Dall’amore per la danza alla scienza: chi era Chiara, la 19enne travolta e uccisa ieri alla Circonvallazione di Catania

Era il suo primo anno da adulta. La prima volta fuori casa, dal piccolo paese alla città. La prima esperienza universitaria, da matricola a Scienze biologiche a UniCt. E ieri per Chiara Adorno, 19enne di Solarino, doveva essere una spensierata serata con il fidanzato, coetaneo dello stesso paese del Siracusano. Una serata finita invece in tragedia, con la vita della giovane spezzata da un incidente alla Circonvallazione di Catania mentre attraversava sulle strisce pedonali poco dopo il tondo Gioeni, in direzione Misterbianco. Prima l’impatto con uno scooter che ha diviso la coppia e sbalzato Chiara, poi presa in pieno da un’automobile che, secondo quanto raccontato dai testimoni a MeridioNews, procedeva a velocità sostenuta. Inutile il tentativo di soccorrere la ragazza, mentre il fidanzato, che ha riportato lievi ferite, è tornato a casa già ieri sera.

La notizia si è sparsa presto a Solarino dove l’intera comunità, oggi, è incredula. E si stringe intorno al dolore del padre di Chiara – ex dipendente del Libero consorzio comunale di Siracusa (l’ex provincia, ndr), oggi in forze agli uffici dell’area marina protetta del Plemmirio – e della madre, insegnante di scuola media. Originari del paese del Siracusano, i genitori della giovane avevano vissuto per diversi anni al nord, a Bolzano, dove il padre aveva vinto un concorso per lavorare alla provincia. Lì è nata Chiara – la minore di due sorelle – tornata alle origini già da una decina d’anni. Dopo gli studi al liceo scientifico a Siracusa, aveva scelto di iscriversi all’università, in Scienze biologiche, e di trasferirsi a Catania. Nella sua giovane vita, anche tante passioni: dalla danza agli animali.

Anche in Comune, dove lavora la madre del fidanzato della giovane, le facce sono tirate e molti occhi umidi. «È una tragedia che sconvolge tutti», ripete Giuseppe Germano, sindaco di Solarino. Appresa la notizia già ieri sera, il primo cittadino si è messo in contatto con i parenti più stretti della giovane, ma non ancora con i genitori, rispettando il loro momento di dolore. «Chiara era una bambina, conosco la sua famiglia, sono persone meravigliose – continua Germano – È impossibile da accettare: mandi tua figlia all’università e te la restituiscono in una bara. Non istituiremo per scelta il lutto cittadino, per evitare che la vicenda venga strumentalizzata». E una nota di cordoglio arriva anche dall’università di Catania che da poco aveva accolto Chiara tra le sue matricole: «Siamo ancora increduli e sconvolti per questa nuova giovane vita spezzata – scrive il rettore Francesco Priolo -, e ci stringiamo ai suoi familiari, manifestando loro le condoglianze dell’intero ateneo. Ci auguriamo che possa essere fatta presto piena luce sull’incidente che è costato la vita alla nostra studentessa e al tempo stesso speriamo che possano migliorare le condizioni dell’altro giovane rimasto coinvolto nell’incidente».

Il rettore ricorda poi un altro lutto vissuto dalla comunità accademica: la morte di Danilo Di Majo nel 2017, anche lui investito e ucciso mentre attraversava sulle strisce pedonali, poco distante dall’incidente di ieri, davanti la Cittadella universitaria. «Occorre una sinergia di tutte le istituzioni affinché non si ripetano queste tragedie – conclude Priolo – Insieme dobbiamo riuscire a mettere in campo tutte le soluzioni e gli accorgimenti utili a ridurre la pericolosità degli attraversamenti sul tratto viario della circonvallazione, dovuta soprattutto alla velocità con cui gli automobilisti quotidianamente lo percorrono, e soprattutto sensibilizzare i cittadini a rispettare il codice della strada».


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