Non ne vogliono neanche sentire parlare. E' un coro di no quello si leva dalla nuova assemblea regionale alla proposta, avanzata dal movimento 5 stelle, di ridurre gli stipendi ai deputati. Pochissime le eccezioni.
La casta/ Ars, taglio degli stipendi ai deputati? Non se ne deve parlare….
Non ne vogliono neanche sentire parlare. E’ un coro di no quello si leva dalla nuova Assemblea regionale alla proposta, avanzata dal Movimento 5 stelle, di ridurre gli stipendi ai deputati. Pochissime le eccezioni.
Si arrampicano sugli specchi, parlano di demagogia e populismo, pur di non contribuire al risanamento delle casse regionali e continuare a papparsi 14mila euro al mese (quasi 11 volte di più del reddito pro capite siciliano, che oggi è pari a 66% di quello medio europeo)
C’è addirittura chi, come l’ex presidente dell’Ars, Francesco Cascio, dice che i tagli sono già stati fatti. A cosa si riferisce? Alla spending review minimale, fatta più per occhio di popolo in piena campagna elettorale e con fascicolo già aperto dalla Procura che indaga sulle spese dei gruppi parlamentari? Davvero spiritoso. Un taglo di 4 milioni l’anno su una spessa complessiva, per il mantenimento della casta parlamentare, di 162 milioni. Ve lo abbiamo raccontato in questo articolo.
C’è poi chi sacarica il barile: “Si d’accordo- diceMichele Cimino, ex assessore regionale della Sicilia e che nei giorni scorsi e’ stato riconfermato parlamentare di Grande Sud “ma prima comincini i burocrati”.
Giuseppe Laccoto deputato uscente e rieletto del Partito democratico sostiene, come riporta l’agenzia di stampa AdnKronos che “i deputati devono avere la possibilita’ di espletare il proprio mandato – e con 2.500 euro al mese e’ praticamente impossibile”. Poverini! Bisogna comprenderli…
Anche il capogruppo del Pd Antonello Cracolici, appena rieletto, boccia la proposta: “Si parla di questo perche’ non si hanno altri argomenti, in Sicilia si vive un dramma sociale e i grillini pensano che i problemi si risolveranno solo con il taglio degli emolumenti. Si va avanti solo a colpo di denagogia…”. Davvero? Mah…Sarebbe comunque un buon inizio, no?
Divertente pure Nicola D’Agostino (Mpa) : “Lo stipendio di un deputato e’ di 5 mila euro. Chi propone di tagliarlo del 50% e’ ipocrita. Non e’ logico diminuirlo, sarebbe poco dignitoso per chi fa politica in maniera seria”. A parte il fatto che non ci risulta che lo stipendio sia di 5mila euro (si è è scordato di aggiungere qualche voce della busta puga?) chi fa politica seriamente, a nostro avviso, non dovrebbe tirarsi fuori dall’esigenza di risanamento della finanza regionale.
Pochissime le eccezioni. Tra queste, Fabrizio Ferrandelli, eletto nella lista Crocetta che all’AdnKronos ha detto “Mi sembra una buona idea, anche perche’ lo stipendio mensile di un deputato equivale allo stipendio di un anno di un precario”.
E pure il deputato Toto Cordare del Pid cantiere Popolare: “Feci la proposta nell’ambito del provvedimento della spending review – ricorda – ma poi non se ne fece nulla…”.Per il parlamentare sarebbe opportuno anche “tagliare le consulenze e le autoblu, cosi’ come i dirigenti esterni”.
D’accordo si dice anche Toti Lombardo, figlio dell’ex governatore appena eletto all’Ars: “Ci sono tanti banditi che lo fanno soltanto per i soldi, ma questi non stanno qui, stanno nel Parlamento di Roma. Comunque l’indennità è eccessiva. Non mi interessano, non faccio politica per i soldi. A me non servono, non ho bisogno di guadagnare 14mila euro perchè me la passo bene”. Si accorgerà presto (strano che gli sia sfuggito) che i banditi sono anche Palermo.
Al di là delle dichiarazioni, si vedrà in Aula, al momento del voto, chi è d’accordo veramente.
Certo è, che da quanto leggiamo sui giornali di oggi, sono davvero pochi quelli che si sono detti favorevoli. La maggior parte tergiversa, o, peggio, con la faccia come il cuoio, dice di no e tenta di arginare il ‘rischi0’ con discorsi degni dei peggiori sofisti e, della solita vecchia, grassa e grossa politica siciliana.