“Libertà di stampa”, la parola ai protagonisti

Sotto il palco della manifestazione del 3 ottobre indetta dalla Fnsi in difesa della libertà di stampa, insieme alla gente comune erano presenti anche tanti volti noti della politica, del giornalismo, dello spettacolo.

Personaggi del calibro di Andrea Rivera, Paolo Gentiloni, Gianni Minà, David Sassoli, Iain Macinnes di BBC Scotland, Alessandra Longo, Maurizio Mannoni, Furio Colombo e Claudio Fava hanno espresso le loro opinioni al microfono di Step1.

Secondo il giornalista Gianni Minà “siamo un paese vulnerabile. Oggi in piazza c’è l’Italia che credeva di aver conquistato la democrazia e che invece negli ultimi anni l’ha vista crollare. Siamo il Paese europeo più vulnerabile, che sta perdendo molte delle sue conquiste e molta della sua libertà. Dire che una manifestazione come questa non serve significa cercare di demolire l’ultima speranza di democrazia”.

“Sul palco canterò una canzone su La Russa” dice l’attore, cantante e comico Andrea Rivera. La prima strofa fa così: (alza il pugno). Partito Demo…che? Dario Frances..chi? Io sono rimasto a Berlinguer”.

Paolo Gentiloni, responsabile Comunicazione del Pd, crede che “fare il giornalista in Italia sta diventando sempre più difficile, perciò se chi decide di fare questo mestiere con la schiena dritta sente di avere il sostegno di buona parte dell’opinione pubblica si sente più forte. La risposta della piazza oggi mi sembra importantissima”.

La giornalista di Repubblica Alessandra Longo consiglia alla nuove leve del giornalismo di non arrendersi. “Il Tg1 oggi non ha neanche accennato a questa manifestazione. Chi non parla di deriva dell’informazione italiana fa un’analisi disonesta della situazione. E’ dovere dei giornalisti lavorare senza lasciarsi intimidire dalle pressioni del potere. Per le nuove leve l’imperativo è resistere!”.

Iain Macinnes, inviato di BBC Scotland, si interroga sulle preferenze politiche degli italiani. “Siamo qui perché la libertà di informazione è importante per tutte le democrazie, dovevamo venire a vedere come sarebbe andata oggi. Dal di fuori dei confini del vostro Paese, non capiamo perchè Berlusconi piaccia tanto agli italiani”.

Secondo il giornalista del TG3 Maurizio Mannoni “è evidente che il problema dell’informazione in Italia esiste e questa piazza è una bella risposta. Ma è solo una delle risposte possibili, ce ne vogliono anche altre. Siamo qui oggi come cittadini, prima ancora che come giornalisti”.

David Sassoli, giornalista ed eurodeputato del Pd, crede invece che il Paese non lasci i giornalisti da soli. Secondo lui “oggi in piazza c’è un’Italia che non vuole far sentire da soli i giornalisti. Dobbiamo far crescere una coscienza civile nel paese, la politica serve a questo”.

Netta la posizione di Furio Colombo, giornalista, scrittore e politico: “Si sta cercando di spaccare il Paese, indicando una parte degli italiani come anti-italiani e separando il nord dal sud. A questo si aggiunge la soppressione delle notizie. Manifestazioni come questa non sono mai inutili, il rapporto coi cittadini non è mai inutile in democrazia. Il comportamento del Partito Democratico? Incomprensibile”.

Infine, secondo il giornalista e politico siciliano Claudio Fava “in piazza c’è un’Italia affezionata alla propria libertà e orfana di buon giornalismo. Manifestazioni come quella di oggi servono a fare le domande giuste, ma la risposta deve venire dall istituzioni, dagli stessi giornalisti italiani che non sono abitanti di un altro pianeta”.


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