L’associazione dell’arcangelo Capuana torna in attività Dal pranzo ad Acireale a una nuova pagina Facebook

«Si è trattato di un semplice pranzo. Capuana? Non c’era». A parlare è Alfonsina Fileti, una delle due suore che nella frazione acese di San Giovanni Bosco guida la comunità Madonna della tenda di Cristo, associazione che si occupa di accogliere bambini, ragazze madri e famiglie in difficoltà. Insieme a suor Rosalba La Pegna, suor Alfonsina ha ospitato nei giorni scorsi una settantina di persone legate all’Associazione cattolica cultura ambiente, conosciuta anche con l’acronimo Acca. La stessa, ribattezzata la congrega degli orrori, finita l’anno scorso al centro delle cronache giudiziarie per il caso dei presunti abusi sessuali su minorenni commessi dal leader del gruppo Pietro Capuana. L’uomo, dopo avere trascorso un lungo periodo tra carcere e domiciliari, è stato rimesso in libertà a fine luglio, ma su di lui restano le pesanti accuse rivoltegli dai magistrati della procura di Catania.

La notizia del ritorno alle attività dell’associazione Acca si è diffusa rapidamente anche tra gli ex adepti. Sia grazie a un articolo, pubblicato nella cronaca provinciale del quotidiano La Sicilia, che attraverso la pagina Facebook Iniziative Acca. Il nuovo punto di ritrovo digitale degli iscritti che non è passato inosservato. Diversi utenti del popolare social network hanno deciso di recensire negativamente la pagina. «Si stanno riorganizzando. Facciamogli sentire cosa ne pensiamo», scrive Carmelo. E ancora: «Abbiate la pazienza di sparire, vergogna», commenta Danilo Festa, ex consigliere comunale di Motta Sant’Anastasia e anima del movimento No discarica. Dall’altro lato della barricata non sono mancate le repliche a sostegno dell’attività dello zoccolo duro dei seguaci di Capuana.

A tenere le redini dell’associazione finita nel ciclone è Maria Teresa Bonanno. Con la donna, a partecipare al pranzo nella frazione di San Giovanni Bosco, anche Candida Fassiolo. Un tempo assessora di Motta Sant’Anastasia ma anche vicepresidente dell’associazione di Capuana. Costretta a dimettersi dopo un approfondimento di MeridioNews sull’inchiesta 12 apostoli. Il nome di Fassiolo (non indagata, ndr) era finita nelle carte della procura di Catania, intercettata durante l’inchiesta mentre invitava una delle indagate ad adottare alcune cautele all’interno del cenacolo in cui si riunivano gli adepti. 

«Non è la prima volta che vengono qui da noi – dichiara suor Alfonsina -. Già negli anni scorsi sono stati organizzati questi pranzi, ma si è trattato soltanto di fornire loro la disponibilità della nostra struttura, che ha uno spazio all’aperto e una fattoria didattica, ricevendo in cambio un contributo per portare avanti le nostre attività di assistenza». La responsabile della comunità Madonna della tenda di Cristo sostiene che non ci siano stati momenti di contatto tra gli ospiti della struttura e i membri dell’associazione che fa capo a Capuana, ma guidata formalmente da Bonanno. «Io mi sono occupata della cucina, mentre i piatti sono stati serviti in maniera autonoma da loro stessi – continua la suora -. Si è svolto tutto all’aperto, compresa la messa detta da don Carmelo Raspa, il parroco di San Giovanni Bosco. Infine, prima di andare via, c’è stato un altro momento di raccoglimento in cui che hanno gestito da loro». 

Stando a quanto sostenuto dalla suora, l’iniziativa si è svolta anche l’anno scorso – «ma vennero molte meno persone» – a ridosso dello scandalo e dell’arresto di Capuana. Il quale non è certo abbia presenziato in passato. «Non so se c’è mai stato, non lo conosco in volto», assicura la responsabile della comunità, aggiungendo di non avere avuto tempo di leggere i giornali. Quando le si chiede dell’opportunità di aprire le porte a un’associazione su cui pesano accuse così gravi, con la possibilità che a coprire le azioni di Capuana possano essere stati in molti, suor Alfonsina non si sbilancia: «Onestamente non credo che tutte quelle storie possano essere state inventate di sana pianta, però non mi sento di giudicare, anche perché non conosco la vicenda e si rischia di fare di tutta l’erba un fascio». 

Tra i religiosi coinvolti nell’incontro, come detto, c’è stato anche don Carmelo Raspa. Il sacerdote a MeridioNews dichiara di avere soltanto celebrato una messa «chiesta da alcune persone che aiutano le suore» e che sono al contempo membri dell’Associazione cattolica cultura ambiente. «Erano un buon numero, ma non so quanti in verità. Io ho solo celebrato messa per un gruppo di persone che pranzavano lì come richiestomi dalle suore», conclude il parroco.


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