L'appuntamento è per domani, alle 18.30, all'Ostello degli elefanti di via Etnea. Saranno un lungo elenco di relatori a spiegare i motivi che li hanno spinti a non lasciare la propria terra e a impegnarsi dove sono nati. Per rispondere a una domanda: «Quand'è che diventa un fatto collettivo?»
«Io resto, oltre il coraggio», i perché di una scelta Testimonianze a confronto di chi non è emigrato
«Cosa c’è oltre il coraggio della scelta di restare? Dove e quando la scelta supera l’individuo e diventa collettiva?». Se lo chiedono i giovanissimi che hanno organizzato, per domani alle 18.30 all’Ostello degli elefanti, un dibattito sul tema dell’emigrazione. Partendo da un dato: «Negli ultimi vent’anni – scrivono – 2,5 milioni di persone sono emigrate dal Sud, soprattutto giovani, partiti per studiare o lavorare». Il risultato sono città svuotate e un territorio che cede menti fresche e brillanti ad altre regioni d’Italia o Paesi del mondo. Ma non tutti vanno via: «C’è, invece, chi ha avuto il coraggio di rimanere, cambiare, migliorare il nostro territorio».
L’appuntamento prende le mosse da un’iniziativa di quasi due anni fa. Si chiamava #Ioresto per #fareterritorio ed era una conricerca su base regionale che serviva a rispondere a una domanda: quanto incidono l’attivismo sociale politico nella scelta di rimanere nella propria terra? «Scegliere di rimanere, che non è scontato né facile, vuol dire rinunciare: alla carriera o a possibilità economico-sociali». Ma spesso vuol dire anche inventarsi delle possibilità, crearne di nuove, fare i conti con la costruzione di nuove realtà. Un dato che emerge anche dalla scelta dei relatori dell’evento.
A partire da Salvo La Porta, fondatore della Villaggio Maori edizioni (che edita, tra gli altri, il libro sul femminicidio di Stefania Noce e quello sul crack di Wind Jet); passando poi per Emanuele Feltri, l’imprenditore agricolo che da Catania si è trasferito a Paternò, per la sua battaglia contro la mafia rurale, ha subito diversi atti intimidatori; Piero Mancuso, dei Briganti rugby di Librino, che dopo avere occupato il campo San Teodoro è riuscito a ottenerlo in gestione dall’amministrazione comunale e ha lanciato una campagna di crowdfunding per rifare il prato; arrivando fino a Ludovica Intelisano (del coordinamento universitario), Erika Garozzo (Centro sociale Liotru), Dario Pruiti (avvocato e presidente di Arci Catania), Antonio Lo Re (La compagnia del fermento), Roberta Amato (Sikul’arte) e Marcello Ranno (Ostello degli elefanti).