La fotografa palermitana Letizia Battaglia, l’alcamese Franca Viola – la prima donna ad avere rifiutato il matrimonio riparatore – la cantante catanese Carmen Consoli, l’attivista palermitana dell’inizio Novecento Francesca Serio, la deputata Rita Borsellino (sorella del giudice ammazzato dalla mafia). Ma anche la fisica netina degli anni Quaranta Marianna Ciccone – che ha lavorato a […]
Le Siciliane, storie di donne che daranno vita ad altre storie
La fotografa palermitana Letizia Battaglia, l’alcamese Franca Viola – la prima donna ad avere rifiutato il matrimonio riparatore – la cantante catanese Carmen Consoli, l’attivista palermitana dell’inizio Novecento Francesca Serio, la deputata Rita Borsellino (sorella del giudice ammazzato dalla mafia). Ma anche la fisica netina degli anni Quaranta Marianna Ciccone – che ha lavorato a fianco di un premio nobel tedesco e ha difeso la biblioteca dell’Università di Pisa dagli attacchi fascisti – la chef stellata dell’isola di Salina Martina Caruso e la produttrice di vino ragusana Arianna Occhipinti. Donne isolane note e meno note del passato e del presente sono le cinquanta protagoniste del libro Le siciliane, almanacco illustrato per giovani sognatrici. «Hanno in comune il fatto di essere riuscite nel loro unico vero intento – spiega a MeridioNews il curatore del volume Mauro Mondello – Cambiare l’ordine precostituito delle cose». Lo stesso obiettivo che ha di mira il progetto che c’è dietro il libro. Nato insieme all’associazione Centopassi di Torregrotta (in provincia di Messina) e realizzato dalla redazione di Settentrionale Sicula, ogni centesimo raccolto dalla vendita del volume andrà per borse di studio per giovani ragazze siciliane. Storie che daranno vita ad altre storie.
«Un libro che è innanzitutto un manifesto politico e ideologico – sottolinea Mondello – che ci colloca in modo chiaro in ciò che vogliamo fare per il territorio: impegnarci nei diritti, nell’attenzione alla cultura e stimolare l’attivismo a livello locale. Con storie che aiutano a uscire dagli stereotipi sulla Sicilia e sulle donne siciliane». Un libro che diventa uno strumento per creare nuove realtà: una casa editrice indipendente, il rilancio della rivista online Settentrionale sicula – che si occuperà di approfondimenti e contenuti di lungo formato sulla scia di un modello inglese -; un osservatorio sulla criminalità organizzata in Sicilia che partirà dall’elaborazione di dati statistici. «Il primo studio che abbiamo in cantiere, e da cui vorremmo realizzare anche un paper, sarà su quante donne ci sono all’interno delle istituzioni siciliane», aggiunge Mondello. Reporter freelance, corrispondente di guerra e documentarista, si occupa di geopolitica, diritti umani e diritti delle donne con reportage realizzati in Europa orientale, nel Caucaso, nel Mediterraneo e nel mondo arabo e pubblicati anche dal The Guardian, Die Zeit e Courrier International. L’obiettivo più a lungo termine sarà anche quello di una sede fisica a Messina da trasformare «in un polo di attivismo, uno spazio per eventi, seminari e anche una libreria».
Un uomo che scrive un libro sulle donne siciliane che hanno contribuito a rendere l’Isola un luogo più libero e più giusto. «I diritti non sono questioni di genere. Sono convinto del fatto che – sottolinea Mondello – più diritti per le donne siano semplicemente più diritti per tutta la collettività e che, quindi, rendono migliore la società dove la dicotomia tra uomini e donne in queste cose scompare». Storie, illustrate da 27 artisti e artiste provenienti da ogni parte del mondo, che hanno l’ambizione di diventare un modello per persone di tutte le età e di tutto il pianeta. Ma che, intanto, nell’immediato daranno la possibilità a un numero ancora non precisato (dipenderà dal ricavato e dalle proposte) di giovani ragazze siciliane dai 15 ai 25 anni di usufruire di borse di studio. «Abbiamo scelto di investire in cinque categorie – aggiunge il curatore del libro – Comunicazione, attivismo, scienze, imprenditoria e sport. Ci piace l’idea che dalle storie di donne siciliane che abbiamo raccontato – conclude – si creino altre storie ancora da raccontare».