Adotta un monumento, è linvito che i ragazzi che protestano contro la Gelmini si sono sentiti ripetere sin da piccoli; e, occupando i simboli del patrimonio storico-artistico dellItalia, lhanno accolto
La resistenza della Torre di Pisa
Forse qualcuno di quei ragazzi avrà pensato: se io fossi la torre di Pisa? Se io fossi il Colosseo? La Mole? La Basilica di San Marco?
“Adotta un monumento!” si diceva a questi ragazzi quando erano piccoli e li si voleva invitare a tutelare il patrimonio storico artistico della loro città. E ora, che il consiglio l’hanno seguito per davvero, volendo tutelare quello che il monumento rappresenta, la cultura italiana messa a rischio dal suo stesso governo, questi ragazzi li si dice vandali. Ma se io fossi il Colosseo (che ai vandali veri era sopravvissuto) certamente lo spavento più più grande provato nei secoli sarebbe stato quello di sentirmi crollare pezzo per pezzo a causa dell’incuria (come è successo qualche mese fa)…
E se io fossi la Torre di Pisa? Sarei felice finalmente di prendere posizione e scendere in piazza, dalla parte degli studenti, dalla parte dell’arte, dalla parte del patrimonio, dalla parte della cultura e, dunque, dalla parte del Paese…
Se io fossi la Torre di Pisa, abiterei in una piazza da Archistars che, poco meno di mille anni fa, Buscheto, Rainaldo, Diotisalvi, Bonanno Pisano e Giovanni di Simone rivestirono di marmo facendone vanto comunale, civico e cristiano… Quella piazza, che in questi giorni a quella civicità si rivolge ancora (e non al vandalismo a cui si vorrebbe abbrutire chi manifesta il suo dissenso), che si appella alle bellezze d’Italia e alla necessità dell’arte e della cultura, qualcuno la nominò Campo dei Miracoli… E il miracolo oggi sarebbe che l’intero Paese, lo Stivale tutto, invece di prenderli a calci questi ragazzi li ascoltasse…