Il gip Agostino Gristina ha disposto la perizia sul supporto informatico che ha prodotto da procura della Repubblica. E su questo si baserà la perizia che inizierà la prossima settimana e che dovrà essere terminata entro 30 giorni.
E’ questo il risultato della prima udienza per l’incidente probatorio richiesto dall’avvocato Fabio Bognanni, legale del cronista dell’Espresso Piero Messina e in un primo momento anche di Maurizio Zoppi adesso difeso da Nino Caleca). I giornalisti sono accusati di diffusione di notizie false e calunnia a seguito della pubblicazione dell’articolo dello scorso luglio in cui hanno riportato la presunta frase che Matteo Tutino, ex primario della chirurgia plastica di Villa Sofia, avrebbe detto al presidente Crocetta: «Lucia (Borsellino) va fatta fuori come suo padre». Questa frase, a detta dei giornalisti, è contenuta in una intercettazione la cui esistenza però è sempre stata smentita dalla procura di Palermo. Proprio per questo Fabio Bognanni, legale dei giornalisti , lo scorso 18 agosto aveva chiesto l’incidente probatorio, nel tentativo di avere tutte le intercettazioni, telefoniche e ambientali, incluse quelle ritenute inutilizzabili e non trascritte. Richiesta accolta il 13 ottobre scorso, oggi la prima udienza. Il perito nominato dal gip è l’ing D’Amico, quello nominato dai legali dei cronisti è Vincenzo Falzone.
«Se l’intercettazione non dovesse esserci – dice l’avvocato a MeridioNews – e non troviamo quello che cerchiamo, allora decideremo come muoverci. E’ chiaro che attendiamo l’esito della perizia tra trenta giorni per le deduzioni. Ci rivedremo quindi a dicembre».
L’obiettivo dell’avvocato Bognanni è dimostrare l’esistenza di quella intercettazione, o meglio «il brano di un audio – come scritto dall’Espresso – che a maggio 2014, uno degli investigatori fa ascoltare ai cronisti», e che a distanza di poco più di un anno, il 2 luglio scorso, alle 13,19, lo stesso investigatore, “ricorderà” a Messina il quale, dopo pochi giorni pubblicherà l’articolo su l’Espresso. Un’intercettazione sulla cui esistenza e soprattutto sulla sua presunta diffusione ai giornalisti, gli investigatori hanno ascoltato anche il capitano dei Nas Mansueto Cosentino (comandante del nucleo della Sicilia occidentale fino al 3 maggio 2014 quando è stato trasferito a Desio, ndr), indicato da Piero Messina e da Zoppi, come colui che avrebbe fornito la registrazione.
L’aggiunto Leonardo Agueci e il sostituto Claudio Camilleri, oggi in apertura di udienza avevano chiesto la revoca dell’ammissione dell’incidente probatorio, sostenendo che non ci fossero i presupposti e rilevando che pende ancora l’indagine per truffa su Tutino e dunque la sussistenza del segreto investigativo. L’istanza invece è stata respinta.
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