Liceo linguistico “Ninni Cassarà” di Palermo: la Regione butta in mezzo alla strada i docenti precari storici?

dai docenti precari IPCL
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Lettera aperta al presidente Rosario Crocetta

Caro presidente, con la presente, invochiamo urgentemente il suo diretto intervento in merito alla grave vicenda di seguito descritta.

La storia comincia il 25 Luglio 2013 con una deliberazione del commissario provinciale Domenico Tucci che prevede la statalizzazione dell’Istituto Provinciale di Cultura e Lingue “Ninni Cassarà” e il conseguente licenziamento dei docenti precari storici. La FP CGIL chiede un’audizione urgente alla V Commissione dell’Ars. La richiesta viene presto accolta e il 31 Luglio dalle 11.20 alle 14.20 si svolge una seduta intensa

Rosario Crocetta, foto di Gabriele Bonafede

durante la quale il commissario Tucci si dichiara costretto a portare a termine, sia pure a malincuore, l’iter di statalizzazione, sostenendo che la Provincia non dispone più delle risorse economiche necessarie a finanziare l’istituto.

Tutti i membri della Commissione, all’unanimità, dichiarano la ferma volontà di trovare al più presto possibile i fondi necessari a bloccare almeno per quest’anno scolastico il processo di statizzazione per garantire il diritto allo studio e il diritto al lavoro. E così, nel corso dell’intera audizione, piovono parole di buona politica a sostegno di questa soluzione: “Gli enti devono agire in sinergia al fine di elaborare le risposte più adeguate possibile alle esigenze della comunità”, “è importante garantire la continuità didattica”, “è necessario tutelare sia i lavoratori a tempo determinato, sia quelli a tempo indeterminato”, “la politica ha il dovere di trovare soluzioni alle problematiche”.

Il commissario Tucci quindi afferma con convinzione di essere pronto a revocare la convenzione con il MIUR, qualora la Regione fornisse immediata liquidità per l’istituto in questione. La seduta si chiude con l’impegno appassionato di affrettarsi a individuare nelle ore successive risorse economiche per le scuole di tutte le province e con l’invito al commissario di allentare la convenzione di statizzazione in attesa di uno stanziamento risolutivo di fondi per le province.

In effetti il 5 Agosto la stampa pubblica il seguente comunicato ufficiale del vicepresidente vicario della commissione Bilancio all’Ars, Vincenzo Vinciullo: “In arrivo 34 milioni di euro per le ex Province regionali siciliane. Li ha stanziati il direttore del dipartimento Autonomie locali che ha firmato questa mattina il provvedimento. Queste risorse, in alcuni casi, come a Siracusa, serviranno per il pagamento del personale che non ha ancora ricevuto lo stipendio del mese di luglio. Per quanto attiene, invece, altre Province, i fondi serviranno a consentire, ad esempio, l’avvio delle scuole di competenza”.

I docenti esultano; per quest’anno sono salvi, dopo 20 anni di servizio precario, almeno per i prossimi 12 mesi non hanno perso il lavoro. La FP CGIL manda subito una richiesta di revoca della convenzione al commissario, certa che questi manterrà la promessa fatta. Da questo momento in poi accadono cose strane, inizia il mistero: circola l’informazione secondo la quale dal 30 Luglio l’iter di statalizzazione, invece di essere allentato, è stato accelerato (!); non arriva riscontro alcuno alla richiesta di revoca della convenzione con il Miur promessa dal commissario in sede di audizione con la V Commissione legislativ dell’Ars; i docenti cominciano a insospettirsi e mercoledì, 07.08 mandano i propri rappresentanti a Palazzo Comitini, dove però durante l’intera mattinata non vengono ricevuti da nessuno; solo verso ora di pranzo un dirigente decide di incontrarli, ma si fa latore di cattive notizie: i milioni stanziati in data 5.08 con D.D.G.N. 205 non saranno destinati alla proroga dei contratti dei docenti precari, non sono sufficienti e anche se lo fossero, non essendo essi vincolati, non sarebbero investiti a tal scopo; la Rsu Cgil fa sapere che, in base ad un preciso e obiettivo calcolo matematico (parliamo di dati “empirici”), in realtà, per la proroga dei contratti servono appena appena 2 milioni , di meno sì, di più no.

Niente, la risposta è sempre la stessa: “La statalizzazione è ineluttabile (e, sottinteso, il vostro licenziamento pure)”. I docenti restano attoniti, non capiscono il perché di tanto accanimento; in serata la stampa pubblica un altro rincuorante annuncio, questa volta da parte dell’assessore Patrizia Valenti in persona: “Una boccata d’ossigeno per permettere alle Province siciliane, alcune ormai alla canna del gas, di fronteggiare le emergenze finanziarie. Governo e Ars sono al lavoro in queste ore, per spostare nuove risorse, entro domani, alle Province, dalle quali arrivano quotidiane grida di dolore. L’assessore Patrizia Valenti, che ha già sbloccato 34 milioni nei giorni scorsi, annuncia: “A quelle somme si aggiungono altri 10 milioni, già previsti, che saranno sbloccati tra oggi e domani. E in più, aggiungeremo 5 milioni, che originariamente erano destinati a un fondo per gli enti locali a rischio dissesto. Per questo spostamento sarà necessario un breve passaggio d’Aula, che dovrebbe avvenire domani”.

Le emergenze da fronteggiare sono diverse. Una, delicatissima, che non permette rinvii, è quella dell’apertura a settembre dell’anno scolastico per gli istituti che fanno capo alle Province. “Stiamo assicurando un plafond di risorse in modo che i commissari possano garantire l’inizio dell’anno scolastico”; l’indomani, giovedì 08.08 sia docenti precari che di ruolo decidono di presentarsi a Palazzo Comitini con la copia di questo articolo e così, dopo un’intera mattinata di proteste e sit in, vengono ricevuti dal dirigente Giuseppe La Manno, il quale, smentendo le parole pronunciate dall’assessore Patrizia Valenti, afferma che il decreto non è ancora arrivato e che i soldi non sono a una destinazione vincolata; scoraggiati, annientati dal caldo e dalla stanchezza, ma sempre tenaci i docenti chiedono col pugno fermo di essere ascoltati dal commissario.

Dopo pochi minuti questi fa sapere di essere disposto ad incontrare solo una rappresentanza. Entrano tre docenti una di ruolo, due precarie. Vengono mostrate al commissario le copie dei giornali che riportano l’annuncio dell’assessore Valenti; il commissario legge l’articolo e promette che telefonerà all’assessore per chiarire se è vero che esistono questi soldi, e in caso di risposta positiva, è disposto a revocare la convenzione al fine di garantire tutti i docenti.

È possibile che Provincia e Regione non comunichino di fronte allo stanziamento di milioni e milioni di euro, con il risultato di lasciare in balìa del caso il destino di un centinaio di lavoratori?

Ci sentiamo vittime di giochi poco chiari e dannosi. La Regione dice di aver fatto tutto per noi con lo stanziamento dei suddetti milioni e che ora il nostro destino dipende dalla volontà della Provincia. Quest’ultima afferma esattamente il contrario, cioè che invece è la Regione a non aiutarci e che è contro questa che dovremmo protestare. Insomma due mondi paralleli che non sanno/vogliono comunicare. La questione dei fondi resta un mistero… A questo se ne aggiunge un altro: “A che gioco giochiamo?”.

Caro presidente, tutti noi eravamo e vorremmo continuare ad essere fiduciosi che le Sue parole pronunciate all’atto del Suo insediamento: “Non faremo macelleria sociale”, siano una promessa che Lei saprà mantenere.

I sentimenti più ricorrenti in questi lunghissimi giorni di battaglie sono stati “scoraggiamento”, “sfiducia nella politica”, “senso di abbandono” rispetto a proclami sulla stampa su soluzioni che fino ad ora si sono trasformate in un sostanziale nulla di fatto. Da lei ci aspettiamo un’azione immediata e coerente con la Sua storia politica.

 

Nota margine

Questo giornale, lo scorso aprile, in occasione dell’esame e dell’approvazione, da parte dell’Ars, di Bilancio e Finanziaria, ha scritto a chiare lettere che la Regione siciliana non avrebbe retto al taglio secco di 800 milioni di euro. Ipotizzavamo – e non ci sbagliavamo – che questo taglio, che peraltro Roma ha incrementato, portandolo a 914 milioni di euro, come ha certificato la Corte dei Conti, avrebbe creato danni enormi alle categorie più esposte.

Infatti, sono saltati i fondi a Enti, Associazioni e Fondazioni culturali e, con una manovra indiretta, licenzieranno i docenti delle scuole provinciali. Sono stati prorogati fino a dicembre i contratti dei precari degli enti locali. Ma il prossimo anno ci vorranno 250 milioni di euro per la proroga annuale. E questi soldi non ci saranno, anche perché dubitiamo che, il prossimo anno, la Regione siciliana possa approvare un bilancio, anche lala luce dei residui attivi (entrare fittizie se non false) lasciate senza la copertura di un fondi di garanzia.

La responsabilità di quanto sta avvenendo è del Governo nazionale e del Governo regionale. Da mesi scriviamo che il nostro Paese non è in grado di sopportare il Fiscal Compact. Ora che Roma si è preso 914 milioni di euro dal Bilancio 2013 della regione qualcuno lo sta cominciando a capire.

Egregi docenti, il vostro, vero interlocutore non è l’assessore regionale Patrizia Valenti: i vostri interlocutori sono il presidente Crocetta e, soprattutto, l’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi. E’ a lui che vi dovete rivolgere per provare a capire quello che sta succedendo. Perché è lui che, dal Governo della Regione, con la connivenza del presidente Crocetta, fa da ‘sponda’ a Roma.

la redazione

 


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