L’affondo di Forello: «Orlando? Un nonno e un vicerè» «L’isola delle banane, legge elettorale è da cambiare»

«Oggi degli articoli di stampa definiscono il sindaco il papá di Palermo. A parte il fatto che sarebbe giusto chiamarlo nonno, è stato considerato piuttosto un viceré e io, da palermitano, in questa rielezione vedo una sconfitta dei cittadini palermitani, perché vedo il germe che ha impedito alla cittadinanza di fare un salto di qualità, una sorta di delega in bianco, una concezione che più che da cittadini è da sudditi. L’11 giugno per i palermitani non è stata una data felice, o quantomeno per la democrazia». È caustico Ugo Forello, candidato sindaco del Movimento 5 stelle, all’indomani del risultato delle amministrative di Palermo. Nella sede del comitato elettorale dove ha indetto una conferenza stampa, commenta così l’esito del voto: «Speravo che i tempi fossero maturi per rialzare la testa – dice – invece questo quinto mandato del sindaco uscente, il secondo consecutivo, vista la frastagliata maggioranza che avrà in consiglio, sarà probabilmente il preludio per i suoi 5 anni più brutti. Abbiamo un uomo solo al comando, con un sistema verticistico che non farà aumentare l’attivismo e la crescita culturale dei cittadini che noi invece auspichiamo».
Forello non risparmia neanche un attacco alla legge elettorale: «Siamo l’isola delle banane, solo da noi il 40 per cento più uno significa la maggioranza assoluta, senza questa legge Orlando sarebbe al ballottaggio, questa è una delle leggi più assurde che si potessero approvare, perché rompe ancora di più il rapporto di fiducia tra politica e cittadini. Una legge elettorale che va assolutamente cambiata, mi sono posto il problema se fosse costituzionalmente legittima».
Poi un passaggio sui veleni che hanno attraversato la sua candidatura: «E’ stata una campagna molto dura, sono stato oggetto di attacchi e anche questo ha avuto il suo peso. Gli articoli di giornale, le inchieste, le attenzioni alla mia vita professionale e personale sono state maggiori rispetto a qualunque altro candidato, persino chi è stato sotto indagine per reati molto pesanti. Ma noi siamo stati più forti della macchina del fango, abbiamo attraversato una tempesta. Abbiamo anche fatto diverse segnalazioni alla Digos durante tutta la giornata del voto per irregolarità e attività illecite denunciate anche da esponenti di altri partiti davanti a molte sezioni – aggiunge Forello – ma la ci è stato risposto che la Digos, avendo solo sei macchine, poteva fare un controllo incompleto».
Poi l’analisi sul voto ai pentastellati: «Mi aspettavo dei risultati che ci ponessero almeno al 20 per cento – ammette – Se penso però ai veleni che hanno accompagnato il nostro percorso, i nostri sono stati dei risultati di tutto rispetto sia per la mia persona che per il Movimento 5 stelle. Significa che il movimento ha scelto la persona giusta dimostrando la capacità di stare sul territorio. Abbiamo fatto una splendida campagna elettorale – ha aggiunto Forello – ma forse non abbiamo avuto il tempo di far capire ai cittadini il nostro impegno per dare fiducia a un nuovo percorso. Grazie a questo risultato, comunque, il movimento alle regionali potrà contare su una base solida e unita che ha reso il nostro percorso fluido».
Forello passa ad analizzare il dato dell’astensione, ma prima ribadisce: «Mi aspettavo di più, anche se siamo la prima forza all’interno del consiglio comunale, per la prima volta, infatti, abbiamo cinque candidati al consiglio comunale che sono stati eletti – continua Forello nel suo affondo – Ma la maggioranza dei palermitani non si è espressa in queste votazioni e questo è il sintomo di un problema, perché sono disillusi dalla politica. Non è stata una data felice per la democrazia a Palermo. Unendo le schede nulle e bianche siamo oltre il 7 per cento. Abbiamo eletto un sindaco con una percentuale pari al 20 per cento degli aventi diritto e questo non è un segnale positivo».
«Il M5s ha preso tre volte di più rispetto al 2012, un risultato straordinario, io stesso ho avuto un numero di preferenze maggiore rispetto a tutti gli altri candidati pur non avendo fatto campagna elettorale per il consiglio comunale – aggiunge – Se avessimo vinto questa battaglia sarebbe stato un miracolo popolare, abbiamo avuto la prova certa che il sindaco uscente si è riconfermato grazie ai voti delle liste di appartenenza. Gli apparentamenti, le larghe intese e l’effetto trascinamento voluto da Ferrandelli e Orlando per fermare il m5s ha avuto il suo effetto. In queste condizioni mi chiedo quale sarà la qualità del governo, ritengo non sarà particolarmente efficace con provvedimenti coraggiosi di cui ha bisogno questa città». Infine, una nota positiva, «A quanto pare, in quanto consigliere più votato – ha concluso Forello – avrò l’onore di aprire questa consiliatura, saremo dentro il consiglio per aprire le stanze del potere, lo faremo per i palermitani».


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