I trentacinque lavoratori dell’assessorato al Territorio e Ambiente sono stati sospesi definitivamente lo scorso marzo, dopo 15 mesi di lavoro non pagato. Già dallo scorso luglio potevano essere avviate per loro le procedure di conciliazione, previste dall’articolo 12 approvato nell’ultima finanziaria. Anche l’assessore al Territorio e Ambiente Maurizio Croce lo scorso luglio aveva dichiarato a MeridioNews: «È una legge a tutti gli effetti e quindi la Funzione pubblica può già operare per poter riconciliare».
Ma non è stato così, nonostante i solleciti, le email inviate dall’assessorato al Territorio con gli elenchi dei lavoratori per cui far partire la conciliazione oltre ad alcune lettere di diffida e messa in mora, inviate alla Funzione pubblica dai lavoratori. «È competenza della Funzione Pubblica – spiega il dirigente del dipartimento Maurizio Pirillo – La dirigente Giammanco non può pensare di rimpallare così e rinviare al nostro dipartimento, quelle pratiche le competono. Dovrebbe avviare la convocazione per le procedure di conciliazione, gli inquadramenti, a fronte di tutta la documentazione che ci era stata richiesta e che ho prontamente fornito. Noi abbiamo adempiuto ai nostri doveri e, in coscienza, fatto tutto e per tempo. Io non sono ufficio del personale». Intanto le vittime rimangono i lavoratori, con famiglie e figli a carico, fermi in una situazione paradossale, nonostante basti adesso applicare la legge.
Una vicenda ingarbugliata quella dei 35 co.co.co, entrati con bando pubblico e che hanno lavorato con contratti prorogati di anno in anno fino alla sospensione definitiva lo scorso marzo con decreto del dirigente del dipartimento, Pirillo, che aveva riscontrato una serie di circostanze poco chiare: oltre a non percepire lo stipendio per oltre un anno, i lavoratori hanno ricevuto la busta paga, restando scoperti persino sul fronte dei versamenti previdenziali, assicurativi e contributivi a Inail e Inps. Fino ad arrivare all’ultima finanziaria con la quale si è avuta l’approvazione dell’articolo 12 sulla conciliazione. Cosa che non è mai scattata e che avrebbe potuto contribuire anche a salvare il progetto Spin4Life, bloccato dalla commissione di valutazione europea la cui relazione dello scorso maggio era stata chiara: «Allo stato attuale il progetto non è in grado né di rispettare il cronoprogramma descritto nel progetto approvato, né tanto meno di raggiungere gli obiettivi previsti».
Poi il riferimento ai lavoratori ai lavoratori Arta sospesi, dodici di loro infatti facevano parte dell’area di lavoro in cui rientrava Spin4life: «La situazione che appare più preoccupante – sottolineava – è quella dei tecnici precari che dovrebbero lavorare al progetto come previsto nella proposta approvata. Tale situazione riscontrata è una delle cause che può portare la Commissione alla chiusura anticipata». Erano due i mesi di tempo concessi per risolvere tutti i problemi che impedivano al progetto di procedere, pena la risoluzione della convenzione di sovvenzione e dunque non solo la perdita del contributo Life, ma anche problemi rispetto alla programmazione sui fondi strutturali e allo sviluppo di un programma di gestione della rete Natura 2000. «Abbiamo perso 150mila euro con un’ipotesi di cofinanziamento di un milione mezzo di euro – spiega Pirillo – , ma porteremo avanti il progetto con il dipartimento Agricoltura che ha la competenza sulle azioni delle aree protette». Questa mattina i lavoratori Arta saranno alle 11 in assessorato a manifestare e non è escluso qualche altro tipo di azione dimostrativa. La Regione intanto ha perso l’ennesima occasione.
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