Learn by the Basterds

Verrebbe da salire sul palco e urlare: “Siamo un milione!”. No, non è così. Anche volendo, la Sala Odeon conta 650 posti. Però l’abbiamo riempita, forse anche troppo. La gente si accalca in platea e tribuna, in pochi minuti i posti vengono tutti occupati, alcuni temerari non demordono e si rannicchiano nelle scale pur di vedere il film. Saluto, vedo volti noti, volti familiari, volti con i quali ho condiviso esami e lezioni, volti di cui fingo di ricordare il nome per non fare brutta figura. Alcuni non avrei mai pensato che sarebbero venuti al cinema per un film di Tarantino! C’è un intera popolazione studentesca, e non solo. Non è per fare retorica, ma ci sentiamo tutti una grande famiglia felice. Possiamo dirlo: abbiamo vinto, possiamo goderci in santa pace il Learn by movies, le nostre serate primaverili all’Odeon.

Lo avevo scritto un mese fa, in uno dei tanti appelli per salvare la rassegna: “uniamoci tutti, lottiamo, non arrendiamoci, e speriamo di vederci tutti insieme al cinema Odeon”. Adesso posso dirlo: non ci credevo minimamente! E’ così. Avevo fiducia nella nostra protesta, ma non credevo che avremmo mai raggiunto dei risultati. Ne ho viste tante di battaglie fallite, troppe lotte perse in partenza. Non è stato questo il caso, per fortuna. Sarà stato il fattore “uniti”? Chissà, d’altronde ci sentiamo tutti uniti davvero, ci siamo tutti, siamo tantissimi a questa serata inaugurale, eccitatissimi. Ragazzi di tutte le facoltà, di tante nazionalità. Parlo con alcuni di loro: molti hanno già visto il film, alcuni sono riusciti tramite “mezzi alternativi” a goderselo senza quel fastidioso doppiaggio italiano. E allora perché sono qui, così in tanti? “Scaricarlo non è la stessa cosa”. Alla faccia della crisi e di Emule!

In effetti non è per niente la stessa cosa. E lo dice uno che ha visto “Inglorious basterds” sei o sette volte, metà delle quali su un piccolo portatile, schermo 12 pollici. Dopo il rituale di presentazione, le parole della professoressa Biondi e del professore Portale, i ringraziamenti a Fabio Chisari e ai ragazzi che hanno organizzato la protesta (Marina Currao, Giampiero Gobbi, Elena Minissale, Ornella Balsamo, Chiara Tropea, e tutti voi di Step1 e Radio Zammù), le luci si spengono, appare il logo Universal, mastodontico sull’enorme schermo dell’Odeon, poi i titoli di testa sulla stupenda ballata “The green leaves of summer”, la scritta: “Chapter 1 – Once upon a time… in Nazi-occupied France”, ed un dialogo lungo venti minuti tra l’implacabile colonnello Hans Landa e Monsieur LaPadite, seguito in religoso silenzio. Capita raramente di vedere un’intera platea silenziosa che segue con gli occhi incollati allo schermo un dialogo tanto lungo, sebbene sia scritto dal genio di Tarantino, ricordiamocelo, l’uomo dei monologhi sui massaggi ai piedi. La platea ride al punto giusto, sussulta nei brutali momenti di violenza, segue col cuore in gola le gesta dei Basterds, la rabbia dell’ebrea Shosanna, incazzata quanto la Sposa di Kill Bill. E alla fine scatta l’applauso, liberatorio, sentito. Sì perché, se non volete rovinarvi la sorpresa non proseguite… Hitler muore, ammazzato dai Basterds. La storia secondo Tarantino. E’ così che doveva andare, è così che avremmo voluto che fosse finita la guerra. Con un grande botto, una folle risata ed una vendetta che ha il sapore dell’orgoglio ebraico. 

Scorrono i titoli di coda, e mi torna il ricordo di quando vidi per la prima volta il film, all’Odeon di Leicester Square, Londra. Era estate, ma faceva freddo, il cinema era immenso e in sala eravamo pochi. Alzo gli occhi al soffitto, il tetto della sala è ancora aperto, lasciando entrare la tiepida aria primaverile. La gente si ammassa per l’uscita, i volti entusiasti, per il film, per il Learn by movies, per la stupenda serata, per le prossime che ci aspettano. E penso: decisamente molto meglio qui, all’Odeon di Catania.   


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