Non ha cantato, ma raccontato una poesia sulle note di Tony Canto, che ha scritto il testo della favola A mare si gioca. Nino Frassica è riuscito ieri sera a sorprendere e a commuovere il pubblico della platea dell’Ariston e quello che stava seguendo il festival di Sanremo da casa. Una favola triste sulla storia dei migranti e in particolare del bimbo che aspetta invano la mano del papà che lo tiri fuori dall’acqua.
L’immagine da cui è nata questa favola di Tony Canto, cantautore, artista e musicista messinese, è figlia della foto di Aylan Kurdi, il bambino siriano di tre anni, annegato insieme al fratellino Galip di cinque anni e alla madre Rehan, a settembre scorso nelle acque dell’Egeo tra Turchia e Grecia. L’istantanea del corpo senza vita di Aylan, con la sua maglietta rossa, i pantaloncini blu e le scarpe da ginnastica ancora ai piedi, ha colpito più di qualunque dibattito sulla questione migranti. L’immagine del bimbo annegato riverso sulla spiaggia di Bodrum ha spinto anche la figlia di Tony Canto a porre delle domande al papà. È da qui che nasce la canzone portata ieri sul palco di Sanremo.
«Ho cercato un modo per spiegare a mia figlia Beatrice quell’immagine. È difficile rendere comprensibile ai bambini il dramma di milioni di persone che muoiono ogni giorno in mare. Lei continuava a farmi domande e tentavo di rispondere usando il linguaggio della favola. Sulla spiaggia c’erano castelli di sabbia e ombrelloni parlanti e così ho cominciato a pensare a questa canzone». Nel testo il riferimento ad Aylan è chiaro quando sulla spiaggia «ci sono bambini che giocano a stare immobili con la faccia in acqua senza respirare, perché tanto lo sanno che sta per arrivare la mano forte del papà che li prenderà e li farà giocare».
La favola amara ha riportato all’attenzione del grande pubblico il dramma dei migranti che continuano a morire in mare. «Si può giocare al gioco dello scafo – recita un altro verso – si sale tutti su un gommone, fino a riempirlo all’inverosimile, quando quello che porta il gommone, che comanda, dice di buttarsi tutti a mare ci si butta a mare, è un gioco». Una favola che trasforma il dramma in gioco e i profughi in delfini: «Abbiamo visto 366 delfini impigliati nelle reti, forse per fame, forse perché c’era una guerra sottomarina tra pesci, noi li abbiamo liberati tutti dalle reti e li abbiamo visti nuotare velocissimi, saltare fuori dall’acqua e inseguirsi… giocavano». A interpretare questa poesia sul palco dell’Ariston Tony Canto ha voluto Nino Frassica. «Quando mi ha proposto di cantare una sua canzone, pensavo a una cosa ironica o in dialetto siciliano – ha spiegato ai giornalisti – invece quando ho letto il testo e il suo messaggio mi sono chiesto se ero in grado di farlo. Poi ho capito che Tony lo stava chiedendo a me come persona e non come attore. E lì sul palco ero più persona che attore».
Il brano A mare si gioca promuove la Campagna Bambini in Alto Mare dell’Associazione Ai.Bi. Amici dei Bambini, impegnata in Italia e in Siria a sostenere i più piccoli e le loro famiglie. La canzone è accompagnata anche da un videoclip, realizzato dal regista e videomaker Tiziano Russo con la produzione Passo Uno.
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