«Il no alle trivellazioni nel canale di Sicilia votato dall’Ars rappresenta un primo importante passo per provare a scongiurare i possibili danni ambientali, al mare e alla salute prospettati dagli esperti». A parlare è Carmelo Settembrino, Presidente del Consiglio Comunale di Agrigento che in una nota fa sapere che anche l’istituzione da lui presieduta si è espressa contro l’articolo 38 del decreto “Sblocca Italia”, convertito recentemente in legge dal Parlamento nazionale, attraverso cui si dà il via libera alle attività di ricerca e di prelievo di gas nel Canale di Sicilia, costa agrigentina inclusa.
Un provvedimento che sta scatenando una vera e propria rivolta in Sicilia contro quelle che ormai vengono definite le trivelle di Renzi.
«Anche la nostra Assise – spiega Settembrino – nella seduta di lunedì scorso ha detto no a queste dannose prospezioni e perforazioni nel Mediterraneo. Abbiamo voluto dare il nostro contributo, approvando un documento all’unanimità alla presenza di studiosi e ricercatori e di alcuni parlamentari che hanno accolto l’invito. La volontà manifestata dall’Assemblea regionale, che coincide esattamente con quella indicata dall’Anci Sicilia e con quella di parecchi consigli comunali che si sono già pronunciati in merito, non potrà non essere presa in seria considerazione sia dal governo Renzi, sia dai parlamentari eletti nell’isola, qualunque sia la casacca di partito, che siedono tra gli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama». (Qui vi abbiamo detto come hanno votato i parlamentari nazionali eletti in Sicilia in proposito).
«Noi siamo i primi interlocutori istituzionali della gente – evidenzia il Presidente del Consiglio comunale di Agrigento – e, su questa delicata materia, registriamo forti disagi e profonde preoccupazioni provenienti dal territorio, rispetto alle quali siamo chiamati ad adoperarci e a muoverci di conseguenza. Cosa che abbiamo fatto e continueremo a fare nel rispetto delle competenze e delle funzioni attribuite al Consiglio comunale.
Seguiremo con attenzione l’evolversi della vicenda e se dovessero essere richiesti altri interventi e altri provvedimenti – conclude Carmelo Settembrino – noi non ci tireremo certamente indietro».
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