La scherma oltre gli schemi e la storia di Claudio Radicello Campione su sedia a rotelle: «Lo sport per superare i limiti»

«Voglio fare un appello a tutti i disabili: fate sport perché è anche un modo per socializzare, per integrarsi». A neanche 30 anni il palermitano Claudio Radicello è un campione di scherma affermato. Un lungo palmares, il suo, da fare invidia a tutti gli sportivi. Di ogni incontro Claudio snocciola date e nomi degli avversari, sembra ricordarli tutti. E il suo appello è rivolto a chi, come lui, è costretto sulla sedia a rotella. Claudio infatti pratica scherma in carrozzina da 14 anni, e da tre anni si allena al Circolo Schermistico Mazarese – che ha sede in via Dominici, in una traversa di via Resuttana.

Claudio è un campione, insomma, sotto parecchi punti di vista. «Al momento sono l’unico disabile del circolo – dice – e mi piacerebbe avere qualche altro disabile con cui potermi confrontare. D’altra parte ciò mi stimola molto, perché qui devo superare i miei limiti: allenarmi con atleti normodati è divertente, spesso riesco a metterli in difficoltà e a batterli». E l’esperienza con Claudio ha arricchito anche il circolo schermistico mazarese, che a Palermo conta una ventina di atleti allenati dai due maestri Giuseppe Pugliese e Federica Passafiume, nonché una sessantina di iscritti in totale nelle tre sedi – oltre a quella del capoluogo siciliano ci sono quelle di Castelvetrano e Mazara del Vallo.

Dalla palestra palermitana, infatti, sono tante le iniziative che vanno nella direzione tracciata da Claudio. A partire dall’intesa siglata con Unicef Palermo. «Vogliamo promuovere questo sport attraverso il progetto La scherma oltre gli schemi – racconta Beatrice Raffagnino, referente della campagna Scuola Amica per Unicef Palermo – Già il circolo sta organizzando corsi per ragazzi con disabilità e ipovedenti, mentre noi abbiamo la campagna Sport amico che va nella stessa direzione, quindi ci è sembrato naturale collaborare. Uno sport dunque inteso come superamento dei propri limiti fisici ma anche caratteriali ed emotivi: l’idea è di partire dalle scuole veicolando il messaggio dell’attività agonistica come superamento dell’uguaglianza e delle barriere».

Tra le proposte c’è anche quella di realizzare un calendario il cui ricavato andrebbe a finanziare allenamenti e partite per due ragazzi, nonché di organizzare una manifestazione in una piazza del centro con assalti di scherma all’aperto per dimostrare quanto sia tutto fattibile. In vista soprattutto dei campionati italiani assoluti di giugno che si terranno a Palermo. «Vogliamo anche chiedere la tessera del mosaico per Claudio – aggiunge Beatrice con un sorriso – coinvolgendo il garante della disabilità e direttamente il Comune. Il circolo e Claudio cioè non sono un’eccezione ma possono essere la normalità».

Sorride anche la maestra di scherma Federica Passafiume, giovane ma già con oltre 20 anni di esperienza. «Pratico questo sport da quando avevo cinque anni – dice -, ho iniziato come atleta e poi sono passata a fare la maestra di scherma. Col circolo siamo la sala più prestigiosa della Sicilia nell’arma della sciabola, e sul territorio palermitano esistiamo da dieci anni. Siamo l’unica sala siciliana che ha la squadra femminile di sciabola in A1, mentre quella maschile è in A2. Poi vantiamo tre titoli italiani e diversi vice campioni. E Claudio, ovviamente, che è il nostro capostipite della paralimpica. Vogliamo creare una scherma raggiungibile a chiunque, che di solito si considera uno sport d’elite. E invece lo porteremo a breve ad esempio alla Kalsa, per farlo cioè diventare uno sport popolare».

Claudio ascolta i progetti, in cuor suo sembra soddisfatto di aver contagiato chi gli sta attorno con la propria energia. Per chi è costretto a vivere sulla sedia a rotelle la vita spesso è difficile. Il rischio di abbattersi è dietro l’angolo. Ma lui ha dalla sua una forte sete di vita, che lo porta a restare competitivo e a porsi in continuazione nuovi obiettivi. «Voglio andare avanti con la scherma, continuando a ottenere risultati importanti a livello nazionale restando sulla cresta dell’onda – conferma – Ho cominciato nel 2004. Mio padre mi portò alla Fiera del Mediterraneo, dove si poteva praticare lo sport paralimpico. Inizialmente ho provato il tiro con l’arco, ma con la scherma è stato amore a prima vista. Mi ha catturato molto il duello, il confronto con l’avversario. Ho cominciato a Villa Delle Ginestre. Nel 2004 ho vinto il campionato italiano a Guidonia, poi nel 2005 ho vinto in casa a Palermo. Questi titoli hanno fatto crescere la mia autostima, così ho continuato e ho debuttato successivamente in ambito internazionale, classificandomi al quinto posto al primo tentativo. La prima lettera di convocazione in nazionale è stata emozionante. Nel 2014 ho poi ottenuto la mia prima medaglia a livello internazionale». 

E mentre i successi sportivi si accumulano, Claudio trova pure il tempo di laurearsi col massimo dei voti in Scienze motorie. Nel 2016 poi l’approdo al circolo schermistico mazarese. «Il maestro Pugliese ha accettato questa scommessa di occuparsi anche dello sport paralimpico, perché per lui era la prima esperienza – racconta – Io per esempio qui mi trovo bene, ho legato molto con tutti. Nel 2017 ho inoltre conseguito il titolo di vice campione italiano nell’arma del fioretto. Ho molti idoli schermistici, sia normodotati che paralimpici: da Bebe Vio a Matteo Betti a Emanuele Albertini. Ho fatto molte gare con la nazionale, e devo dire che Bebe Vio è molto simpatica e ha molta energia, è di esempio per tutti i disabili. Il mio prossimo obiettivo, intensificando gli allenamenti e la preparazione atletica, è vincere la seconda medaglia internazionale». 

Andrea Turco

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