Il tram e la scommessa con il tempo Orlando, il sindaco che divide

Due vecchi notabili passeggiano verso casa dalle parti di Viale Lazio, non molto lontano dal punto in cui Bernardo Provenzano e Totò Riina alcuni anni prima portarono via dentro una macchina il giornalista Mauro Di Mauro. Il primo si rivolge al secondo uscendo da un torpore diffuso: «Come Luca ne nasce uno ogni cinquant’anni, ti devi rassegnare». L’altro, dietro uno sguardo di diffidenza esplicita e diretta, risponde: «Meno male allora che succede solo due volte in un secolo». 

Orlando è sempre stato così, l’uomo che spacca e che divide, odiato o celebrato, amato e contestatissimo. Il sindaco di Palermo di ieri, di oggi e di domani, la scommessa con il tempo che celebra un rito immutabile. In qualsiasi altra città d’Italia un’opera pubblica che vede in “appena” venti anni la gestazione di un progetto come il tram, avrebbe trovato un sindaco con la fascia nella foto sbiadita della posa (in questo caso ideale) della prima pietra, ed un altro sindaco con la fascia dai colori accesi immortalato a ringraziare tutti. Qua no. 

Orlando ringrazia solo sé stesso. Ha resistito all’usura di un’intera era politica, ha superato le polemiche che sul tram a Palermo durano dal 1995 e ce ne furono di aspre e durissime con il presidente della Provincia dell’epoca Francesco Musotto, l’unico antagonista che Orlando abbia veramente sofferto negli anni. Forza Italia voleva la metro. Adesso il tram è sotto gli occhi di tutti. Farà parte, si spera, delle nostre giornate, renderà meno kafkiano (!) il tragitto di chi si sposta in una mobilità cittadina dove le regole vanno riscritte di continuo, aggiornate e messe bene in evidenza. In tempi in cui le polveri sottili si divertono a ricordarci che l’insidia è invisibile, ma dannosissima, Orlando a bordo del tram torna sul “luogo del delitto”.

La sorte, con lui più benevola e risarcitoria che con altri politici, gli sta dando la possibilità di porsi di fronte alle responsabilità della sua azione amministrativa passata. Dai Pip ai precari, dai mezzi pubblici a tutto il resto. A lui non resta che continuare a fare quello che ha sempre fatto: stupire tutti, o annunciare di volerlo fare, che poi non è molto diverso e spaccare, assicurandosi che ne resti sempre uno in più dalla sua parte.


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