Finalmente il nostro giornale sarà al punto 20 dell'ordine del giorno del Senato Accademico di oggi. Nel frattempo ripercorriamo insieme questi 12 mesi vissuti pericolosamente- Step1, il documento della commissione
L’attesa lunga un anno di Step1
È passato quasi un anno da quando la redazione di Step1 ha deciso di aprire una vertenza con il suo editore. E mancano pochi giorni al momento in cui il Senato Accademico, convocato per il 25 maggio, sarà chiamato a decidere sulle sorti del giornale. Come sempre accaduto in queste circostanze, la redazione di Step1 intende informare puntualmente i lettori sulla discussione in corso. Una discussione divenuta pubblica all’inizio della scorsa estate con una lettera aperta pubblicata sul nostro sito.
La lettera. A spingerci a scrivere quella lettera era stata la convinzione che fosse necessario alzare l’asticella delle nostre ambizioni. Step1, palestra di giornalismo e laboratorio didattico (laboratorio divenuto nel tempo sempre più complesso e articolato), aveva dimostrato di poter realizzare un prodotto giornalistico conosciuto, talora anche apprezzato, oltre le mura dell’università e della città. C’era dunque bisogno che questo giornale-laboratori o venisse supportato – professionalmente e didatticamente – come si conviene a un progetto avanzato. E la questione andava posta pubblicamente: anche correndo il rischio che Step1, nonostante le potenzialità espresse e i risultati ottenuti, fosse costretto a chiudere. Ciò non doveva, in ogni caso, verificarsi nell’indifferenza generale.
Alla lettera aperta è seguito un incontro (il primo di una lunga serie) con il Preside della Facoltà, professor Nunzio Famoso, che sottoscrisse con noi alcuni impegni. Quello che ci serviva per crescere era soprattutto un tutor professionista che potesse – a fronte di un contratto di collaborazione esterna – assicurare una supervisione a tempo pieno del lavoro di redazione. Richiedemmo anche di supportare il giornale con un laboratorio permanente da istituire nell’ambito del Medialab.
Gli accertamenti. Ad allungare i tempi delle decisioni in merito fu la richiesta di una serie di accertamenti giuridici sulla “natura” di Step1. Si ipotizzò tra l’altro che il giornale, in quanto organo di informazione che opera in seno all’Ateneo, dovesse uniformarsi allo stile della comunicazione ufficiale dell’Università .
Mentre la discussione procedeva, e in attesa di risposta alle nostre richieste, abbiamo continuato a fare, con tutte le nostre forze e il nostro impegno, il nostro mestiere: quello di giornalisti apprendisti e di studenti.
Abbiamo continuato a far vivere Step1 sia per rispetto verso i nostri lettori, sia perché eravamo convinti – e continuiamo a esserlo – del nostro modello di giornalismo e della sua piena conformità con le finalità didattiche dell’Università.
Palestra di giornalismo è una formula semplice che si è rivelata efficace: si apprende cos’è un giornale facendo un giornale vero. La Facoltà di Lingue ha normalmente registrato la testata presso il Tribunale di Catania (gennaio 2005), ha successivamente approvato un regolamento (novembre 2006) che definisce il codice etico e le finalità del giornale e disciplina l’attività redazionale, ha provveduto a vigilare sulla gestione e sullo sviluppo del progetto attraverso la nomina dei direttori responsabili, nonché avvalendosi del contributo di altri tutor professionisti e dei docenti incaricati del coordinamento editoriale.
Step1 non è stato e non si trasformerà mai in un distributore a buon mercato di crediti formativi. Il nostro giornale rimane il luogo specifico di un’esperienza didattica finalizzata a insegnare il giornalismo. Ci vuole grande passione, capacità di “stare sulla notizia”, impegno a lavorare insieme senza gruppi e fazioni: va in pagina chi porta un pezzo, o un video, o una semplice vignetta che può interessare i 100.000 potenziali lettori di Step1, cioè gli iscritti all’ateneo e i loro fratelli minori, le migliaia di ex studenti che stanno affrontando il problema del primo lavoro. Ci vuole soprattutto voglia di partecipare alla costruzione di un mezzo nuovo che aspira a tenere insieme in un unico codice l’affinamento della capacità di scrittura, l’interattività coi lettori, il confronto coi nuovi linguaggi legati ai mutamenti delle tecnologie dell’informazione. Tanta roba… Eppure, qualche volta, abbiamo la sensazione di essere sulla strada giusta.
Sulla strada abbiamo incontrato tante persone che ci hanno incitato a continuare. Alcune – e tra loro anche alcuni docenti – ci hanno dato un sostegno concreto, intervenendo spesso nei nostri dibattiti o impegnandosi a supportare i nostri giovani redattori, per insegnare loro le tecniche e i nuovi linguaggi del giornalismo. Ciò ci ha permesso di sviluppare ulteriormente il giornale, di aprirlo alla multimedialità , di avviare un impegnativo laboratorio di videoinchiesta, di ottenere prestigiosi riconoscimenti come la candidatura al premio Ischia. Recentemente abbiamo cominciato a partecipare, assieme a Radio Zammù, al progetto Ustation, che punta sul coinvolgimento dei principali media universitari italiani e che si appoggia a prestigiosi partner nel settore televisivo e delle telecomunicazioni.
Nel marzo scorso abbiamo lanciato il dibattito su cos’è e cosa deve essere il giornalismo universitario. Abbiamo ricevuto diversi contributi. Teniamo a ringraziare i professori che sono intervenuti nella discussione esprimendo il proprio punto di vista e i colleghi di altri atenei che hanno presentato le proprie esperienze. Un grazie particolare va ai docenti Maurizio Caserta, Marco Centorrino (Messina), Luca De Biase (Milano, Bocconi), Rosa Maria Di Natale, Luciano Granozzi, Maria Lombardo, Peppino Ortoleva (Torino), Grazia Priulla e Salvo Scibilia, e ai colleghi dei media universitari AcidoPolitico (Statale di Milano), Radio Ca’ Foscari (Venezia), Libera Frequenza (Lecce), Inchiostro (Pavia) e L’UniversitArea (Firenze).
Il parere della Commissione. Parallelamente a questo dibattito pubblico, si è svolto l’approfondimento giuridico in seno alla commissione nominata dal Senato Accademico, organo fondamentale d’indirizzo e di coordinamento dell’ateneo. La commissione, formata dai presidi Di Cataldo e Famoso e dall’avvocato Branciforte, ha consegnato le sue conclusioni a un documento, che è stato reso pubblico nel corso dei dibattiti che hanno preceduto le elezioni del rettore.
Le dichiarazioni del rettore
La decisione finale. Ci rivolgiamo oggi anche a chi non è intervenuto nel nostro dibattito – né per sposare la nostra concezione del giornalismo universitario, né per criticarla pubblicamente – e che adesso si troverà a decidere del nostro futuro. Ma ci rivolgiamo, in generale, al Rettore, ai Presidi di Facoltà e a tutti i membri del Senato accademico.
Il documento approvato dalla commissione del Senato ci rende fiduciosi sulla volontà dell’ateneo di garantire continuità al progetto Step1, sia come esperienza didattica sia come giornale indipendente dagli organi ufficiali dell’ateneo e, in quanto tale, veicolo di pluralismo dell’informazione. Uniformandosi a quel testo, il Senato accademico potrà, se lo riterrà opportuno, approvare il codice deontologico contenuto nel regolamento di Step1 disposto dalla facoltà di Lingue e il direttore responsabile da essa designato, oltre a indicare i due membri che andrebbero a completare il comitato editoriale. Di conseguenza – sempre nel rispetto della procedura di attivazione ed istituzione di attività pubblicistico- editoriali di tipo giornalistico prevista dal documento – si consentirebbe il passaggio della proprietà della testata dalla Facoltà all’Ateneo e si darebbe il nulla osta all’emanazione del bando per garantire alla redazione di Step1 il supporto professionale di cui necessita.
In ogni caso è nostra intenzione proporre, tanto ai colleghi che animano Radio Zammù, quanto agli studenti di ogni facoltà variamente impegnati in esperienze editoriali sul web, la costituzione di una Associazione per la promozione del giornalismo studentesco nell’Università di Catania. Lo scopo sarà di sostenere i media universitari coinvolgendo studenti ed ex studenti, docenti e professionisti dell’informazione, per contribuire alla crescita di attività editoriali multimediali che sviluppino il diritto alla libertà di critica, secondo i principi del rispetto della pluralità delle opinioni e del libero confronto tra opinioni contrapposte.
La formazione di questa vasta associazione potrà costituire un ulteriore strumento per garantire, anche attraverso l’acquisizione di risorse esterne, maggiore autonomia finanziaria a Step1, a Radio Zammù e agli altri media che vi aderiranno. Siamo certi di ottenere il sostegno a questo progetto di molti docenti e delle Facoltà che vorranno impegnarsi a promuovere lo sviluppo dell’informazione universitaria e con le quali potranno stabilirsi specifiche convenzioni.