I giudici amministrativi hanno annullato il decreto dell'ex assessora Lucia Borsellino che prevedeva il raggiungimento di 100mila prestazioni all'anno per poter ottenere la convenzione con la Regione. Il Tar denuncia il rischio di «posizioni dominanti» e di «un mercato oligopolistico»
Laboratori analisi, no del Tar a obbligo accorpamento «Soglia minima di prestazioni non garantisce qualità»
Una vittoria per piccoli e medi laboratori d’analisi siciliani. Il Tar ha annullato il decreto dell’ex assessora alla Salute Lucia Borsellino che obbligava a raggiungere 100mila prestazioni all’anno entro il 31 dicembre 2015 (tetto che sarebbe raddoppiato a 200mila entro il 2017) per poter ottenere la convenzione con la Regione. Provvedimento che avrebbe costretto migliaia di laboratori ad accorparsi per rispondere al nuovo paletto.
La terza sezione del Tribunale amministrativo ha invece accolto il ricorso presentato da alcuni centri assistiti dagli avvocati Salvatore e Tommaso Pensabene Lionti, annullando il provvedimento che aveva fatto scattare veementi proteste da parte dei titolari dei laboratori. I giudici amministrativi sottolineano come la «lacunosità delle previsioni» non avrebbe evitato «la creazione forzosa di posizioni dominanti» e avrebbe anzi favorito «un mercato oligopolistico».
Decade l’accostamento tra il numero minimo di prestazioni e la loro qualità. «La mera previsione di un obbligo di raggiungimento di una soglia minima di prestazioni annue – scrivono i giudici del Tar – non può ritenersi da sola sufficiente a raggiungere gli obiettivi di miglioramento della qualità dei servizi offerti».
Quella del Tar è solo l’ultimo stop ad alcune decisioni cruciali del governo Crocetta: dal caso Humanitas al Muos di Niscemi. E non si fanno attendere le reazioni politiche, con le opposizioni all’attacco. «La notizia dimostra ancora una volta i gravi danni consumati in questi anni nella sanità siciliana – denuncia Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia – i cui operatori privati, spesso, sono stati costretti ad adire le vie giudiziarie per combattere le ingiustizie e le irrazionalità di un governo non solo inadeguato, ma soprattutto arrogante. Il governo – aggiunge – ora ha una possibilità per uscire dall’impasse in cui si è cacciato: approvare il mio disegno di legge, già pronto in commissione sanità, che regola e disciplina, senza forzature, ma in maniera ordinata, un settore di primaria importanza per i livelli essenziali di assistenza dei cittadini».