«Vacanze prudenti». È così che la presidente delle guide turistiche etnee Giusy Belfiore ha definito, usando un eufemismo, quelle che vedono come meta della stagione estiva Catania e la sua provincia. Da oggi anche la Sicilia si colora di giallo, in ritardo rispetto a quasi tutte le altre Regioni italiane. «La maggior parte dei turisti ha reagito come di fronte a un semaforo: con l’arancione si è bloccata e ha rinviato la partenza», commenta Belfiore a MeridioNews. «Il telefono continua a squillare ma è soprattutto per rimandare mese per mese e riprogrammare tutto a partire da settembre, con una tendenza a spostare sempre il più avanti possibile. Qualche prenotazione arriva – aggiunge – ma è con il contagocce. Speriamo molto nelle prenotazioni last minute», ovvero quelle sotto data.
Al momento, il mese di maggio è praticamente tutto vuoto. «Qualcuno più ottimista aveva provato a prenotare per il ponte del 2 giugno ma – spiega la presidente – a un certo punto, data l’incertezza della situazione epidemiologica, ci ha ripensato e ha preferito rimandare». E sembrano lontani i tempi (l’estate del 2018) in cui Catania aveva smesso di essere soltanto la città dell’aeroporto. «Siamo tornati al periodo precedente: i pochi viaggiatori passano da qui solo per mezza giornata». A causa delle restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19, la città del Liotru ha smarrito anche la formula giusta per essere attrattiva per i cosiddetti «turisti dalle lingue sconosciute». Non solo anglofoni e tedeschi, ma anche visitatori che arrivavano dall’Ucraina, dalla Turchia, da Israele e dalla Russia che, negli ultimi anni, avevano fatto registrare un importante aumento. «Al momento, di questi – ammette Belfiore con un filo di sconforto – non si hanno più notizie». E le conseguenze si riflettono soprattutto sull’aspetto economico per tutto il settore turistico, dall’alberghiero alla ristorazione.
«Più che altro – continua Belfiore – siamo diventati una meta esotica per chi vuole evadere dal quotidiano, un luogo in cui trovare riposo e distacco dalla vita ordinaria che è diventata claustrofobica». È per questo, probabilmente, che hanno funzionato gli itinerari con scoperte di piccoli borghi e che molte ville di lusso nascoste ai piedi dell’Etna sono state piene. Non tanto e non solo con la formula del turismo di prossimità. «Nelle nostre zone, purtroppo – fa presente la presidente delle guide turistiche – non ha avuto i riscontri sperati». Durante il 2020, che dalla categoria è stato definito un anno sabbatico obbligato del turismo, «la stagione estiva e fino a ottobre (ovviamente nei periodi in cui era consentito spostarsi da una Regione all’altra) ha registrato gli arrivi di visitatori provenienti per lo più dalle Marche, dal Veneto, dalla Lombardia e dalla Puglia affascinati, in particolare, dal giro di Sicilia, delle Isole e dal percorso di Montalbano».
Adesso, il momento della ripartenza potrebbe essere arrivato. «Ma, nei fatti – puntualizza Belfiore – non si può ancora dire: siamo e restiamo in attesa». Intanto, qualche prenotazione comincia a spuntare sulle agende delle guide turistiche etnee. «Sono soprattutto di americani e tedeschi che arriverebbero (il condizionale è d’obbligo) tra settembre e ottobre. Un tipo di turista – precisa – che è sempre stato un po’ fuori stagione per questioni sia climatiche che economiche. Quello che, anche per quest’anno, è molto scivolato – aggiunge la presidente – è il classico turismo sole-mare perché chi parte adesso dall’estero è soprattutto il viaggiatore che aveva già comprato il pacchetto prima dell’arrivo del nuovo coronavirus e che, non ricevendo il rimborso, lo ha rimandato e rimodulato».
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