L’altra faccia di San Cristoforo

“San Cristoforo non deve essere visto come un problema ma come un’opportunità”. Questa è la premessa del workshop “San Cristoforo: un quartiere aperto per la città” tenutosi giovedì al Monastero dei Benedettini. Lo scopo? Affrontare la questione delle prospettive di sviluppo del quartiere attraverso la valorizzazione , in primo luogo, dei saperi artigianali.

Il progetto, finanziato dalla fondazione Vodafone Italia e coordinato dall’associazione SPES Cultura e Servizi tra la gente ONLUS, in collaborazione con i master di II livello in “Storia e Analisi del territorio” e in “Tutela ,valorizzazione e promozione dei beni culturali e paesaggistici” della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania, nasce come un opportunità di lavoro per creare percorsi finalizzati all’integrazione sociale, allo sviluppo socio-culturale e soprattutto alle attività produttive nel quartiere.

All’incontro sono intervenuti numerosi ospiti tra cui l’architetto Melania Nucifora, docente di Pianificazione e Gestione Paesistica del territorio, Ida Lanzalone, segretario generale della Fondazione Vodafone Italia, Daniela Calenduccia, coordinatore del progetto “San Cristoforo un quartiere aperto per la città”, il prof. Giuseppe Giarrizzo, ordinario di Storia Moderna, Rosanna Pelleriti, responsabile del programma integrato di intervento del Comune di Catania e il prof. Giuseppe Dato, preside della Facoltà di Architettura di Siracusa.

Molto più di un semplice seminario, quest’incontro è una scommessa su un quartiere, quello di San Cristoforo, vicino al centro storico della città ma da sempre emarginato. Un quartiere di cui si è sentito e si sente tuttora tanto parlare, ma nelle pagine di cronaca nera. Una zona spesso associata unicamente a un immagine di degrado fisico e sociale, di criminalità, di disoccupazione.

Ma San Cristoforo non è solo questo. È una realtà molto più complessa rispetto a quella stereotipata di cui si sente parlare, che può e deve dare un contributo alla città proprio grazie alla sua specificità. Un luogo ricco di potenzialità e soprattutto ricco di risorse da potenziare.

“Questo progetto è l’esito di un lavoro pluriennale fatto sul quartiere di San Cristoforo – esordisce Melania Nucifora – che mira non soltanto a migliorare le condizioni del quartiere dal punto di vista della vivibilità, ma soprattutto a migliorarne l’immagine. Un dato allarmante emerso dallo studio effettuato su questo territorio è che i pregiudizi e lo stereotipo sono i fattori che frenano maggiormente lo sviluppo di questo quartiere”.

San Cristoforo è un “quartiere operoso”: la sua risorsa più importante è l’artigianato, che deve essere sfruttato non solo dal punto di vista tradizionale ed artistico, ma, a livello di mercato, deve anche essere connesso a sistemi produttivi in scala più ampia.

Una delle fasi più importanti del progetto è stata quella di creare una “Mappa dei Bisogni” del quartiere, realizzata tramite un programma di ascolto, distribuendo dei questionari agli abitanti. Da questa ricerca sono emersi alcuni aspetti critici sui quali intervenire come la microcriminalità, l’integrazione degli immigrati che abitano il quartiere, la mancanza di prospettive di occupazione per i giovani e la devianza minorile. A tal proposito è stato creato un metodo di lavoro che si basa sulla promozione di attività di sostegno e di orientamento, come ad esempio lo sportello “Informa&orienta” rivolto ai giovani, alle donne, agli immigrati e ai disabili, che fornisce loro servizi ed assistenza per aiutarli ad avvicinarsi al mondo del lavoro. Oppure attraverso attività di svago: un laboratorio per la creazione di manufatti artigianali e l’organizzazione di attività ludico-sportive per i giovani del quartiere.

Inoltre è stato approvato un programma integrato di intervento da parte del Comune di Catania che prevede la realizzazione di interventi infrastrutturali come la creazione di piazze ed aree pedonali, la riorganizzazione del tessuto urbano ed il rinnovamento delle infrastrutture fondamentali.

Durante l’incontro è stato anche presentato il documentario “Ripensare San Cristoforo”, curato dagli allievi del VI ciclo del master in Storia a Analisi del territorio in collaborazione con il laboratorio La.Mu.Sa della Facoltà di Lettere e Filosofia, nato come un’ opportunità per dare voce al quartiere e mostrarlo sotto una luce diversa, attraverso i piccoli gesti della vita quotidiana, attraverso i suoi luoghi, i suoi colori, i suoi volti, le sue strade, le sue professioni.

“È un ritratto del paesaggio – spiega Francesco Mannino, che ha curato la realizzazione del video – il ritratto di un luogo così com’è percepito da chi ci abita. È il frutto di un lavoro collettivo che parla di una collettività”.


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