La metafora del carciofo e dei carduna per ricostituire la cosca Falsone: «Serve punto di riferimento per organizzazione sociale»

La metafora del carciofo e dei carduna (i carciofi selvatici) sembra un paradigma di sociologia delle mafie. Che arriva da chi quel fenomeno lo conosce bene, dall’interno e per esperienza più che diretta. In un dialogo intercettato in carcere è il boss ergastolano agrigentino Giuseppe Falsone, 50 anni, a parlare con la sua avvocata Angela Porcello. Entrambi oggi sono finiti indagati nell’operazione Xydi che ha portato al fermo di 23 persone per associazione mafiosa. «Quando c’è miseria, in un territorio può succedere di tutto. La Sicilia è una terra desolata e ora si formeranno situazioni di piccolo banditismo che sarà micidiale». Il boss arrestato a Marsiglia nel giugno del 2010, dopo oltre un decennio di latitanza durante il quale si sarebbe sottoposto anche a un intervento di chirurgia plastica facciale per modificare i lineamenti del viso, è a colloquio in carcere con la penalista che lo assiste. Seduto di fronte a lei, analizza la situazione facendo ricorso a una metafora presa in prestito dal mondo contadino. Un mondo con cui, discendendo da una famiglia di possidenti terrieri con proprietà estese in due province, è venuto a contatto.

«Lei ce l’ha presente il carciofo? Come si coltiva il carciofo? Quando dà una zappata e tira il carciofo, non c’è più il carciofo. Sotto sparano i carduna. Ogni carciofo si vede che fa 20 carduna. E così – aggiunge il boss calatosi nei panni di un agronomo per spiegare la metafora – è la cosa quando non c’è un punto di riferimento. Ognuno ragiona per conto suo e, invece, ci vuole un minimo di organizzazione sociale no?». Una domanda retorica a cui, dopo una breve battuta della legale che sembra avere apprezzato il paragone con l’ortaggio – «Ora questa cosa del carciofo la utilizzo io» – è lui stesso a dare risposta. «Chi se la deve prendere questa briga di un’organizzazione sociale? Lo Stato dov’è? A noi ci hanno macellato. Perché poi – ammette – è vero che ci sono state le cose brutte, ma ci sono state anche le cose a favore della società. Non è che si può prendere solo il bello, anche il brutto. È così: la vita è complessa». 

Ancora una volta, Falsone sembra parlare per esperienza diretta. Lo scorso 11 gennaio per il capomafia era arrivata dalla Cassazione la conferma dell’applicazione del regime del 41 bis. Carcere che, per lui, non sarebbe stato poi così duro considerando la possibilità di comunicare con altri boss detenuti e anche con l’esterno, tramite cancellieri, un ispettore di polizia e agenti della polizia penitenziaria che adesso sono indagati per concorso esterno in associazione mafiosa. Il capo della famiglia di Campobello di Licata, sfuggito a un mandato di cattura nel 1999 per associazione mafiosa, omicidi e traffico internazionale di sostanze stupefacenti, dopo i diverbi con Matteo Messina Denaro per questioni di estorsioni, è stato considerato molto vicino a Bernardo Provenzano. Per anni è stato inserito nell’elenco dei trenta latitanti più pericolosi del mondo. Nel maxi processo Akragas, il boss – detto Ling Ling – è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio dello stiddaro Salvatore Ingaglio che, tredici anni prima, gli aveva ucciso il padre e il fratello. Il tribunale di sorveglianza di Roma, nelle scorse settimane, aveva rigettato la richiesta presentata proprio dall’avvocata Porcello sostenendo che «il rischio di contatti con l’esterno è ancora sussistente». E, in effetti. 


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]