Ismaele La Vardera, le elezioni viste da Centrodestra «La politica ha perso il polso della città, tocca a noi»

Ismaele La Vardera studia da sindaco. È il più giovane tra i candidati alla poltrona più importante di Palazzo delle Aquile e quando non è in giro sulla sua Ape a battere palmo palmo le periferie cittadine per incontrare la gente e presentare la propria proposta elettorale si informa su bilancio e partecipate. «Io non nasco assolutamente politico e non auspico di diventare politico – spiega – Sono stato dall’altra parte della barricata e da giornalista ho raccontato le nefandezze della politica». Lasciati però i riflettori della televisione, ha lavorato in programmi come Le Iene e OpenSpace, La Vardera ha le idee chiare su quello che potrebbe essere il suo nuovo percorso, quello politico, in barba alla carta d’identità che lo vede poco più che ventenne. «C’è una fetta di popolazione di questo Paese e di questa città, i giovani – aggiunge – che non ha assolutamente rappresentanti. E quelli che li dovrebbero rappresentare usano solo questa classe generazionale come bacino di voti da usurpare e deturpare».

Da qui e da una proposta, che dapprima è stata avanzata dai Comitati civici quasi come una provocazione, l’idea di una candidatura. «Mi sono detto: “Perché non rappresentare me stesso per primo e una generazione che si è allontanata dalla politica perché la politica si è allontanata da loro?”». Poi la svolta, anche nei sondaggi, arrivata con un’investitura a sorpresa in diretta nazionale da parte di Matteo Salvini e l’apparentamento con la lista del leader del Carroccio e con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Un’investitura pesante, che La Vardera non solo ha accettato di buon grado, ma che ha fatto subito sua definendosi l’unico rappresentante del centrodestra tra i candidati. «Lo rivendico senza problemi. Con Salvini condivido diverse visioni politiche, su altre c’è un continuo dibattito e lo stesso con Fratelli d’Italia, allora mi sono detto: “Andiamo avanti, facciamo un percorso insieme” e così è stato». 

E delle sue alleanze il giovane candidato non si vergogna, tanto da inserire i simboli di Noi con Salvini e Fratelli d’Italia assieme a quello di Il centrodestra al centro del simbolo della sua lista. «Stiamo assistendo alla fuga dai partiti, al rifiuto dei simboli, ma le facce sono sempre le stesse», spiega, non risparmiando critiche alle diatribe sui simboli e i nomi dei grandi partiti che hanno tenuto banco all’inizio della campagna elettorale tra i due candidati più accreditati: Orlando e Ferrandelli. «Si vuole fare l’antipolitica e i finti grillini – continua  ancora – quelli che dicono che vogliono innovare tutto, portare novità e poi si apparentano con partiti che hanno una storia specifica diametralmente opposta. Sarebbe bastato dire di rivedersi nel pensiero di queste compagini e accettarne proposte e simboli. Io ho avuto il coraggio di farlo».

Tra le sue intenzioni dichiarate c’è quella di riportare la politica a parlare con i cittadini. A interessarsi. Anche se non sempre la risposta voluta è stata quella attesa. «La gente mi dice “sei bravo, vai avanti, siamo con te”, ma noto che spesso non va oltre alla buona dialettica. Nessuno mi chiede mai di programmi, dei miei piani per affrontare i problemi principali di questa città e la cosa un po’ mi rattrista. Mi rattrista perché è il segno che negli ultimi anni abbiamo spostato l’attenzione sulle facce, sull’oratoria, dimenticandoci che politica è contenuto, idee, innovazione». E per lanciare quella che lo stesso candidato chiama operazione trasparenza, Ismaele La Vardera si affiderà a una lista che alterna volti nuovi ad altri più rodati sul panorama politico cittadino. «Stiamo cercando di creare una squadra- conclude – che mette insieme persone che hanno esperienza, persone competenti, uno fra tutti Raul Russo, che è già stato assessore a Palermo e ha avuto diverse esperienze.  Ismaele La Vardera è il frontman di una squadra di professionisti, di persone che hanno esperienza, e che semplicemente cerca di sintetizzare quello che è un progetto ampio».

Ismaele La Vardera ha offerto a MeridioNews la propria visione e i propri programmi per sette tra i temi più caldi di questa campagna elettorale suggeriti dai cittadini. Le stesse domande verranno poste a ogni candidato nelle interviste a venire.

SOCIETÀ PARTECIPATE – «Razionalizzare, razionalizzare, razionalizzare. A fronte di costi elevatissimi per i cittadini c’è un servizio assolutamente basso. Bisogna razionalizzare i costi, uno fra tutti, l’officina di Amat in via Roccazzo, non adeguata ma incredibilmente costosa per una delle partecipate più grandi del Comune. Basta andare a spulciare i bilanci, a vedere chi fa che cosa e dove, per capire dove intervenire. Abbiamo un esercito di uscieri al Comune di Palermo, la nostra idea però è quella di provare a distribuire meglio i dipendenti. Inutile far stare cinque o sei persone davanti a una porta, usiamo i mezzi e le persone che abbiamo per fare le cose. Si potrebbe creare una nuova figura, come quella del custode dei monumenti. Affidiamo a una persona la possibilità di dovere custodire un bene: curarlo, pulirlo, evitare gli atti vandalici, impararne la storia per potere dare informazioni in merito, risolvendo così anche il problema dell’abbandono di tanti monumenti».

MOBILITÀ – «Il tram è una risorsa, sono assolutamente a favore di questo nuovo servizio. Il Comune ha avuto la possibilità di investire questi soldi europei, quindi bene, in questo caso va fatto un plauso, ma da solo non basta. Mondello va pedonalizzata, non è possibile che in un lungomare come quello di Mondello ci siano gli ingorghi del traffico in agosto, ma per farlo bisogna implementare i mezzi pubblici, ampliare i parcheggi, rafforzare le navette e aumentare il numero delle corse. Stessa cosa vale per la Ztl, noi siamo dei sostenitori della Ztl, ma così com’è se la tenga Orlando, non ci piace. La mobilità deve essere sostenibile, a basso impatto ambientale, ma deve permettere al cittadino di muoversi, non può mica volare».

RIFIUTI – «Noi abbiamo una raccolta differenziata al 12 per cento e questo è un problema serio, perché non solo la nostra città è sporca, ma non ha nemmeno una cultura green. Il servizio della raccolta differenziata va implementato e deve essere efficiente. I mezzi e gli uomini a disposizione ci sono, ma molto spesso lavorano anche male perché vengono pagati in ritardo, perché non ci sono i soldi, perché il sindaco che lo sa fare sta facendo un’ennesima anticipazione di cassa portando la soglia al massimo e portando il palermitano nei prossimi anni a essere oberato di tasse. La differenziata è il primo step, poi serve una sorta di sensibilizzazione del cittadino per fargli capire che la strada sotto casa è anche casa sua. Per questo uno dei punti del nostro programma è quello di creare la tessera del cittadino. Vogliamo dare a ciascun palermitano sopra i 18 anni una tessera, una sorta di carta fedeltà su cui saranno implementati dei punti per ogni comportamento virtuoso, dalla differenziata ai parcheggi. Questi punti daranno diritto ad agevolazioni, sgravi fiscali o semplicemente ingressi gratuiti nei luoghi di cultura».

PERIFERIE – «Siamo partiti ormai da due mesi con il nostro ApeTour in giro per le periferie della città, perché non è possibile che le circoscrizioni siano soltanto degli organi propositivi. Diamo alle circoscrizioni dei poteri. Se noi implementassimo anche con dei bilanci le circoscrizioni ci sarebbero meno responsabilità accentrate a un Consiglio comunale e a un sindaco. Decentrare significa rafforzare ed essere presenti. È incredibile che nel 2017 ci siano zone di Palermo senza i servizi essenziali».

DEGRADO DEI BENI CULTURALI – «Non possiamo essere capitale della cultura e avere i musei chiusi la domenica, non può non esserci un servizio di informazioni efficiente a Mondello e in altri posti ad alto afflusso turistico. Dobbiamo iniziare dal prendere il nostro fantastico patrimonio comunale e provare a valorizzarlo. La proposta del custode dei monumenti va in questo senso. Poi anche lì c’è bisogno di razionalizzare, di conoscere quali sono tutti i beni di proprietà del Comune. Di ristrutturare. Bisogna essere capitale della cultura, ma con i fatti di ogni giorno».

EMERGENZA ABITATIVA – «Le risposte alla gente, sul tema, si danno facendo una verifica intanto sulle persone che attualmente beneficiano delle case popolari per vedere se veramente gli spettano. Poi va fatta una razionalizzazione del patrimonio comunale, inclusi i beni confiscati alle mafie e che versano in stato di abbandono. Un Comune che funziona è un Comune che parte dalle attività sociali. Rivedrei le delibere e determine una per una per vedere se i soldi sono stati spesi bene finora».

STADIO – «Favorevoli al nuovo stadio. Il Comune deve dare una mano perché questa cosa possa accadere. So che il presidente del Palermo Baccaglini ha incontrato Orlando e ha dei piani ben precisi, l’ho incontrato anche io che, come lui, vengo dalla famiglia de Le Iene e abbiamo anche parlato dello stadio. Si farà».


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