In Italia perde Berlusconi, in Sicilia vincono le clientele

Il dato che salta agli occhi, in questo passaggio elettorale, è il crollo del Pdl e, in particolare, di Berlusconi. Ed è una doppia sconfitta, per il Cavaliere. Sconfitta secca dal responso delle urne e sconfitta perché è crollata la partecipazione al voto, che in certi Comuni è scesa sotto il 50 per cento. Certo, nel ballottaggi il centrodestra non ha mai brillato. Ma un’affluenza alle urne così basse non è solo indicativa di disaffezione verso la politica: è anche un messaggio al centrodestra e a Berlusconi: la gente è stanca di un personaggio che non mantiene mai le promesse.

L’astensionismo c’è, ed è generalizzato. Ma colpisce, in particolare l’uomo politico Berlusconi che ha impostato la campagna elettorale per le elezioni politiche promettendo tutele per famiglie e imprese, a cominciare dalla riduzione delle tasse. Ma che, una volta arrivato al Governo, si è occupato,m prevalentemente, dei propri innumerevoli processi.

Vincere con i seggi vuoti non è il massimo. Ma in Italia, si sa, gli elettori di centrodestra, quando i loro rappresentanti non convincono, si limitano a non recarsi ai seggi. Che è, verosimilmente, quello che è avvenuto.

Dunque, più che disaffezione per la politica, che suona come una mezza giustificazione per il centrodestra, a livello nazionale si registra una disaffezione verso Berlusconi e verso le sue promesse mancate.

Tanto agguerrito, qualche mese fa, in campagna elettorale per le elezioni politiche; tanto dimesso in occasione di questo passaggio elettorale. Dimesso e non molto intenzionato a rispettare le promesse fatte agl’italiani appena tre mesi fa.

E in Sicilia? Forse nella nostra Isola l’astensione dal voto è stata un po’ più bassa rispetto al resto d’Italia. Nella nostra Regione, in media, un elettore su tre non è andato a votare. Non siamo, insomma, al 50 per cento di astensione registrato in altre parti d’Italia. Vince il centrosinistra, ma non vince la buona politica.

Qualche giorno prima del voto il centrosinistra – che governa la Regione – ha assunto l’impegno con i 23 mila precari degli enti locali di prtare avanti improbabili proroghe. E ha annunciato una spesa a pioggia di 50 milioni di euro per Cantieri scuola.

In entrambi i casi, si tratta clientele allo stato puro. Invece di puntare sui posti di lavoro vero, si opta per lo sperpero dio risorse pubbliche da prendere non si capisce bene da dove. Cambiali che, nei prossimi mesi, dovranno essere onorate.

In ogni caso, gli argomenti utilizzati dal presidente della Regione, Rosario Crocetta, e dal Pd sono vecchi arnesi della politica clientelare democristiana. Perché i Cantieri scuola e il gioco dei precari porta, al massimo, al mantenimento del potere, ma non fa cambiare strada a una Sicilia che procede, dritta e senza ostacoli, lungo la strada del sottosviluppo culturale prima che economico.

 


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