“La zona franca? Noi sardi puntiamo alla libertà”

Si tiene oggi a Bruxelles, il vertice europeo che tratterà la modifica del nuovo
codice doganale comunitario. Un argomento molto caro alla regione Sardegna (ma che potrebbe esserlo anche per la Sicilia), che si sta battendo per l’apertura di una zona franca integrale che aiuti l’Isola ad uscire dalla grave crisi che sta vivendo.  Il diniego dell’Ue ha causato non pochi malumori.

Anche perché, come ha ricordato lo stesso presidente sardo, Ugo Cappellacci, “l’immediata attivazione in tutto il territorio della Sardegna di una zona franca integrale è un atto dovuto e già contemplato direttamente ed indirettamente dal vigente quadro normativo nazionale ed europeo che deve solo essere soltanto armonizzato e reso coerente con situazioni del tutto assimilabili come quelle riguardanti, per l’Italia, la Regione della Valle d’Aosta e i territori extra-doganali di Campione d’Italia e di Livigno”.

Dunque, la “Zona Franca”, in questi ultimi mesi, in Sardegna, è diventato il simbolo di una battaglia contro una Ue e uno Stato italiano troppo lontani dai problemi reali dei sardi. Un sentimento che in Sardegna ha radici profonde. L’aspirazione resta quella di un’Isola indipendente. Un fuoco, quello dell’indipendetismo, che soffia forte in Europa: dalla Scozia, alla Catalogna, alla Corsica. Dalla Sicilia alla Sardegna.

Ma chi sono gli “Indipendentisti “ sardi?

Abbiamo raggiunto una di loro. Una “donna che si ribella” come si definisce lei stessa. Il suo nome è Aurora Pigliapochi, da oltre 30 anni operatore culturale, da dieci anni è presente in tutte le battaglie di “Sardigna Natzione” a fianco della propria gente.

Perché la Sardegna dovrebbe essere indipendente?
“Ti risponderò con parole di Antonio Simon Mossa, ideologo dell’ indipendentismo sardo. Lui sosteneva che “siamo colonizzati e si sfrutta la nostra vita e si nega la nostra felicità, si sfrutta la nostra terra e non si riconosce la nostra sovranità sul territorio della Sardegna. Storicamente siamo una Comunità Etnica distinta ed omogenea, e in nome di questa realtà, reclamiamo i nostri diritti non solo di fronte all’Italia ma a tutto il mondo civile”.

La Lista Soberania ha ottenuto lo 0,90 % alle scorse elezioni. Cosa
si sarebbe potuto fare di più? 

“La lista: Indipendenza per la Sardegna- Soberania si poneva come unica alternativa al Sistema politico che ha portato 700.000 sardi sotto la soglia di povertà, un progetto politico che veniva elaborato da lavoratori, aziende e imprese e contro i politici che con la loro ignavia si sono fatti complici delle banche usuraie e di Equitalia. La nostra lista è la ribellione di un Popolo oppresso e sfruttato , di una terra occupata dal 66% di tutte le basi militari Italiane, poligoni di morte sui quali indaga ancora la magistratura di Lanusei e che il giorno 11 marzo 2013 vedra’ processati per omicidio colposo plurimo e disastro ambientale, generali , tecnici e amministratori locali. I pochi consensi alla nostra lista derivano dal fatto che siamo stati ignorati e oserei dire, nascosti dai media nonostante il nostro simbolo sia stato depositato al Quirinale al pari degli altri simboli. Un Popolo portato a scegliere il meno peggio per l’ Italia non e’ stato doverosamente e democraticamente informato; Grillo ha urlato tutto il resto.”

Si è parlato in questi giorni di una delibera di “zona franca” per la Sardegna. Cosa ne pensano i Sardi? Riguarderebbe solo il porto di Cagliari e solo verso i porti fuori dall’ UE? Quindi non porterebbe veri vantaggi a tutta la Sardegna?

“Circa la Zona Franca c’e’ parecchia confusione, anche per la campagna elettorale  in vista delle ormai prossime elezioni regionali previste fra un anno esatto. Noi di Sardigna Natzione Indipendentzia puntiamo alla ‘Libertà’ per essere protagonisti in Europa con i poteri Statuali e non come misera Colonia Italiana. Non ci sono soluzioni di mezzo o mezze soluzioni. La storia ed i suoi tempi non lo permettono più.”

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