L’amore crudele descritto dalle donne

Questo libro è un viaggio nella psiche di donne la cui identità viene demolita pezzo per pezzo da un amore tossico e velenoso che si contagia. È un amore vizioso, e di questo amore si muore insieme”, così la scrittrice Elvira Seminara ha presentato il libro scritto da Patrizia Pistagnesi e Silvana Mazzocchi, “L’amore crudele”.

Il libro cambia la prospettiva di approccio alla storia. Inizia, infatti, dall’omicidio raccontato in presa diretta dalla stessa protagonista, che ci mostra il suo assassino mentre prende le forbici per ucciderla. “Già il dettaglio delle forbici – continua la Seminara – ci introduce in un’atmosfera cupa e terribile ma anche familiare e sicura. Una famiglia perbene che nasconde una terribile violenza”.

La parola passa poi a Rita Verdirame che illustra quali sono gli elementi di forza di quello che lei stessa definisce “un romanzo-inchiesta nel quale non si può immaginare la messa in opera se dietro non c’è una conoscenza storica e della cronaca”. Ma l’elemento distintivo di questo giallo è “l’utilizzo della suspense contraddetta dal primo momento – chiarisce la Verdirame – poiché conosciamo già l’assassino. Questo ci fa entrare nel meccanismo che ci porta a scoprire le motivazioni del gesto, e lo facciamo insieme alla sorella della protagonista che ne ripercorre le tappe e la vita scoprendo come questa fosse cambiata profondamente”.

Parlando poi del tema della violenza, la Verdirame commenta che “qui c’è un segno distintivo e originale: non si discute di una donna vittima in partenza, ma che lo diventa. Viene posta grande attenzione al percorso di crescita e degradazione che attraversa e contrappone i personaggi. Di quello che è un’inchiesta le due autrici ne fanno un romanzo”.

Alle due autrici non resta che raffinare il quadro già ben illustrato, con i particolari della lavorazione. La scrittrice Silvana Mazzocchi racconta come abbiano fuso insieme fatti di cronaca nera e come abbiano cercato di dare al romanzo un’impronta psicologica: “Il romanzo mira a capire quando in un amore tossico la responsabilità sia condivisa da entrambe le parti. Una sorta di complicità che deriva da un’eliminazione di sè”. Inoltre, la Mazzocchi sfata il luogo comune che vede le violenze in quegli ambienti socialmente e culturalmente degradati, dato che la maggior parte delle recenti inchieste ha evidenziato l’esatto contrario.

Infine, Patrizia Pistagnesi racconta dell’esperienza della scrittura a quattro mani: “Si tratta di un’inchiesta iniziata nel 1999 destinata al format televisivo, ma col tempo tutto è saltato. Noi non ci siamo arrese e abbiamo deciso di farne un libro. Abbiamo fatto una scaletta ferrea, dei sopralluoghi in contemporanea e poi ci siamo divise i capitoli. Abbiamo messo tutto insieme e iniziato quella che è stata la parte più importante della lavorazione, la revisione”.
Siamo state l’una dell’editor dell’altra”, conclude la Mazzocchi.


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