Il capogruppo di Forza Italia all'Ars - che lunedì terrà una conferenza stampa a Catania - è il principale accusatore dell'assessora alla Formazione. Ma a chiedere le sue dimissioni per la malagestione del progetto che avrebbe dovuto garantire duemila tirocini ai giovani siciliani, sono anche pezzi del Pd e l'intera opposizione. Nel frattempo indagano i magistrati
La «vicenda torbida» del Piano Giovani Falcone: «I selezionati amici della Scilabra»
Lunica cosa certa è che si tratta di una «vicenda torbida». Così lha definita ieri lassessora regionale alla Formazione, Nelli Scilabra, e nessuno può darle torto. Parliamo del clamoroso flop del click day del Piano Giovani e di tutte le polemiche al vetriolo che gli stanno facendo da corollario. Sul caso, come sappiamo, ci sono già due indagini della magistratura. Una della Corte dei Conti e una della Procura della Repubblica di Palermo che ieri ha interrogato per due ore lassessora Scilabra. La quale, al termine dellinterrogatorio, si è detta «sollevata» dallintervento dei magistrati, come se fosse una comparsa di questa farsa tragicomica di cui in realtà è una delle principali protagoniste.
La vicenda, di giorno in giorno, si arricchisce di particolari sconcertanti. Si parla di piani di assunzioni clientelari e di affari loschi che nulla hanno a che fare con i giovani disoccupati siciliani che avevano creduto nella chance dei tirocini formativi. E lo scontro tra Governo e forze dopposizione (che, insieme con una parte del PD chiedono le dimissioni dellassessore) sta assumendo una intensità senza precedenti. La sensazione è che qualcuno sia stato beccato con le mani nella marmellata e che è troppo tardi per ritirarle. Il vaso di Pandora è stato scoperchiato. Tra le denunce più dettagliate, quella di Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia allArs. Che non si è limitato allattacco politico. Ha fornito, infatti, dettagli di un quadro davvero inquietante suscitando le ire dellassessora Scilabra che oggi ha annunciato una querela nei suoi confronti.
Minaccia che non ha intimorito il deputato, il quale, per tutta risposta, ha convocato una conferenza stampa, per lunedì a Catania – alle 11 e 30 nella sede dellArs di via Etnea – promettendo altre clamorose rivelazioni. Ma cosa ha detto Falcone di così grave? Rileggiamo le sue dichiarazioni: «Crocetta ha chiesto il parlamentare- è a conoscenza che Italia Lavoro nellultimo anno, come emerge dalle comunicazioni obbligatorie on line, ha assunto un numero di persone di gran lunga superiore ai 32 di cui hanno parlato tutti i giornali? Sapeva che la stessa società si apprestava a formalizzare altri 200 contratti?». «Crocetta continua il deputato azzurro è a conoscenza che quel piano di comunicazione che doveva servire a costituire una short list di 18 persone, oggi si è, via via, ingrossato sino a diventare di 94 unità e si è tentato persino di allargare a 110 soggetti?». «E perché non è mai stato bloccato incalza Falcone ancorché il deliberato unanime dellArs? Sarà sicuramente una coincidenza, ma come mai i selezionati sono tutti amici su Facebook sia della Scilabra che del suo segretario particolare Balsamo? Stavolta Crocetta puntualizza il capogruppo di Forza Italia all’Ars come spiega lesigenza di dribblare levidenza pubblica, coinvolgendo anche assessori ignari, e assegnare direttamente, con delibera di giunta di governo, tre mega affidamenti per oltre 2 milioni di euro ciascuno? Non mi pare che su questo ci sia unanime indirizzo delle autorità giudiziarie e contabili!».
Insomma, fatti e circostanze precise, che però per la Scilabra sono solo «dichiarazioni calunniose», frutto di una «macchina del fango» messa in moto «da politici faccendieri e da pochi giornalisti conniventi che cercano attraverso i media di delegittimare i rivali». Per inciso, non stupisce lennesimo attacco alla stampa sferzato dal Governo siciliano di Crocetta. La musica è sempre la stessa: chi critica è connivente con i politici faccendieri o pure peggio. Ci abbiamo fatto il callo. Piuttosto, le parole dellassessora Scilabra sembrano un modo per eludere la sostanza dellintera questione. Messa allangolo, praticamente isolata, cerca di difendersi come può. Anche intonando il canto del cigno: «Colgo l’occasione per lanciare un monito a quanti, in queste ore, stanno pensando di utilizzare contro di me il collaudato metodo della macchina del fango dice lassessora – Sono consapevole che quando si dà fastidio a certi centri di potere si attiva la solita strategia della delegittimazione condita di dossier farlocchi, e promossa da pochi giornalisti conniventi e da politici faccendieri che cercano attraverso media e ricatti di delegittimare i rivali. Ma con me non attacca. La mia storia personale e politica è limpida e cristallina e le mie battaglie sono sempre state condotte alla luce del sole, al fianco dello Stato e delle Istituzioni – conclude l’assessore – Nel mio armadio non troverete scheletri, ma fresco il profumo dell’onestà. State sprecando il vostro tempo, fatevene una ragione».
In ogni caso, come detto, Falcone non si mostra per nulla intimorito dalla querela. Anzi si dice stupito del fatto che ancora non si sia dimessa: «Premettendo che le iniziative giudiziarie in sede civile possono essere sanzionate con la temerarietà della lite, mentre in sede penale con la maggiore controffensiva della calunnia, nessun tentativo di confondere le acque è stato mai fatto, ma solo la necessità di fare chiarezza e rimuovere quel fango che rischia di coprire irrimediabilmente una delle poche speranze siciliane, come il piano giovani», dichiara Falcone, in risposta all’annunciata querela da parte dell’assessora. «A differenza di altri non siamo mai stati giustizialisti – ha continuato il deputato azzurro -, ma gli elettori ci hanno assegnato il ruolo di controllo e impulso e per noi diviene un dovere esercitarlo. Pensavo che chi ha la responsabilità di un segmento del governo regionale, di fronte ad una vicenda di manifesto fallimento e non solo, si sarebbe fermato per evitare di farsi male e coinvolgere altri su una faccenda che appare sempre più complicata e difficile da difendere. Invece mi rendo conto che bisogna fare ulteriore chiarezza e comunicare all’esterno altri fatti su cui chiederemo che l’opinione pubblica, ma, a questo punto, anche le autorità magistratuali ordinarie e contabili, dicano la loro». «Lunedì alle ore 11,30 – ha concluso Falcone – terremo nella sede dell’Ars di Catania, in via Etnea, 73 una conferenza stampa sul piano giovani e su altri fatti ancora sottaciuti».
Ad occhio e croce si prevedono fuochi e fiamme. Così come movimentata si annuncia la seduta della commissione Lavoro dellArs che martedì si occuperà di questa brutta storia. Previste le audizioni dei principali personaggi e interpreti di questo teatrino (Scilabra, la dirigente Anna Rosa Corsello). In ossequi al principio della trasparenza per questa seduta, che di certo interesserà migliaia di giovani, il Movimento 5 Stelle, ha chiesto la diretta streaming. Siamo certi che nessuno dei convocati avrà nulla da ridire.