La procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta su quanto accaduto alla Ocean Viking della ong Sos Mediterranee in acque internazionali. La nave, con 87 migranti a bordo, sarebbe stata centrata da colpi di arma da fuoco esplosi dalla guardia costiera libica. La procuratrice Sabrina Gambino ha fatto avviare accertamenti dalla polizia scientifica che ha eseguito i primi […]
Spari contro la Ocean Viking: la procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta
La procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta su quanto accaduto alla Ocean Viking della ong Sos Mediterranee in acque internazionali. La nave, con 87 migranti a bordo, sarebbe stata centrata da colpi di arma da fuoco esplosi dalla guardia costiera libica. La procuratrice Sabrina Gambino ha fatto avviare accertamenti dalla polizia scientifica che ha eseguito i primi rilievi sulla nave e poi saranno raccolte le testimonianze. Migranti ed equipaggio sono in quarantena. «Individueremo il posto in cui è avvenuto e poi prenderemo le determinazioni necessarie. Dobbiamo ricostruire cosa è accaduto», ha detto la procuratrice Gambino all’Ansa.
Sui colpi sparati contro la Ocean Viking ha acceso un faro anche la Commissione europea: «Abbiamo contattato le autorità libiche per chiarire i fatti, è loro compito dire cosa è accaduto», ha annunciato una portavoce, precisando che si stanno «stabilendo i fatti» e non si è «ancora alla fase delle possibili conseguenze». I componenti della nave, sbarcata ieri ad Augusta (in provincia di Siracusa) con 87 migranti, hanno accusato la guardia costiera libica di avere esploso colpi di arma da fuoco contro di loro per venti minuti. Sul fronte politico, il coportavoce dei Verdi e deputato di Avs Angelo Bonelli, ritiene «intollerabile che le nostre motovedette vengano trasformate in strumenti di violenza contro chi salva vite. Il silenzio di Giorgia Meloni – aggiunge – è un atto di resa politica e morale che umilia il nostro Paese davanti all’Europa e al mondo». Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è intervenuto sui salvataggi nel Mediterraneo, ribadendo che «è lo Stato che contrasta i trafficanti di esseri umani e gestisce e coordina i soccorsi in mare. Non le ong». Un post pubblicato su X insieme a una foto della nave di Mediterranea e la notizia del fermo dell’imbarcazione per avere disobbedito alle disposizioni del Viminale, sbarcando i migranti soccorsi nel porto di Trapani anziché in quello indicato dal ministero, cioè Genova.
Ieri Laura Marmorale, presidente di Mediterranea, aveva parlato di «provvedimento osceno» e annunciato il ricorso contro il provvedimento. Valeria Taurino, direttrice di Sos Mediterranee Italia, osserva come il ministro «non abbia detto nemmeno una parola su fatto che operatori umanitari e persone naufraghe siano state brutalmente attaccate da spari armati dalla guardia costiera libica». Domani una delegazione del Partito democratico salirà a bordo della nave della ong a Trapani e Matteo Mauri, responsabile nazionale Sicurezza del partito, contesta a Piantedosi di «scaricare le responsabilità sulle ong che non sostituiscono lo Stato, ma colmano vuoti che non dovrebbero esistere». Per il segretario di Più Europa Riccardo Magi, «Piantedosi ormai è senza ritegno e le sue parole fanno il paio con la richiesta, un po’ naïf, della commissione europea alla Libia di spiegare gli spari contro l’Ocean Viking».
Intanto, un secondo sequestro amministrativo è scattato in Sicilia: la nave Trotamar III della CompassCollective è ferma a Lampedusa dove è sbarcata il 24 agosto dopo avere soccorso 22 persone. L’equipaggio è accusato di non avere informato la guardia costiera libica quando ha salvato le persone da un’imbarcazione non idonea alla navigazione. Anche oggi proseguono gli sbarchi di migranti sull’Isola dove ci sono stati oltre 750 arrivi: 634 a Lampedusa e 117, compreso un neonato, sulle coste del Siracusano. E altre 130 persone stanno facendo rotta sulla maggiore delle isole delle Pelagie su un’imbarcazione della guardia costiera dopo essere state soccorse dal veliero Astral della Open Arms.