Le richieste di Arcigay al sindaco Bianco «Una casa-rifugio in un bene confiscato»

Un lungo promemoria con una lista di richieste che vanno dal riconoscimento del gay pride come evento cittadino alla tutela della salute della comunità lgbt e l’assegnazione di un bene confiscato alla mafia. È quanto hanno presentato i membri dell’Arcigay catanese al primo cittadino Enzo Bianco ieri pomeriggio. L’incontro era stato preannunciato durante la conferenza stampa congiunta convocata con il Movimento 5 stelle etneo. «Abbiamo consegnato la nostra lista al sindaco – spiega soddisfatto il presidente Giovanni Caloggero – È stato disponibile su tutti i punti».

Una delle prime richieste poste a Bianco è «il riconoscimento dell’attività svolta dall’associazione nel perseguimento del benessere dei cittadini e delle cittadine lgbt catanesi». Fondamentale, di conseguenza, un’analisi – patrocinata dal Comune – dei bisogni della comunità per calibrare al meglio l’impegno nel concreto dell’azione. L’Arcigay etnea ha ricordato al primo cittadino l’impegno, assunto sul palco del Gay pride dello scorso giugno, ad adottare il registro delle unioni civili. E, inoltre, l’associazione chiede una posizione ufficiale contro le contestate leggi omofobe entrate in vigore in Russia.

Tra quelle definite nel documento «azione di valore sociale e buone pratiche» rientra l’assegnazione di un bene requisito alla mafia «da adibire a casa alloggio per giovani cacciati dalle loro famiglie per via del loro orientamento sessuale e/o a anziani omosessuali e transessuali in stato di indigenza», spiegano i membri nel documento. Su questo punto «il sindaco si è mostrato molto collaborativo», afferma Caloggero che anticipa che l’iter verrà presto avviato.

Dopo i recenti episodi di vandalismo, con le intimidazioni rivolte ai membri dell’associazione e i danni alla sede dell’Arcigay, i rappresentanti della comunità hanno rivolto a Enzo Bianco la richiesta di una maggiore tutela e – soprattutto – l’istituzione di corsi per contrastare bullismo, omofobia e transfobia, oltre alla creazione «di un osservatorio delle discriminazioni per identità di genere e orientamento sessuale». Altro fronte importante è quello legato alla salute. Elemento cruciale è la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, a cominciare dall’hiv, per i cui malati si chiede il monitoraggio per rilevare discriminazioni sia nei luoghi di lavoro che nella vita quotidiana. Altro punto in programma è una «moral suasion sulle asl per la somministrazione gratuita del vaccino da meningococco». Secondo un recente allarme della Lega italiana per la lotta all’aids, si sarebbero verificati alcuni casi di meningite tra uomini che hanno avuto rapporti sessuali con altri uomini. Per scongiurare il contagio, l’Arcigay ritiene fondamentale la diffusione della segnalazione e la conseguente vaccinazione di persone potenzialmente a rischio.

L’ultimo capitolo della lista presentata all’amministrazione riguarda il terzo settore, con la proposta di fare «diventare Catania una città ad alta attrattività» anche per in un’ottica gay friendly, e la cultura con la «valorizzazione della cultura lgbt attraverso mostre, dibattiti, convegni» e «l’inserimento del Pride fra gli eventi culturali della estate catanese».


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Una lunga lista di interventi per la tutela della comunità lgbt etnea - di recente vittima di alcune intimidazioni - ma anche il riconoscimento dell'impegno del movimento nel tessuto della città. È quanto ha presentato ieri una delegazione dell'associazione lesbica e gay di Catania al primo cittadino. Tra le idee lanciate, anche un alloggio per ragazzi cacciati dalle famiglie e il potenziamento dei controlli medici per scongiurare il diffondersi di una forma grave di meningite

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