La UE penalizza le marinerie siciliane

Nuove penalizzazioni per le Marinerie siciliane arrivano dall’Unione Europea. Di scena, la riforma dei controlli sulla pesca, che potrebbe creare non pochi problemi a pescatori della nostra Isola.

Ne è convinto il segretario regionale dell’Ugl Agroalimentare della Sicilia, Giuseppe Messina, che esprime il “disappunto per una norma anti sociale e penalizzante per la credibilità di un intero comparto. Ci apprestiamo a registrare – aggiunge Messina – un nuovo fallimento della politica dell’Ue nel comparto della pesca professionale. Questo perché la riforma europea dei controlli sulla pesca è di difficile applicazione e verrà percepita in Sicilia dalla categoria come vessatoria e punitiva”.

“Contrastare la pesca illegale è giusto e necessario – dice sempre Messina – ma non può e non deve trasformarsi nella caccia ad una intera categoria”.

Il segretario regionale dell’organizzazione sindacale pone l’accento sul rischio sociale a causa dell’introduzione del regime di controlli sulla pesca le cui modalità attuative sono state introdotte dal Decreto MIPAF 2902/2012 (GU n.105 del 07/05/2012).

“L’Unione Europea – sottolinea Messina – ci ha ormai abituato a norme su misura per l’oceano e la pesca intensiva. con la presunzione che possano funzionare anche nelle altre realtà marinare. Ma il Mediterraneo è tutt’altra cosa, non si può fare confusione sulla pesca locale e costiera. Il rispetto dell’ambiente marino, la sostenibilità sono concetti che appartengono a tutti, compresi i pescatori delle nostre zone che da generazioni, traggono la propria sussistenza dall’attività di pesca”.

Per Ugl Agroalimentare, insomma, i pescatori siciliani sono particolarmente attenti agli equilibri ecologici.

Per Messina, “serve una riforma vera della politica della pesca, che metta al primo posto i pescatori, facendoli diventare anche le vere ‘sentinelle’ dei mari. Un approccio peraltro – precisa sempre il sindacalista dell’Ugl – che trova la condivisione dal vice presidente della commissione pesca del parlamento europeo, Guido Milana (dichiarazione all’odierno seminario S&D su: “la gestione della pesca europea attraverso un approccio di sostenibilità eco sistemica”). L’assenza di regole condivise pone i nostri mari alla mercé di altre flotte pescherecce”.

C’è, poi, la questione della pesca illegale. “Viene da chiedersi – osserva ancora Messina – che fine farà la sanzione da 2000 a 6000 euro prevista per la vendita abusiva del pescato da parte dei pescatori sportivi e amatoriali. Sembra infatti che tale sanzione, a seguito della introduzione del DL 59/08 – convertito in legge 101/08 – sia stata cancellata dal legislatore a seguito della integrale abrogazione della legge 963/65″.

Il rischio insomma, è che i pescatori professionisti della Sicilia, già colpiti da una pesante crisi, vengano ulteriormente penalizzati. Mentre la pesca sportiva – che in Sicilia non è mai stata regolamentata per la storica ‘latitanza’ del governo regionale in questo settore (basti ensare che il dipartimento regionale della Pesca è attualmente gestito da un dirigente generale facente funzioni), venga invece agevolata…


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