Dopo la cattura del padre, Giovanni Arena, latitante dal 1993, le manette sono scattate anche per le due figlie, accusate di detenzione di armi e munizioni comuni e da guerra, ricettazione e detenzione di stupefacenti. Materiale trovato dagli agenti della squadra mobile etnea nel corso di una perquisizione nel loro appartamento
Librino, arrestate Agata e Lidia Arena Le uniche figlie del boss ancora in libertà
Quattro arresti in quattro mesi. Tanto è servito alla squadra mobile e alla procura etnee per decapitare definitivamente la forza degli Arena, una delle famiglie mafiose più influenti di Catania. Dopo l’arresto a ottobre 2010 del boss dello spaccio al Palazzo di cemento, Giovanni Arena, e le manette al figlio Simone, lo scorso 8 febbraio, gli agenti hanno tratto in arresto anche le sorelle Agata e Lidia, le uniche due della famiglia ancora in libertà. L’accusa per loro è di detenzione di armi e munizioni comuni e da guerra, ricettazione e detenzione di stupefacenti. Questi arresti seguono quelli già eseguiti nei confronti di Loredana Agata Avitabile, moglie di Giovanni Arena, detenuta a Lecce, e degli altri loro figli: Maurizio, Agatino Assunto, Antonino, Alessio e Massimiliano, tutti catturati tra il 1999 e quest’estate.
Agata Arena, classe 1981, e la più piccola Lidia, classe 1986, entrambe residenti in viale Moncada, hanno ricevuto una perquisizione da parte della squadra mobile etnea con l’aiuto dell’unità cinofila. In un nascondiglio all’interno di un muro gli agenti hanno scoperto: una mitraglietta con munizioni e silenziatore artigianale, un fucile calibro 12, munizioni – anche per kalashnikov -, silenziatori, parti di varie armi e un giubbotto antiproiettile. E ancora più di un chilo di marijuana, diversi involucri con tracce di cocaina, tre bilancini di precisione e apparecchiature elettroniche per il rilevamento di micro-trasmettitori e disturbatori di frequenze radio.
La maggiore, Agata Arena, è stata arrestata alla fine della perquisizione, mentre le manette nei confronti della sorella Lidia sono scattate non appena la ragazza è stata rintracciata.