La Catania che grida ‘no’ alla violenza scende in piazza

«No alla violenza e al degrado sociale. Catania grida basta!» è l’urlo che ha unito più di 300 tra associazioni, organizzazioni, gruppi e singoli cittadini che scenderanno in piazza Spedini oggi alle 18. «Non si tratta di iscrizioni – precisa Mirko Viola di CittàInsieme Giovani – ma una forma di adesione e sostegno, in quanto la manifestazione mantiene una unità che non deve badare ad esaurirsi in una somma di sigle».

 

«Sarà una manifestazione senza bandiere» ha sottolineato Roberto Pirruccio, rappresentante degli studenti nella facoltà di Lettere e filosofia presente alla conferenza stampa della manifestazione. «Non ci saranno vessilli né bandiere – dice Pirruccio – perché la volontà di chi ha dato vita a questa manifestazione è quella di mettere i cittadini davanti a sé stessi».

 

La tragica morte dell’ispettore capo di Polizia, Filippo Raciti, in seguito agli scontri del dopo Catania-Palermo ha dato un duro colpo ad una città che fino a questo momento ha subìto passivamente e nella tacita ignoranza uno stato di violenza che non riguarda più e soltanto le zone degradate, ma che, come afferma lo stesso Viola «sarebbe potuto capitare in qualsiasi parte della città». «E’ così che il giorno dopo la tragedia – racconta Viola –  giovani e meno giovani ci siamo ritrovati con il desiderio, non solo di manifestare lo sdegno sconcerto per quello che è accaduto, ma anche e soprattutto per costruire qualcosa insieme. Coinvolgere ragazzi, associazioni e l’intera società civile per dire basta al degrado e discutere su questioni che riguardano l’intera società: legalità, tolleranza, rispetto reciproco, collaborazione. La democrazia insomma, perché queste cose – conclude – non accadrebbero se i giovani avessero delle strutture alle spalle che insegnassero loro come agire».

 

La manifestazione non sarà né un corteo né, come afferma Pierangelo Spadaro, dell’Unione degli Universitari, «una manifestazione fine a sé stessa. Sarà il punto di partenza al quale seguiranno altre iniziative nelle scuole, nelle piazze, che porteremo avanti insieme a tutti quelli che aderiscono. Anche le singole associazioni stanno già elaborando le loro iniziative nel quadro di un percorso per la questione democratica, impegnati anche nella partecipazione ad una città che deve cambiare». «L’assemblea non è stata convocata per parlare fra noi – aggiunge Viola – ma per dare voce a chi non ha potuto parlare fino ad ora: i cittadini sono i veri protagonisti. Il cuore dell’assemblea è il cuore della città, la cittadinanza che si farà sentire».

 

Alla manifestazione infatti potranno intervenire tutti per esprimere le proprie idee e, «per chi non potrà farlo – aggiunge Pirruccio – ci saranno dei cartelloni bianchi dove ognuno potrà scrivere il suo pensiero che verranno sistemati in zone visibili per essere consultati da tutti».

Tutte le idee dei gruppi che scenderanno in piazza domani daranno vita ad un documento che verrà letto durante l’assemblea e che, insieme alle opinioni espresse durante la manifestazione, serviranno a raggiungere una sintesi che sarà il primo passo verso quel desiderio di cambiamento di una società civile che ha dovuto aspettare la tragedia per guardarsi dentro, senza distinzioni politiche o ideologiche. Semplicemente per restituire una dignità ad una città che si è cullata fino ad ora della sua privilegiata posizione geografica, come remissione di ogni peccato. Catania la bella fra il mare e i monti, che non ha pensato alle conseguenze profonde di una perpetrata opera di disinteresse generale a tutti i livelli, forse si è svegliata al grido di una donna che, con dignità, ha espresso il suo dolore ai funerali del marito morto mentre compiva il suo dovere, per una partita di pallone. «Che la morte di Filippo serva affinché qualcosa cambi». E speriamo che questa volta si rimanga svegli…


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