste, un ruolo avrà anche un questionario fatto compilare con lo scopo di tendere la mano e far emergere ciò che spesso rimane inabissato nella propria solitudine. Il titolo del progetto è dedicato a Franca Viola, prima donna che, nel 1967, si rifiutò di contrarre il matrimonio riparatore. Ma anche a tutte le altre donne che si sono ribellate alla violenza e alla limitazione della propria autodeterminazione. «Non riusciremo ad essere presenti in tutti i 390 Comuni siciliani – afferma Maria Andaloro – ma tenteremo di fare del nostro meglio per raggiungere quante più persone possibili, fermandoci nei loro luoghi per conoscere e parlare, ma soprattutto per ascoltare. Attraverso la distribuzione di materiale informativo, tenteremo inoltre di fornire strumenti utili al contrasto alla violenza, come l’esistenza del numero nazionale 1522 o la possibilità del gratuito patrocinio legale, entrambi troppo spesso sconosciuti o sottovalutati».
Sono cinque le donne uccise nel solo mese di ottobre in Italia, 89 dall’inizio dell’anno, un’emergenza che necessita di interventi che incidano nella formazione culturale degli individui, delle ragazze e dei ragazzi. Un processo fatto di approfondimento e memoria, come quella che portano avanti i componenti dell’associazione Sen, nata in memoria della studentessa licodiese, nota anche per il suo attivismo femminista. Erano loro, in piazza Stefania Noce, ad attendere il camper. «La scelta di piazza Stefania Noce, mi sembrava doverosa – dice Serena Maiorana – Con Maria sin dal principio dell’iniziativa abbiamo fatto il possibile per riuscire a conciliare il programma serrato delle tappe già previste con il passaggio da un luogo e una comunità alla quale sono legatissima».
Nel libro che ha scritto, edito dalla Villaggio maori edizioni, «quasi un intero capitolo è legato alla realizzazione di quella piazza – prosegue – e scegliere di essere lì con Franca e le altre è un gesto più che simbolico. Un ritrovarsi ancora una volta, per sottolineare che quello che resta è uno sforzo necessario da fare insieme, per lavorare sulla responsabilità civile che ciascuno di noi ha rispetto alla violenza e alla discriminazione, perché la consapevolezza è la prima arma di difesa».
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