L’arroganza di Corona e il carabiniere Lettera aperta di un avvocato catanese

Fabrizio Corona chiama, i carabinieri rispondono. Ieri sera, un servizio mandato in onda su Italia 1 da Le iene, mostrava il seguente quadro: una fattura da 5.800 euro non pagata e il noto fotografo piuttosto agitato. Per difendersi dalle domande dell’inviato di Mediaset, il compagno della showgirl Belen Rodriguez prende il telefono e chiede che intervenga «il comandante della questura di Milano, il comandante Guastini», meglio se in divisa, meglio se in dieci minuti. E qualcuno, effettivamente in divisa ed effettivamente in meno di dieci minuti, arriva. Pronto a dare ragione a Corona e torto all’autonoleggiatore che chiedeva il pagamento. Di fronte all’ufficiale delle forze dell’ordine, Corona aggredisce l’intervistatore, e lo insulta. Ma non succede niente. Goffredo D’Antona, avvocato del foro catanese, ha scritto una lettera al comandante del comando provinciale dei carabinieri di Milano. Per chiedergli se e quali provvedimenti prenderà nei confronti dell’appartenente all’Arma, a disposizione di un uomo dello spettacolo. La pubblichiamo integralmente.

Ill.mo sig. comandante comando provinciale carabinieri Milano,
giorno 18 aprile 2012,  ho assistito ad un servizio del programma televisivo Le iene mandato in onda dall’emittente Italia 1. Il servizio era relativo ad una mancata riconsegna, nei termini contrattuali,  da parte di tale Corona Fabrizio, di una autovettura da lui noleggiata al legittimo proprietario. E al mancato pagamento della fattura per il servizio reso. La troupe delle Iene esibiva copia della denuncia sporta dal titolare dell’autonoleggio e quant’altro a corredo della stessa. Con un servizio tipico della trasmissione la troupe rintracciava il Corona, presso un ristorante milanese. L’intervistatore spiegava  al Corona il perché della loro presenza.

Se mi rivolgo a Lei, è per la reazione dello stesso. In quanto, nella vicenda che mi appresto a narrare, è coinvolto quello che sembra essere un appartenente all’Arma.

Il Corona si appropriava del telefonino dell’intervistatore, nel contempo effettuava una telefonata ad un, al momento ignoto, interlocutore. Dal tenore della conversazione si comprendeva comunque la confidenzialità del Corona con l’ interlocutore, da lui appellato come «comandante». Prova della confidenzialità  era data, anche, dal fatto che il protagonista di questa vicenda chiedeva all’ignoto comandante di presentarsi sul posto, addirittura in divisa.

Penso che qualsiasi spettatore del programma  abbia ipotizzato un bluff o qualcosa di simile da parte del Corona. Io non l’ho solo pensato, ma anche in cuor mio sperato. E invece… Nel giro di un arco di tempo definito dall’autore del servizio con l’espressione «in men che non si dica», un comandate di stazione dei carabinieri si presentava effettivamente presso il ristorante ove il Corona aveva chiesto un suo intervento immeditato e «possibilmente in divisa». Nell’occasione il maresciallo rilasciava un «parere legale» con il quale affermava che a suo avviso il Corona non aveva commesso alcun reato.

Imbaldanzito dalla riposta il Corona si lasciava andare, ritengo avanti  il comandante della stazione, ad una serie di improperi, vituperi, nonché a quella che sembra essere, e così definita dall’autore del servizio, in una vera e propria aggressione in danno dello stesso.

Questi i fatti, che mi hanno lasciato sbigottito e profondamente. E pertanto mi rivolgo Lei. Da quanto apprendo dai giornali, il citato Corona Fabrizio ha avuto qualche vicissitudine giudiziaria. È ovvio che non mi interessano in alcun modo i problemi penali di una persona, ciò che mi lascia assolutamente perplesso (e uso un eufemismo) è la circostanza che questo soggetto abbia una confidenzialità tale, da chiedere e ottenere (!) l’intervento immediato e in divisa di un comandante di una stazione dei carabinieri. Magari distogliendolo da altre questioni del proprio ufficio, forse più impellenti.

In più, non capisco come possa quest’appartenente all’Arma esprimere pubblicamente, davanti a una telecamera (lasciata accesa  su richiesta del Corona), se un fatto sia reato o meno. A quale titolo, con quale competenza, ma soprattutto con quale senso di opportunità? La sensazione che questo servizio mi ha lasciato è stata di profondo disagio nei confronti del gusto dell’arroganza del potere. Il potere di chi può disporre a suo piacimento di appartenenti alle forze dell’ordine, in divisa,  in un ristorante, davanti a una telecamera accesa, davanti a milioni di spettatori, che ritengono provino il mio stesso disagio.

La presente lettera è formulata ai sensi della legge 241/1990 e chiedo pertanto di conoscere se e quali provvedimenti la s.v. ill.ma  ritenga di prendere nell’ambito della prospettata vicenda. In attesa di un suo riscontro porgo i miei ossequi.

[Foto di Fabrizio Corona su Facebook]

Redazione

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