L’artista siciliana presenta, nell’ambito della sua prima personale presso la galleria palermitana, sculture, ricami e installazioni frutto di materiali già esistenti che, attraverso la manipolazione e la ri-creazione artistica, acquisiscono nuovo valore e significato. Guarda la gallery
La personale di Modica in mostra da Pantaleone Fragile/Epico, la forza di reinventare la materia
Il tempo, la materia e la loro interconnessione. Di questo intricato e delicato rapporto svela le dinamiche Concetta Modica, artista siciliana impegnata in Fragile/Epico, la sua personale attualmente in corso a Palermo presso la galleria Francesco Pantaleone Arte Contemporanea e curata da Agata Polizzi.
Un titolo, quello della mostra, contraddittorio, ambivalente, un’inconciliabilità e un’ambiguità di senso che trovano risoluzione nella ricerca dell’artista, attraverso la materia plasmata, reinventata, sublimata. L’artista lavora materiali già esistenti, intesi come stratificazioni di storie e di esperienze, eppure suscettibili alla caducità del passare del tempo. Ed è proprio in questa forma di manipolazione, in questo lavorio intellettuale e materiale, che Modica ricuce il passato al presente, recupera ciò che solo in apparenza è andato perduto per restituirgli nuova linfa.
«Le opere in mostra alla galleria Francesco Pantaleone arte contemporanea – spiega la curatrice Agata Polizzi – raccontano con estrema forza, il tentativo travagliato dell’artista che misura l’esistenza e cerca, non senza affanno, di plasmare una materia già esistente, con interventi ex post facto. Ed è lì che si gioca il momento più drammatico e intenso del lavoro di Concetta Modica – continua Polizzi -, poiché seppur praticabile la manipolazione delle cose, esiste un limite invalicabile, la consapevolezza dell’imponderabile che rende tutto indefinito, lascia il lavoro aperto e in qualche modo anche affidato al suo destino. In questa indeterminatezza che sfugge al controllo, s’insedia la reale possibilità che il lavoro possa diventare ancora una volta vivo – conclude -, capace di riposizionarsi nella natura».
In mostra sculture, installazioni, maioliche e lenzuola ricamate, raspi d’uva ricoperti d’oro zecchino che si sottraggono all’inevitabile destino di scarto per acquisire nuovo valore e nuova posizione nella natura. I lavori in ceramica sono reinventati non solo nella materia, ma anche nel modo in cui vengono esperiti lungo il percorso della mostra: la porzione di parete che fa da sfondo alle sculture è dipinta di verde, citazione e omaggio all’architetto Carlo Scarpa che adottò questa soluzione espositiva per il Ritratto di Isabella d’Aragona conservato a Palazzo Abatellis.
La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 24 giugno, da martedì a sabato dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Ingresso gratuito.