Incremento ippico, la Regione taglia i fondi «A rischio 40 dipendenti e oltre 120 animali»

Oltre 120 equini e un’azienda agricola da 45 ettari a Militello a rischio, così come circa 40 dipendenti. È l’organico dell’Istituto per l’incremento ippico di Catania, meglio conosciuto come Stallone, messo in ginocchio dai tagli regionali ai fondi per la manutenzione degli animali e da quelli per gli stipendi dei lavoratori. «Siamo in stato di agitazione e in assemblea – spiega uno dei dipendenti, Giuseppe Nicotra – Non possiamo scioperare, dobbiamo curare gli animali, non è un servizio che si può interrompere».

La situazione di allarme nasce dai progressivi tagli, oltre 700mila dal 2005, imposti ad un ente che negli scorsi mesi è stata nel mirino del governatore Rosario Crocetta che ne ha anche proposto la soppressione. Una situazione complessa, fatta di contraddizioni burocratiche in quello che Nicotra chiama «retaggio feudale». «Noi non siamo dipendenti privati, né abbiamo contratti bracciantili o commerciali. Dipendiamo dalla Regione». Che, per cause sconosciute, anziché snellire iter e passaggi pagando direttamente i propri lavoratori, destina i fondi all’istituto che a sua volta si occupa dei pagamenti. Nella redazione del bilancio dell’anno scorso, erano presenti 300mila euro in meno rispetto alle spese previste, ma le promesse di ricevere delle integrazioni sono state disattese dall’aula. «Hanno tagliato tutto e adesso non si può fare più nulla a causa dei vincoli del patto di stabilità».

Ieri i deputati regionali del Movimento 5 stelle hanno presentato un’interrogazione sul tema chiamando in causa gli assessori all’Economia e all’Agricoltura. «Da tre mesi non riceviamo lo stipendio, ma è dall’anno scorso che arriva a singhiozzo», afferma Nicotra. E a rimetterci sono anche gli animali che non ricevono la giusta alimentazione, «questo vale per gli stalloni, un centinaio circa», spiega. «Il nostro direttore non potrebbe firmare l’ordine di acquisto per il foraggio, il fornitore lo sta dando a credito», prosegue il dipendente che spiega anche come l’Istituto catanese contribuisca all’indotto delle aziende agricole della regione. «Il nostro servizio riguarda tutti gli allevatori privati – continua Giuseppe Nicotra – Ad esempio, chi ha una puledra la porta da noi per farla montare». Ma l’ente è anche specializzato nella protezione delle specie rare, l’incremento di quelle locali in via di estinzione, il miglioramento di quelle esistenti. «Fino a qualche anno fa riuscivamo a dare un premio agli allevatori che avevano gli esemplari migliori, spesso erano gli unici fondi sui quali potevano contare».


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I lavoratori dell'istituto catanese sono in stato di agitazione. Da tre mesi non ricevono lo stipendio e da un anno le buste paga arrivano a singhiozzo. Problemi anche per puledri e giumente, nutriti solo grazie ai fornitori che stanno anticipando il foraggio. Ieri il Movimento 5 stelle ha presentato un'interrogazione all'Ars, ma la questione è lontana dal trovare una soluzione dato che, qualche mese fa, il governatore Crocetta aveva ipotizzato la soppressione dell'ente

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