A Giarre l’era di Benedetto Mancini stenta a decollare, tra pagamenti ai tesserati, iscrizione alla prossima derie D e la collaborazione annunciata – ma mai proposta nero su bianco – con il parco dell’Etna. Sono giorni di tribolazione per la società e i suoi tifosi. Il club, reduce da una salvezza colta solo all’ultima giornata, ha dovuto fare i conti anche con la fine dell’era del duo composto da Giulio Nirelli e Marco La Rosa. Un clima di incertezza che non si è certo placato con il passaggio di consegne tra la vecchia proprietà, desiderosa di disimpegnarsi, e il nuovo patron, quel Mancini protagonista dell’ultima fase della controversa vicenda del Calcio Catania.
Anche a Giarre l’operato dell’imprenditore romano sembra costellato da costanti difficoltà, in prima battuta il pagamento delle spettanze relative alla stagione 2021/2022 ai tesserati. Un inceppo che, secondo le rassicurazioni di Mancini, dovrebbe essere risolto nelle prossime ore, e che si sarebbe generato a causa della disponibilità in Lev bulgari dei conti dell’imprenditore che devono essere convertiti in Euro.
Ma non è il solo tassello mancante in questo avvio di stagione dei gialloblu. Il club deve ancora formalizzare l’iscrizione alla prossima serie D, ancora non ottemperata per poi volgere il proprio sguardo alle diverse criticità presentate dallo stadio Regionale, prima tra tutte l’inagibilità della tribuna centrale, da troppo tempo interdetta al pubblico.
Tra le iniziative annunciate dal patron anche l’ipotesi di una collaborazione con il parco dell’Etna, ma l’ente non è stato messo ancora a conoscenza delle intenzioni di Mancini. Un rapporto che il presidente Carlo Caputo, raggiunto dalla nostra redazione, smentisce seccamente: «Ho appreso, dall’articolo pubblicato oggi su un quotidiano locale, come Mancini abbia indicato il parco come possibile futuro beneficiario di qualche azione di promozione. Secondo quanto riportato, l’imprenditore parla di un dialogo avviato con l’ente. A oggi, però, non c’è stata alcuna interlocuzione. Mancini non ha parlato con me o con i dirigenti dell’ente e non capisco come possa dire il contrario, chiamando in causa un ente pubblico. Non vorrei che utilizzasse enti pubblici per accreditare azioni sue. Del resto il parco dell’Etna, è notorio, non si occupa di calcio».
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