In sicilia è partita la macchina organizzativa della cgil in vista della manifestazione nazionale, che si terrà il 25 ottobre a roma con le parole d'ordine ''lavoro, dignità, uguaglianza per cambiare l'italia''. Dice michele pagliaro, segretario generale della cgil sicilia: ''il giudizio della cgil su come l'esecutivo sta proponendo l'intervento sul lavoro resta negativo e con esso le ragioni della protesta, come ha reso noto susanna camusso dopo l'incontro di oggi. Per il sindacato siciliano- aggiunge pagliaro- la mobilitazione vuole essere anche un segnale anche per il governo crocetta, che continua a non risolvere alcun problema, come le cronache confermano''.
La Cgil siciliana scalda i motori: in migliaia a Roma per la manifestazione del 25
In Sicilia è partita la macchina organizzativa della Cgil in vista della manifestazione nazionale, che si terrà il 25 ottobre a Roma con le parole d’ordine ”Lavoro, dignità, uguaglianza per cambiare l’Italia”. Dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia: ”Il giudizio della Cgil su come l’esecutivo sta proponendo l’intervento sul lavoro resta negativo e con esso le ragioni della protesta, come ha reso noto Susanna Camusso dopo l’incontro di oggi. Per il sindacato siciliano- aggiunge Pagliaro- la mobilitazione vuole essere anche un segnale anche per il governo Crocetta, che continua a non risolvere alcun problema, come le cronache confermano”.
Per il 25 la Cgil siciliana ha già prenotato due treni speciali, che partiranno da Catania e Palermo, e decine di pullman da tutte le città. ”Stimiamo di portare a Roma migliaia di persone- dice Pagliaro- perché quotidianamente nelle nostre sedi si registrano nuove adesioni alla manifestazione. L’intervento sul lavoro del governo Renzi- sottolinea- non piace, sia nei modi che nei contenuti, il dissenso sulle modifiche all’articolo 18 e sul demansionamento è totale, soprattutto in una regione piena di disoccupati come la Sicilia, dove la gente pensa che senza l’articolo 18 non ci sarà più lavoro ma solo meno diritti per i lavoratori e che per creare occupazione ci vuole ben altro”.