L'appuntamento quotidiano del lockdown con il diario della pagina Facebook della comunità virtuale etnea si è trasformato «in un documento del periodo di ogni catanese semplice». Andrea Carollo racconta a MeridioNews Scinquanta spumature di quarantena
La quarantena de La liscìa catanese diventa un libro «La risposta alla domanda: Chi succiriu ndo 2020?»
Oltre al bollettino della protezione civile e alle dirette del presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, durante la quarantena, i catanesi hanno avuto un appuntamento fisso. Il diario quotidiano sui social de La liscìa catanese, ogni giorno alle 19. «Sin da subito, ho avuto il sentore che quello della quarantena non sarebbe stato un periodo breve», racconta Andrea Carollo a MeridioNews. Così, al terzo giorno del lockdown nella fase 1, è nato un percorso di racconti che, con l’allargamento delle misure di contenimento per la pandemia, invece di concludersi si è trasformato in un libro: Scinquanta spumature di quarantena. «Non era nelle mie intenzioni iniziali, ma è diventato un documento della quarantena vissuta da ogni catanese semplice», spiega l’ideatore della pagina Facebook diventata una grande comunità virtuale catanese.
Un libro nato per rispondere alla domanda che chiunque si sentirà fare dai propri nipoti: «Ma cchi succiriu ndo rumilaevinti? (ma cosa successe nel 2020?, ndr)». Da ivvirus u’ puttanu i cinisi (il virus lo hanno portato i cinesi) a stativi e casi (restate a casa), un diario di bordo della quarantena con storie di catanesità verace tra ironia, umorismo e spunti di riflessione. Con lo stile inconfondibile che La liscìa catanese mantiene da quando è nata il 2 novembre del 2013. «Da ansioso cronico, i primi giorni mi sono chiesto se avrei avuto un racconto al giorno da pubblicare – dice ridendo – Presto mi sono tolto il pensiero dalla testa e ho cominciato a scrivere di getto». Una spontaneità e una genuinità che si colgono bene anche nei testi che hanno fatto cogliere aspetti diversi durante giorni chiusi in casa che sembravano tutti uguali.
«Posso avere barato sui giorni – ammette l’autore – Nel senso che magari ho raccontato nel day 12 qualcosa che è accaduto due giorni prima, ma tutto quello che ho scritto è vero». Storie di vita vissuta dal viale Mario Rapisardi in prima persona mischiate a informazioni e aneddoti raccolti dall’esterno. «Uno per tutti: la guerra spietata a chi correva al Lungomare». Giorno dopo giorno, le pagine si arricchivano di storie di quarantene. «Tra i miei preferiti c’è quello in cui il premier Conte diede l’appuntamento a tutti gli italiani ma arrivò tardi per la diretta – racconta Carollo – facendo succedere quello che abbiamo chiamato il pandemonio della pandemia». Non solo ironia, ma anche spunti di riflessione, «come il giorno in cui ho raccontato della nascita di mia figlia, ricordando che stavo per svenire e le battute con il ginecologo. Sui social – aggiunge – girava la foto di un bambino intubato e volevo provare a trasformare il dolore in forza mettendomi nei panni di chi stava per diventare genitore».
Di tutto questo, adesso rimane un documento che sarà un aiuto alla memoria di un periodo storico. «Rileggendo la bozza per la revisione ho provato una sensazione strana – spiega Carollo – Ho avuto l’impressione di ripercorrere giorni di un passato lontano. Ora che il mondo è ripartito, scorrendo quelle pagine per la prima volta da lettore – continua l’autore che, trasformata la sua passione in lavoro, oggi fa il digital advertising specialist – ho sentito davvero l’incertezza in cui vivevamo chiusi in casa senza certezze sul futuro quasi senza rendercene conto». Impegnati tutti a fare la conta dei giorni. «Non potevo non tenere conto di quel rito e dell’altro grande protagonista della quarantena: il cibo». Questi due aspetti incrociati sono finiti nella copertina del libro.