Librino, il centro Talità kum chiede aiuto «Servono volontari per i nostri bambini»

«Abbiamo bisogno di un aiuto per l’attività di doposcuola a servizio dei tanti bambini che hanno solo il nostro centro come punto di riferimento», scrive la responsabile del centro Talità KumGiuliana Gianino, in un appello che sta facendo circolare in rete. Dal 1 marzo l’associazione che opera nel difficile quartiere di Librino non ha più il servizio civile. Il bando a livello nazionale nel 2012 è saltato e nel 2011 il servizio è partito con molti mesi di ritardo (a marzo 2012), a causa dei tagli approvati dal governo Berlusconi. A fine aprile si saprà se per il prossimo anno al Talità Kum e agli altri progetti verrà assegnato il servizio civile, «ma anche qualora avessimo una risposta positiva, comunque passeranno molti mesi», aggiunge Gianino, che però sottolinea: «Non rischiamo certo di chiudere, ma con l’aiuto di altri il nostro impegno può crescere di più».

Il centro, aperto sia di mattina che di pomeriggio, conta circa 120 iscritti ed è ormai il punto di riferimento per tanti minori e famiglie del quartiere, che trovano nella colorata sede di viale Moncada 2 vari servizi. Dall’asilo nido per i bambini dai zero ai tre anni al gruppo degli adolescenti, dai laboratori sportivi e creativi all’orto didattico e all’animazione di strada, per citarne solo alcuni. A portare avanti le attività sono gli operatori ed educatori, che ne garantiscono la continuità, e i volontari. «Pur essendo tanti, siamo pochi per la richiesta che riceviamo dal quartiere e le tante cose che vorremmo realizzare», spiega la responsabile.

Il servizio in cui hanno bisogno di rafforzare la presenza di volontari è il doposcuola. «I nostri bambini – dice Gianino – soprattutto per le attività di sostegno scolastico, avrebbero bisogno di un rapporto quasi uno ad uno, impossibile da realizzare essendo tanti,  per cui i volontari sono sempre pochi». Ci sono bambini con situazioni familiari difficili che hanno particolarmente bisogno di essere seguiti. «Alcuni, pur essendo in seconda elementare, non sanno ancora leggere», racconta la responsabile del centro. E per loro non può fare tutto la scuola. «In questi anni abbiamo potuto realizzare con molte insegnanti un buon lavoro di rete, abbiamo trovato molta professionalità e passione – dice – ma spesso si trovano in classe con un numero di bambini elevato e con un insieme di problematiche soggettive difficilmente gestibili tutte insieme. Per cui – aggiunge – quando i bambini non riescono ad avere in casa serenità o qualcuno che possa seguirli, è difficile che superino da soli certe lacune. Molti di loro avrebbero bisogno di una didattica individualizzata che ci rendiamo conto un’insegnante non può portare avanti da sola».

Il servizio di doposcuola del Talità Kum si svolge dal lunedì al venerdì, dalle 16 alle 19, e la disponibilità richiesta dal centro può essere anche di un giorno a settimana o ogni due settimane. In cambio si avrà la ricchezza che solo il volontariato può dare: «I volontari presenti vengono non solo per senso di responsabilità, ma perchè ricevono più di quanto donano e tornano a casa pronti ad affrontare con più passione la quotidianità. È un’esperienza che arricchisce prima di tutto la propria vita, non solo quella degli altri», dice Gianino. Il requisito fondamentale per i volontari è la voglia d’incontrare e accogliere i ragazzi.  «Bisogna credere certamente nell’educazione e credere che l‘educazione è cosa di cuore – spiega la responsabile – I nostri bambini sono poi molto accoglienti e basta mettere piede al Talità Kum che saranno loro a prendervi per mano», assicura.

 

[Foto di Talità Kum e StraLudobus]


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Dall'uno marzo l'associazione di promozione sociale che accoglie circa 60 bambini al giorno in viale Moncada 2 non ha più il servizio civile e anche i volontari sono diminuiti. La responsabile Giuliana Gianino lancia un appello per cercare persone disponibili a dare una mano per l'attività di doposcuola. «Non rischiamo certo di chiudere, ma con l'aiuto di altri il nostro impegno può crescere di più», spiega

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