Insulti razzisti al comizio di Matteo Salvini Un sostenitore: «Ho il diritto di ascoltarlo»

«Ho 66 anni e non sono razzista, ma ho il diritto di poter ascoltare Salvini, per questo ho chiesto alla ragazza di andare via e tornare tra i contestatori». Salvatore Pulvirenti era presente ieri in piazza Lucia Mangano a San Giovanni La Punta per il comizio del segretario della Lega Nord. «Avevo un’ora di tempo libero e sono andato ad ascoltarlo, non seguo di solito questi eventi, ma ero curioso», racconta. Mentre Matteo Salvini parlava di immigrazione e contadini del Sud, alcune persone avrebbero aggredito verbalmente una ragazza che inveiva contro il politico. Al punto da provocare la reazione di Alex Beraki, 34enne nato a Catania di origine eritrea, che si è messo in mezzo, ricevendo in risposta insulti razzisti. 

Pulvirenti ha contattato MeridioNews per raccontare la sua versione dei fatti. «Avevo il piacere di sentire Salvini – spiega – ma le urla della ragazza che gridava “Vergogna, sei una merda”, me lo impedivano, quindi mi sono avvicinato pregandola di allontanarsi e di andare a manifestare altrove. Ma subito due persone, il ragazzo di colore pseudocatanese e un altro che si è presentato come il fidanzato, sono intervenute con fare spocchioso, dicendomi “qual è u problema”?». 

[Video di Alessio Tricani]

Versione diversa – e, in base alle testimonianze raccolte, probabilmente riferita a un differente momento del comizio – rispetto a quanto hanno raccontato Beraki, la ragazza aggredita e un altro testimone. Che hanno parlato di più persone inveire e protendere le mani verso la giovane. «Non c’è stata nessuna aggressione fisica – ribadisce Beraki – ma il tono minaccioso e le braccia protese mi sono sembrati elementi sufficienti per intervenire in sua difesa». Gesto che gli sono costate offese come «Sporco negro, ora ti dugnu na manata». A lui oggi è giunta la solidarietà della Cgil di Catania, con cui il 34enne collabora. «Ciò che è avvenuto – scrive il sindacato in una nota – pone un interrogativo molto serio sull’imbarbarimento del linguaggio politico e su certi comportamenti razzisti ai danni di cittadini stranieri, migranti o di provenienza extracomunitaria ma comunque cittadini italiani».

«Non ho sentito gli insulti razzisti, altrimenti io stesso mi sarei indignato – commenta il sostenitore 66enne di Salvini – non sono mai stato razzista e ho anche qualche amico di colore, visto che ho lavorato per alcuni anni a Sigonella». Pulvirenti si definisce un uomo di destra, quella legata al Movimento sociale italiano. «Ma non pensi che sono un picchiatore fascista – si affretta a precisare – Ho votato per Berlusconi e me ne rammarico, ultimamente ho disertato le urne, adesso condivido alcune delle cose che dice Salvini: ad esempio quando parla del coinvolgimento dell’Europa nella gestione dell’immigrazione, non mi pare che ci sia razzismo nelle sue parole, sostiene solo che chi arriva in Italia deve avere un’autorizzazione. In questo settore c’è tanta speculazione». 

Il passato è passato. È stata una delle frasi più ricorrenti ieri in piazza a San Giovanni La Punta tra i sostenitori del segretario della Lega. «Non ho mai sentito Salvini parlare male del Meridione, quello era Bossi. Adesso l’appartenenza partitica non significa niente. Pensi che quando nacque la Lega, i miei genitori avevano l’opportunità di trasferirsi a Milano per lavoro, ma non andarono perché si spaventarono per le parole di Bossi, ma io ho sempre pensato che erano sciocchezze». Voterà Salvini alle prossime elezioni? «Non so ancora, non conosco nessuno dei politici siciliani che lo seguono, però – conclude – di quello che ha detto al comizio mi è piaciuto tutto».


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Ha 66 anni, si definisce un uomo di destra e ieri era in piazza a San Giovanni La Punta, quando Alex Beraki, 34enne catanese di origine eritrea, è stato offeso per aver difeso una ragazza. «Anche io ho chiesto alla giovane di andarsene, ma non sono razzista e non ho sentito quella frase»

Ha 66 anni, si definisce un uomo di destra e ieri era in piazza a San Giovanni La Punta, quando Alex Beraki, 34enne catanese di origine eritrea, è stato offeso per aver difeso una ragazza. «Anche io ho chiesto alla giovane di andarsene, ma non sono razzista e non ho sentito quella frase»

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