Il traffico internazionale di banconote false che passava anche da Catania

Una persona in carcere, cinque ai domiciliari e per altre due è scattato divieto di dimora nella provincia di Napoli. Si è conclusa così un’articolata indagine dei carabinieri del comando antifalsificazione monetaria, avviata nel 2018, su un traffico transnazionale di banconote false. Le indagini coordinate dalla procura di Napoli, hanno consentito di accertare l’operatività di un’associazione per delinquere strutturata per la gestione di una rete distributiva, con terminali in Italia (provincia di Gorizia, Catania, Salerno) e all’estero (Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Gran Bretagna, Indonesia, Irlanda, Lettonia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Spagna e Ucraina). Le indagini hanno complessivamente consentito di delineare le dinamiche distributive della valuta falsa, attraverso un vendor attivo sui marketplace dal 2012, il quale, ricorrendo a complessi processi di anonimizzazione telematica, gestiva i pagamenti in criptovalute e le conseguenti forniture effettuate da spedizionieri che inviavano plichi e pacchi postali, nascondendo la valuta falsa all’interno di materiale vario. 

Sono stati sequestrati 41 plichi postali all’atto della consegna in Italia e diversi paesi esteri; banconote false di vario taglio, per 120mila euro in tutto e numerosi device utilizzati per le transazioni operate nel darknet e per i trasferimenti di criptovaluta. Dall’avvio delle indagini sono stati arrestati in flagranza 31 soggetti che avevano perfezionato l’acquisto delle banconote false sul dark-web, localizzati in Italia e all’estero. Ad Arzano (Napoli) è stata poi chiusa una stamperia clandestina digitale per la produzione di banconote false, i cui produttori sono stati già arrestati il ​​1 dicembre del 2021 e sono finiti ai domiciliari. Al momento sono oltre 50 gli indagati.

Le misure cautelari eseguite nella mattinata di oggi sono state emesse dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli. Gli indagati devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata al traffico di valuta falsa. Eseguite anche numerose perquisizioni nei confronti dei terminali della filiera distributiva localizzati nelle province di Udine, Rovigo, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Reggio Calabria, Barletta-Andria-Trani e Catania. Inoltre, per i terminali localizzati all’estero, nell’ambito della cooperazione internazionale di polizia sono stati interessati le polizie di Austria, Belgio, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna e Lituania.


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