Legge di stabilità: Monti tutela i ricchi e colpisce i redditi medi e i poveri

Incentivi al gioco d’azzardo. Tagli di 300 milioni di euro alle Università. Tagli alle scuole pubbliche pari a 47,5 milioni di euro. Un regalo di 223 milioni di euro alle scuole paritarie. Per la Tav Torino-Lione, contestata dagli abitanti delle zone che dovranno subirne gli effetti nefasti, 2 miliardi e 250 milioni di euro di stanziamento. Quindi una taglio di un miliardo di euro per la sanità pubblica a fronte di un ‘regalo’ pari a 52,5 milioni per i Policlinici gestiti direttamente da università non statali. Poi un bel ‘boccone’ di 12,5 milioni di euro per il Bambin Gesù di Roma e 5 milioni di euro alla Fondazione Gaslini di Genova. Per Comuni e Province, invece, tagli pari a 4,6 miliardi. Aumenta di un punto l’Iva per i beni di prima necessità (cioè per i normali cittadini e per la povera gente), mentre rimane invariata l’Iva per i beni di lusso! Salve le ‘pensioni d’oro della pubblica amministrazione. Colpo finale: secondo Federconsumatori, solo per aumenti di prezzi e tariffe ogni famiglia italiana, nel 2013, pagherà mille e 500 euro in più.

Ovviamente, di tutte queste ‘belle cose’ non vi ha parlato nessuno. Eppure si tratta di alcuni provvedimenti voluto dal capo del Governo, Mario Monti, e approvati dal Pd di Bersani, dal Pdl di Berlusconi e dall’Udc di Casini.

Ecco a voi, insomma, Legge di stabilità. Di che si tratta? Insieme alla legge di bilancio costituisce la manovra di finanza pubblica per il triennio di riferimento e rappresenta lo strumento principale di attuazione degli obiettivi programmatici definiti con la “Decisione di finanza pubblica”. Sostituisce la legge finanziaria e, rispetto a quest’ultima, prevede novità sia in ordine ai tempi di presentazione, sia in merito ai contenuti.

La legge di stabilità dovrebbe avere, almeno in teoria, un contenuto più snello rispetto a quello della vecchia legge finanziaria dal momento che restano escluse dal suo contenuto le norme a carattere “ordinamentale” o “organizzatorio”, le norme di delega, nonché quelle relative ad interventi di natura localistica o micro settoriale.

Proprio per rispettare la semplificazione normativa il governo Monti ha presentato una manovra con un solo articolo… salvo poi inserire in quell’unico articolo 554 commi (343 commi della numerazione principale, più altri 211 indicati come bis, ter, quater, e così via)! Un testo monstre «illeggibile», secondo le parole usate in passato dal presidente della Repubblica, Napolitano.

Come possa la Commissione Bilancio della Camera aver esaminato tale legge, poi, è un mistero. La bozza della norma, infatti, è stata consegnata alla Commissione alle 21,00 del 20 dicembre scorso. La conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha previsto che il Governo ponesse la “fiducia” alle 12,00 del giorno successivo e la votazione sul provvedimento alle 18 del giorno 21 dicembre. In altre parole, la Commissione ha avuto 15 ore per valutare i 554 commi, alcuni dei quali complessi e tali da necessitare un’attenta analisi per una legge che finirà inevitabilmente per influenzare la vita di tutti gli italiani e dalla quale dipende il futuro economico del nostro Paese.

“Purtroppo si è tutto accelerato”, ha commentato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. “Molte cose rimarranno fuori e le lasceremo in eredità per la prossima legislatura”.

Il risultato di una simile fretta è stato che, quando il Governo ha portato alla Camera la cosiddetta “Nota di aggiornamento al Bilancio 2013”, che serve a incamerare gli effetti della legge di stabilità nel Bilancio, è emersa la non corrispondenza dei dati riportati nei due documenti, che invece avrebbero dovuto essere sovrapponibili. Dopo un paio di ore il Governo ha “chiarito” che le medesime somme avevano avuto una classificazione contabile diversa nella tabella della Camera e in quella predisposta dalla Ragioneria generale dello Stato e portata dal Governo in Parlamento, con conseguente discrepanza di un paio di miliardi di euro sui relativi totali!

Il vice capogruppo del Pdl, Simone Baldelli, ha affermato che “il pasticcio lo ha fatto il Governo”. Infatti, poco dopo, il ministro Giarda ha affermato che si era trattato di una “riclassificazione mera di una voce di bilancio, ma non c’è stato nessun intervento sostanziale”. E ha chiesto scusa al Parlamento.

Sorvolando sugli errori (cosa che ormai sta diventando un’abitudine da quando il ministro della Giustizia del Governo ormai dimissionario, Paola Severino, all’osservazione che nella sua comunicazione mancava un immobile valutato più di una decina di milioni di euro, ha detto che si era trattato di una “svista” del suo commercialista), cosa contiene la legge appena approvata e come influirà sulla vita degli italiani? Da una prima analisi pare che la normativa appena approvata non abbia molto a che vedere con ciò di cui si è discusso negli ultimi mesi di governo per ciò che riguarda strumenti per reperire nuove risorse finanziarie per lo Stato. Ad esempio, è stato fatto dietrofront sul gioco d’azzardo: grazie alla cancellazione della proroga semestrale in materia di sale da gioco, prima bloccate dal ministero della Sanità, a gennaio saranno avviate le gare per l’apertura delle sale “live”. Anche le multe per la pubblicità che incita al gioco d’azzardo su spazi nei mezzi di comunicazione di massa verranno rinviate al 30 giugno.

Altra cattiva notizia per gli italiani, con riferimento alle risorse per l’Università: il fondo destinato al funzionamento degli Atenei è stato rifinanziato per 100 milioni. Ma siccome nei vari passaggi parlamentari ne aveva persi finora per strada 400, solo nel 2012 resta un saldo negativo di 300 milioni. La gravità del provvedimento è stata ammessa anche dal ministro Profumo: “L’allarme è molto forte, le Università non ce la possono fare, la metà saranno costrette a ridurre i servizi per gli studenti e la ricerca”.

Alle scuole pubbliche andranno 47,5 milioni in meno per il fondo per l’offerta formativa. In compenso alle scuole paritarie andranno 223 milioni di euro.

Nonostante i dubbi sulla funzionalità e le proteste, è previsto lo stanziamento di 2,25 miliardi in 15 anni per la Tav Torino-Lione.

Dopo la dichiarazione della necessità di aumentare la tassazione sulle spese sanitarie, alla sanità saranno effettuati tagli per 1 miliardo di euro che comporteranno la riduzione di spese per l’acquisto di beni, servizi e dispositivi medici. Al tempo stesso, però, è stato previsto uno stanziamento di 52,5 milioni per i Policlinici gestiti direttamente da università non statali, 12,5 milioni per il Bambin Gesù di Roma e 5 milioni alla Fondazione Gaslini. Inoltre nel 2013 saranno versati 500 mila euro a favore della Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt) e 500 mila euro alla Fondazione italiana onlus per sostenere l’attività di ricerca sul genoma del pancreas (perché a queste e non ad altre e perché non operare mediante bando? Forse che ci sono malattie di serie A e malattie di serie B?). Ovviamente a queste meritevoli Associazioni si sommano quelle che avrebbero dovuto essere chiuse con la Spending review del Presidente del Consiglio Monti e che poi, in deroga alla legge da lui stesso proposta, sono rimaste al loro posto e cofinanziate con fondi pubblici.

Sul fronte dei conti pubblici, saranno 6 i miliardi di euro in meno per gli enti locali, che beneficeranno, però, di uno “sconto” definito in extremis, pari a 1,4 miliardi, di cui 1,2 ai Comuni e 200 milioni alle Province, il cui riordino, dopo tutto il bailamme generato dall’annuncio della cancellazione del 50% di esse, è stato procrastinato di 12 mesi. In totale le amministrazioni locali quindi perderanno 4,6 miliardi di euro.

Per contro verranno attivate una serie di misure che faranno aumentare il livello di tassazione degli italiani (che, è bene ricordarlo, è tra i più alti al mondo).

Innanzitutto, aumenterà l’Iva sui beni di prima necessità. Dal prossimo luglio l’aliquota Iva aumenterà di 1 punto. Ma a crescere sarà solo l’Iva sui beni di prima necessità ovvero quelli di cui le famiglie italiane non possono fare a meno. L’Iva non cambierà invece per i beni di lusso.

Nella legge di stabilità ha fatto la sua comparsa anche la Tobin Tax, in vigore per le operazioni finanziarie con aliquote allo 0,1% e dello 0,2% . Il nuovo prelievo potrà arrivare fino a 200 euro. Restano Ivie e Ivafe. Le due imposte sugli immobili situati all’estero e sulle attività finanziarie detenute fuori dello Stato, introdotte dal decreto “Salva Italia”, si applicano a decorrere dal 2012, non più dal 2011 (e ciò nonostante i dubbi e le perplessità sul piano giuridico sulla correttezza dell’Ivie).

Grazie ad emendamento alla legge di stabilità 2013, da parte dei relatori, Giovanni Legnini (Pd) e Paolo Tancredi (Pdl) in Commissione Bilancio al Senato, è stata attuata una sorta di sanatoria per i vecchi debiti fiscali sotto i 2 mila euro.

Chi non ha pagato le tasse riceve una sanatoria, chi invece le ha sempre pagate le vede aumentate! È stata infatti prevista la creazione della Tares, la tassa sui rifiuti che verrà pagata in quattro rate e che certamente comporterà un aumento della tassazione dovendo coprire anche i costi di alcuni servizi (ma fino ad oggi le spese per questi servizi come erano state coperte?).

L’incasso derivante dall’Imu resterà ai Comuni, ma contrariamente a quanto previsto con la creazione stessa della tassa, quello derivante dai capannoni resterà nelle ‘casse’ dello Stato.

Ovviamente non poteva mancare un pensierino per alcune categorie particolari che non potevano perdere i propri privilegi. Saranno salvate le pensioni d’oro della pubblica amministrazione. E’ questo l’effetto di un emendamento alla legge di stabilità, sottoscritto dalla senatrice del Pdl, Cinzia Bonfrisco, che prevede che ‘’ai fini previdenziali’’ i paletti fissati dal governo Monti con il decreto legge “Salva Italia” operino solo con ‘’riferimento alle anzianità contributive maturate’’ successivamente al provvedimento.

I contratti in scadenza degli enti pubblici verranno allungati fino al prossimo 31 luglio, anche se hanno superato la soglia massima dei 36 mesi.

Anche sui cosiddetti Monti-bond, le obbligazioni del Tesoro destinate a MPS, si è assistito ad un cambiamento di rotta a beneficio del MPS con la data di scadenza spostata al prossimo primo marzo.

Salta anche l’idea di destinare il risparmio derivato dal calo dello spread al fondo per il taglio delle tasse, mentre l’Italia, già il prossimo anno, si impegna a versare 1,617 miliardi nelle casse della Banca europea per garantirne l’aumento di capitale.

Morale della favola (peccato che, a differenza delle favole, questa sia reale e che il Governo abbia dimenticato di scrivere un lieto fine) sulle famiglie, a partire dal 1 gennaio 2013, si abbatterà l’ennesima stangata di prezzi e tariffe che, secondo i dati di Federconsumatori, dovrebbe aggirarsi sui 1.490 euro a famiglia. Aumenti che determineranno nuove e pesantissime ricadute sulle condizioni di vita delle famiglie, già duramente provate nel corso dell’ultimo anno, e, in prospettiva sull’intera economia del Paese, che dovrà continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi.

 

 


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