Quattro augustane hanno scritto alla consigliera regionale di parità - che ha già risposto - dopo avere assistito al Consiglio in cui Di Pietro ha declinato al femminile il nome di un consigliere. «Non volevamo restare spettatrici silenti», raccontano a MeridioNews. Guarda il video
«Lei mi chiama sindaca? Allora io la chiamerò Giancarla» Prima cittadina contro il consigliere, ma le donne insorgono
«Allora io la chiamo Giancarla. Ho deciso di chiamarla Giancarla». È la sindaca di Augusta Cettina Di Pietro dalla sua poltrona dell’aula consiliare a rivolgersi stizzita al consigliere di Leu Giancarlo Triberio. «La prima cittadina ha interrotto il mio intervento, durante la seduta del Consiglio comunale dello scorso 4 dicembre, dicendo che non l’avrei dovuta chiamare sindaca – spiega Triberio a MeridioNews – Di fronte alla mia resistenza, ha esordito declinando il mio nome al femminile come fosse una cosa sminuente». La questione di genere ha oltrepassato i confini dell’aula consiliare. Quattro cittadine augustane hanno scritto alla consigliera regionale di parità Margherita Ferro (rappresentante dell’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro) per informarla di quanto accaduto e chiedere un intervento. La risposta sul «richiamo sull’utilizzo del linguaggio di genere nei luoghi istituzionali» non ha tardato ad arrivare.
«Siamo deluse, amareggiate e basite – hanno messo nero su bianco Francesca Di Grande, Maria Leonardi, Francesca Marcellino e Paola Perata – perché qualcuno nella posizione di massimo potere amministrativo esplicita un comportamento discriminatorio scagliando come una freccia il nome femminilizzato del consigliere di opposizione». Una condotta che per la quattro cittadine «è discriminatoria in quanto fa passare il messaggio che la declinazione femminile sia un disvalore. Un fatto reso ancora più grave – aggiungono – perché accaduto nel consesso di massima espressione della democrazia cittadina».
Dopo avere assistito alla diretta streaming della seduta del Consiglio comunale, «ci siamo profondamente vergognate – racconta Francesca Di Grande a MeridioNews – e abbiamo deciso che non potevano e non volevamo restare spettatrici silenti di quanto accaduto». Una dipendente, un’avvocata, una dentista e una casalinga hanno fatto appello alla consigliera regionale di parità. «Siamo amiche e libere cittadine, non facciamo politica di bandiera – ci tiene a precisare – ma partecipiamo alla vita della nostra città».
La risposta della consigliera Ferro, indirizzata alla sindaca, alla presidente del Consiglio comunale Sarah Marturana e alla quattro cittadine augustane firmatarie dell’appello, è arrivata in tempi rapidi. «La lingua italiana, come lei sa bene – scrive riferendosi alla prima cittadina – prevede la declinazione al maschile e femminile e volere negare la declinazione femminile, soprattutto quando sono le donne ai vertici delle istituzioni o comunque hanno ruoli di primo piano, vuole dire escludere e oscurare il genere femminile da carriere e professioni».
Stereotipi di genere nel linguaggio che discriminano le donne, che tentano in qualche modo di escluderle. «A fronte di una ascesa in ruoli, carriere, professioni e visibilità delle donne, ancora oggi assistiamo a resistenze nel riconoscere questi ruoli anche nel linguaggio, usando il maschile attribuendo una falsa neutralità». Un sorta di ancoraggio al passato, ai tempi in cui molte professioni erano precluse alle donne motivo per cui erano sempre declinate al maschile. «L’Accademia della Crusca ci ricorda che la declinazione femminile innovativa di molte professioni non solo è corretta dal punto di vista linguistico – puntualizza la consigliera – ma è lo specchio dei tempi a seguito del cambiamento della società».
«Non vi è dubbio che la parità passi anche attraverso il linguaggio», sottolinea la consigliera regionale dopo avere citato anche il Manifesto delle giornaliste e dei giornalisti per il rispetto e la parità di genere nell’informazione. «Mi auguro che per lei la declinazione al femminile di sindaco in sindaca non equivalga a una diminutio del suo ruolo. Da donna, oltre che come consigliera regionale di Parità, auspico – conclude Ferro rivolgendosi a Di Pietro – che lei rappresentante di una istituzione come il Comune di Augusta voglia contribuire a valorizzare le donne nel loro impegno quotidiano, nelle professioni e nella politica anche attraverso il linguaggio di genere».
MeridioNews ha provato a contattare la sindaca di Augusta Cettina Di Pietro senza, però, ottenere risposta.