In Iraq: una guerra per la pace

20 Marzo 2003: Scade l’ultimatum di Bush a Saddam Hussein; inizia l’attacco americano sull’Iraq, e migliaia di missili “intelligenti” sfrecciano contro Bagdad.

È l’inizio di una nuova guerra; ma a differenza delle altre, questa guerra porta con se un enorme “carico di pace”…il 49%, o poco più, del popolo americano si dichiara favorevole all’azione militare in Iraq. Sarà forse la rabbia, l’orgoglio americano ferito quel tragico giorno del 11 settembre?! Oppure è Petrolio la magica parola che porta avanti questo sterminio?! No, Bush “si fa” paladino della pace e dice: NO AL TERRORISMO! Però dopo la presunta cattura di Saddam, l’abbattimento della statua e il collasso del regime; Bush dichiara: “Il regime di Saddam non esiste più, ma la guerra andrà avanti finchè un governo libero non sarà instaurato…”

 

Gli Stati Europei si sentono in dovere di esprimere la propria; Francia e Germania dicono no a questo devastante scempio; Inghilterra, Spagna e Italia si alleano con gli USA,e se l’Inghilterra scende in campo con uomini e armi, l’Italia, insieme alla Spagna, lo fanno mandando un contingente militare umanitario.

 

Ma il più grave degli eventi colpisce proprio il nostro contingente di pace: 18 novembre 2003 h: 8.40 italiane, Nassiriya viene colpita da un camion bomba, con a bordo 2 kamikaze, la caserma dei carabinieri italiani viene colpita! Le vittime sono 12 carabinieri, 4 militari e 2 civili.

Purtroppo però per gli Italiani c’è ancora da temere…Anche se prima è la volta della Spagna: 11 Marzo strage a Madrid: il terrorismo entra in Europa. Poco dopo, il ritiro delle truppe spagnole prima della data prevista.

 

Fabrizio Quattrocchi e altri 3 colleghi decidono di arrotondare lo stipendio e partono per l’Iraq, ignari però di trovare la morte, per uno di loro, Fabrizio appunto, il 14 Aprile scorso.

Matteo Vanzan, 23 anni, parte per la seconda volta verso l’Iraq, dice ai suoi genitori di trovare qualcosa di diverso, dice che “per capire l’Iraq bisognava essere lì!”. Lì Matteo c’è stato, lì Matteo è diventato un nuovo eroe!

 

Questo ovviamente è un quadro sommario della situazione, fino a questo momento, e visto che le vittime italiane sono cresciute di numero, ora più che mai il popolo e non solo si divide.  

Il dibattito del momento divide l’opinione pubblica e il parlamento Nazionale: in Iraq fino in fondo, o via subito?

Il nostro capo del governo e tutto il centro-destra, affermano che l’Italia rimarrà in Iraq per difendere i principi dell’Onu, autodeterminazione dei popoli e della democrazia, rimarremo, dichiara Berlusconi “fino a quando quel Paese non sarà in grado di autogovernarsi in condizioni di sicurezza e di libertà. Andare via adesso potrebbe causare conseguenze ancora più imprevedibili”.

 

Dall’opposizione un forte attacco contro il Premier per l’immediato ritiro delle truppe. Rutelli in Parlamento ha dichiarato che “avevamo pensato ad una svolta, che vuol dire cambiamento di direzione, questa svolta non è avvenuta e continuare vorrebbe dire perseverare in questo orribile sbaglio”

Siamo stati accusati di essere un popolo sottomesso dalla potenza Americana, siamo stati accusati di essere alleati dei “torturatori”.

 

Ma vale comunque ricordare che il regime di Saddam Hussein è stato un regime spietato. Lui è stato un fautore e finanziatore di un terrorismo che ha ramificazioni a livello mondiale. Il suo regime dittatoriale era sicuramente un regime che andava abolito, così come lo furono, ai tempi, i tanti regimi dittatoriali dei primi del secolo: il nazismo, il franchismo, il regime di Mao-tse-tung, il regime comunista russo, il fascismo…è già ma non erano proprio loro, coloro che hanno detto che l’Italia è sottomessa dall’America, i primi  partigiani filoamericani che vollero scacciare Mussolini? E poi come mai ora che l’Onu diventa protagonista della situazione così come il centro sinistra aveva chiesto, vogliono ritirarsi?

E invece, continuare a restare significherebbe altre vittime innocenti, altro sangue versato per combattere… forse il nulla, restare per portare la pace continuando a fare guerra…

Forse nessuno di noi è così bene informato sui fatti da poter esprimere una propria opinione, forse la immaginiamo così lontana da noi che ci interessa relativamente, e già perché tutti parlano di guerra ma pochi sanno effettivamente di cosa parlano, pochi hanno un’opinione personale al riguardo…questo accade soprattutto fra i giovani. La cosa è veramente molto triste visto che, forse qualcuno di loro sarà al governo, alla direzione di un quotidiano, un’opinionista o anche un semplice cittadino del mondo di domani.

 

La “virtù dell’egoismo” è il sentimento ispiratore di tutte le guerre, perché questa sicuramente non è la sola che il mondo si trova ad affrontare, combattuto da sentimenti contrastanti, il popolo si divide tra dolore e rammarico, i politici tra potere o voglia di potere. Proprio in questi momenti, invece, l’unità di un popolo e dei suoi rappresentanti è importante per trovare la soluzione a questo orribile scempio che da troppo tempo ormai vanno avanti.

 

 

 

Pamela Bellitti

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